Capretta uccisa a calci, la madre di uno dei ragazzi: Lanimale era già morto. Ancora genitori sindacalisti dei figli?

Capretta uccisa a calci, la madre di uno dei ragazzi: Lanimale era già morto. Ancora genitori sindacalisti dei figli?

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Qualche giorno fa ha fatto scalpore il caso di una capretta uccisa a calci, barbaramente da alcuni ragazzini nel corso di una festa, il diciottesimo compleanno della figlia di un esponente delle forze dell’ordine, in un agriturismo ad Anagni. Il gesto è stato condannato da più parti e messo in collegamento con gli episodi di violenza sessuale che hanno sconvolto l’intero Paese nelle ultime settimane.

Come riporta Il Corriere della Sera, com’era prevedibile, si è scatenata una vera e propria furia social contro questi ragazzi, noti per le loro scorribande nella loro zona, a Fiuggi, adesso indagati per uccisione di animali, reato per cui è prevista la reclusione da quattro mesi a due anni per chi causa “per crudeltà e senza necessità” la morte di un animale. Molti utenti chiedono a gran voce di sapere i nomi dei responsabili per metterli alla gogna. Sui social è nato anche l’hashtag “fuori i nomi”.

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La difesa dei conoscenti dei ragazzi

Anche in questo caso, purtroppo, la madre di uno dei ragazzi, anziché scegliere il silenzio o condannare l’atto del figlio, ha deciso di difendere il gruppetto, o comunque di sminuire la gravità di quanto fatto. “I ragazzi hanno trovato l’animale già agonizzante fuori dall’agriturismo, i calci ci sono stati quando la capretta era già morta”, ha detto.

“Ok – ha scritto una ragazza che conosce gli aggressori – e una volta che avete i nomi cosa volete fare? Ammazzarli? Rovinargli la vita? Ho letto commenti pieni di odio e violenza, commenti di adulti pieni di veleno, che se potessero aggredirebbero fisicamente questi ragazzi. Devono pensarci le forze dell’ordine, non la folla coi forconi”. Sabato prossimo a Fiuggi, le associazioni animaliste terranno una manifestazione per condannare l’orribile gesto.

Patto educativo rotto

Sembra di essere di fronte all’ennesimo caso di genitori sindacalisti dei figli, aspetto di cui aveva parlato lo psicoanalista Massimo Recalcati e anche lo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Ecco le parole di Recalcati: “Lo stato di salute della scuola riflette la condizione comatosa dello stato educativo in generale. La rottura del patto educazionale nella scuola è un fatto evidente. Come diceva Freud, nella figura dei maestri, degli insegnanti, dei professori, i figli proiettano le figure primarie genitoriali, quindi esisteva una continuità tra la figura del genitore e quella dell’insegnante. E con l’esistenza del patto educativo, i genitori si schieravano dalla parte degli insegnanti, condividendo lo stesso obiettivo, l’educazione e la formazione dei figli. Oggi questa alleanza si è fratturata, i genitori sono alleati con i figli e l’isolamento degli insegnanti comporta che qualunque loro azione educativa rivolta agli allievi viene vissuta dalla famiglia come un abuso di potere, come un’ingerenza, come un esercizio autoritario del potere. Nel nostro tempo i genitori tendono a fare i sindacalisti dei figli, in un certo senso. Per un altro verso, invece, gli insegnanti sono investiti di un compito educativo dagli stessi genitori. Nel momento in cui quest’ultimi non riesco a esercitare questo ruolo educativo in famiglia, gli insegnanti si trovano a supplire queste falle nel discorso educativo, infatti si dice spesso che la scuola va ad occupare il vuoto educativo lasciato dalle famiglie. Quindi gli insegnanti si trovano ad avere questo forbice a doppio taglio, da una parte criticati e dall’altra ritenuti necessari”.

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