Caos M5S sull’invio di armi a Kiev, Conte vuole «processare» Di Maio. Ma lui è tentato dall’addio

Caos M5S sull’invio di armi a Kiev, Conte vuole «processare» Di Maio. Ma lui è tentato dall’addio

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di Emanuele BuzziScambio di accuse e veleni sulla bozza dei senatori 5 Stelle: il braccio di ferro tra l’ala del presidente e quella del ministro non si placa. Il ruolo di Beppe Grillo «Ha passato il segno». «Si è posto fuori dalla comunità del Movimento». «Le parole di oggi segnano un punto di non ritorno». C’è rabbia tra i vertici Cinque Stelle dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio sulla bozza di alcuni senatori stellati. I dimaiani dal canto loro dicono di provare «imbarazzo» per come l’ex premier sta conducendo il Movimento «verso posizioni sempre più radicali», «ci sta facendo sparire». Il braccio di ferro tra l’ala del presidente e quella del ministro non si placa. L’obiettivo del ministro è far sì che il M5S voti compatto una risoluzione «che sostenga il governo». — Le notizie sulla guerra in Ucraina di domenica 19 giugno. I contiani hanno intenzione di «processare» Di Maio davanti al Consiglio nazionale: una convocazione dovrebbe essere «imminente». I vertici sono a dir poco adirati. «È grave che un nostro ministro lanci un presunto allarme sicurezza legandolo al Movimento. Con questo atteggiamento infanga i Cinque Stelle, compresi tutti gli attivisti», dicono. E attaccano: «Ci attribuisce pubblicamente una posizione che non abbiamo mai avuto. C’è una interlocuzione in atto per una risoluzione condivisa con le altre forze della maggioranza». «Tra l’altro basta capire che se una risoluzione è condivisa, vuol dire che la narrazione che lui ne fa coinvolgerebbe tutti», argomentano i contiani. In sintesi, «fa un danno anche a Draghi, non solo al Movimento». In queste ore i big sono impegnati in un giro vorticoso di telefonate per capire come gestire la crisi interna. Conte, oltre ai vice, ha sentito anche più volte l’eterno collega-rivale di Di Maio, Roberto Fico. L’asse con il presidente della Camera è fondamentale per l’ex premier in questa fase delicata, visto anche il ruolo di Fico come presidente del Comitato di garanzia. Cosa deciderà il Consiglio nazionale è tutto da vedere. L’articolo 13, comma c, del nuovo statuto in ogni caso stabilisce che l’organo «esprime un parere circa la decisione da assumere nei confronti di un eletto che non abbia rispettato la disciplina di gruppo». C’è chi spinge per «allontanare» il ministro. Ma la linea che sembra prevalere è quella di «mettere Di Maio davanti alle sue responsabilità». Espulsione? Richiesta di dimissioni? Di sicuro ci sarà una «accelerazione» nelle prossime ore in quella che sembra sempre più una scissione all’interno del gruppo pentastellato. I vertici vogliono condividere e spiegare alla base i motivi di eventuali decisioni prese nei confronti di Di Maio. Una scissione accompagnata anche da veleni e sospetti. La questione della bozza dei senatori M5S diventa un giallo. I contiani temono che «sia stata fatta circolare ad arte»: non fanno nomi, ma l’accusa all’altra ala è palpabile. I dimaiani invece sottolineano come il pericolo per il governo sia stato aggirato grazie a loro. E puntano l’indice contro i nemici interni: «Stavano per fare uno scherzetto…». Girano anche voci (non confermate) sui presunti autori della bozza, di chiara appartenenza contiana. I dimaiani sono convinti che il Movimento si stia radicalizzando su posizioni non condivise: «Ci stiamo spingendo alla sinistra di Leu».«Non abbiamo identità, né un programma», ribadiscono alcuni. E negano che il problema sia il tetto dei due mandati: «Va mantenuto, lo diciamo tutti. Siamo tornati indietro di dieci anni con Conte e per questo dobbiamo tenere la regola». Sulle novità introdotte dal leader c’è sarcasmo. L’organizzazione e quello che i vertici definiscono «metodo condiviso» vengono scherniti: «Sono collegiali, come la corte del Re Sole». I dimaiani sono convinti oltretutto che la linea anti-Draghi non sia sostenuta da Grillo, che «non vuole far cadere l’esecutivo». Di fronte a questo scenario è partita inevitabilmente, in modo sotterraneo, una conta per comprendere la portata di una eventuale divisione del gruppo. I vice di Conte minimizzano i numeri, i dimaiani sono convinti che se scissione sarà, una buona fetta di parlamentari seguirà il ministro degli Esteri (che è tentato dall’idea) verso un nuovo progetto, da collocare ancora una volta nell’ambito del centrosinistra. 19 giugno 2022 (modifica il 19 giugno 2022 | 10:59) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-19 11:51:00, Scambio di accuse e veleni sulla bozza dei senatori 5 Stelle: il braccio di ferro tra l’ala del presidente e quella del ministro non si placa. Il ruolo di Beppe Grillo, Emanuele Buzzi

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