Cartelle esattoriali, arriva la tregua fiscale Ecco come funziona: rottamazione e scadenze

Cartelle esattoriali, arriva la tregua fiscale Ecco come funziona: rottamazione e scadenze

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Cancellate le cartelle sotto i mille euro fino al 2015

Nella prima manovra del governo Meloni «non ci sono condoni». Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, intervistato dal Corriere, ne è sicuro: la tregua fiscale serve per non avere rapporti conflittuali con i contribuenti e «non c’è spazio per sanatorie». L’obiettivo è andare incontro a chi ha avuto difficoltà a rispettare gli impegni con il fisco, magari a causa del Covid. Ma in realtà, un colpo di spugna c’è. E riguarda la cartelle fino a mille euro, consegnate dall’agente della riscossione fino al 2015. Nel testo, che dovrà essere approvato da Camera e Senato e poi spedito a Bruxelles entro il 30 novembre, si legge infatti: «Sono automaticamente annullati, alla data del 31 gennaio 2023, i debiti di importo residuo, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015».

Le cartelle in questione, come sostiene il governo, non si incasseranno mai e pesano troppo sulle casse del Tesoro. I carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione valgono 1.132 miliardi di euro, ma per la Corte di Conti, di questi sono recuperabili solo il 6-7%. Da qui, la decisione di stralciare le pendenze fino a mille euro per realizzare un Fisco «non più aggressivo e punitivo, ma giusto con chi è in difficoltà», per dirla con le parole della premier Giorgia Meloni. Ma come funziona questa rottamazione? I pagamenti possono essere rateizzati? E per le cartelle dal 2016 in poi cosa succede? Proviamo a rispondere a queste e ad altre domande.

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, 2022-11-25 16:20:00, Nella manovra del governo Meloni, colpo di spugna per le cartelle fino a mille euro, mentre i tempi per il ravvedimento operoso sono raddoppiati, con solo il 5% di sanzione per chi paga, Massimiliano Jattoni Dall’Asén

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