CanovA, «Il mio debutto con Nannini, Fabri Fibra e Giorgia»

CanovA, «Il mio debutto con Nannini, Fabri Fibra e Giorgia»

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di Andrea Laffranchi

Il produttore e il suo disco «Level One» a cui hanno collaborato big della musica italiana ed talenti emergenti: ero arrogante, ho scoperto il valore del lavoro in team

Le sue produzioni messe assieme valgono 7 dischi di diamante, 150 dischi di platino e 2 miliardi di stream su Spotify. Dopo aver plasmato il suono del pop italiano anni 00-10 con gli album di Jovanotti, Tiziano Ferro, Eros, Fabri Fibra e Fedez, a 50 anni Michele Canova debutta con un disco a suo nome. E in «Level One» alcuni dei big con cui aveva collaborato, Fabri Fibra, Giorgia, Gianna Nannini e Luca Carboni, sono a fianco di emergenti come Nayt, Rosa Chemical e altri. «Per 20 anni ho unito energie, autori e artisti; ora faccio la stessa cosa con il mio marchio». Che con una maiuscola finale è diventato CanovA.

Il titolo, spiega il produttore, viene dalla passione per i videogiochi: «Creare musica è come un videogioco in cui provi un livello 10 volte e muori 100 prima di passare al successivo. Il mio studio sembra una sala giochi, pieno di strumentazione con luci e display: mi aiuta a stimolare la creatività». Dopo gli anni da re Mida della produzione — era arrivato ad avere 25 dei primi 100 pezzi in classifica — Canova si era trasferito, con famiglia, a Los Angeles dove è rimasto 10 anni. «Sono tornato definitivamente in Italia da un mese. Mi porto dietro rapporti lavorativi, amicizie, rapporti con artisti. A breve uscirà un mio brano sul mercato Usa con The Kid Himself».

L’esperienza americana lo ha cambiato anche personalmente: «Ho imparato a gestire l’ego, anche nel rapporto con gli artisti. Sono meno arrogante, ho imparato a dire cose dure con un altro tono. Quando arrivai a LA i miei crediti erano nulli per gli americani. Per i primi 5 anni mi sono sentito non sfruttato, ero demoralizzato. Sono ripartito da zero e ho capito il valore del lavoro in team». E ne ha fatto tesoro. «Ora tutto gira intorno alle collaborazioni, per questo ho messo in piedi un team di autori e artisti giovani che mi stimola. Si scrive e si produce al momento, catturi l’energia della stanza. Prima stavi 4-5 mesi in studio con l’artista, gomito a gomito. Ora una canzone si chiude in 12 ore e il giorno dopo sei al lavoro con altri artisti».

I brani di «Level One» sono nati così. «Ero in studio con Nannini e De Gregori e per provocare Gianna le ho fatto sentire un brano di Rosa Chemical. Si è gasata al punto che ha voluto conoscerlo. Si è presentata con un’idea che è poi il titolo e in 5 ore è nata “Benedetto l’inferno”». Idem per Fabri Fibra e «In fissa». «Uno degli autori della mia etichetta, Ormai, ha come idolo Fabri e quindi abbiamo pensato di mandargli un pezzo. Gli è piaciuto e ha voluto lui Ormai per il feat». Anche Giorgia duetta con l’esordiente in «Nirvana»: «È stata la prima, nel 2017, a dirmi che avrei dovuto fare un disco da solo». Non sentiremo mai la voce di Michele: «Impossibile. Sono stonatissimo. Mi è cambiata la voce con la pubertà: fino ai 12 anni al Conservatorio avevo voti altissimi».

Non si è sentito tradito da Jova e Tiziano, collaborazioni decennali, che lo hanno abbandonato per due mostri sacri come Rick Rubin e Timbaland. «Erano i loro rispettivi idoli. Ci sentiamo spesso, con Lorenzo soprattutto». Ha fatto scalpore una sua dichiarazione a Rolling Stone in cui diceva che «Xdono», debutto di Tiziano, fu fatta praticamente risuonando un brano di R. Kelly senza chiedere l’autorizzazione. «Eravamo ragazzini entrambi e ci siamo ispirati più di quanto si faccia di solito. Intendevo dire che non ho inventato nulla, non conoscevo l’r&b. Nulla di geniale, i miei meriti sono altri».

22 agosto 2022 (modifica il 22 agosto 2022 | 23:15)

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, 2022-08-22 21:16:00, Il produttore e il suo disco «Level One» a cui hanno collaborato big della musica italiana ed talenti emergenti: ero arrogante, ho scoperto il valore del lavoro in team, Andrea Laffranchi

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