di Fulvio Fiano e Rinaldo Frignani
Alessandro Caizzi, 51 anni, lavora come autista. «Tornavo a casa, vicino a Monte Ciocci li ho visti mentre i vigili urbani cercavano di contenerli, erano una ventina di esemplari. È stato come finire contro un muro. Sono fortunato a poterla raccontare»
«La mia più grande paura è stata quella di ritrovarmeli tutti addosso: “Ecco fatto, sono la loro cena”, ho pensato. Io da una parte del maxi scooter distrutto, loro dall’altra, con quel cucciolo che si lamentava, anche se io per la verità l’ho visto andare via da solo. Non sapevo che poi è morto anche lui». Alessandro Caizzi, 51 anni compiuti da poco, dipendente di una società di trasporto pubblico, è ancora molto provato dalla brutta avventura vissuta nella tarda serata di giovedì con un branco di una ventina di cinghiali – forse gli stessi avvistati notti fa alla Balduina – mentre percorreva via Anastasio II, all’altezza di via Pietro De Cristoforis, in direzione di via Cipro cioè non lontano dal Vaticano.
«Erano da poco passate le 23, tornavo a casa al Nuovo Salario, quando mi sono trovato davanti la mandria che alcuni vigili urbani cercavano di controllare affinché non creassero problemi alla circolazione – racconta -. Provavano a farli stare tutti in fila, ma era un’impresa complicata. A terra poi era pieno di escrementi, e quindi penso che stazionassero lì da parecchio tempo facendo dentro e fuori con l’area verde. A un certo punto due animali, uno grande e uno piccolo, hanno attraversato la strada e mi sono venuti addosso. Impossibile evitarli, non so se mi abbiano caricato, ma è stato come finire contro un muro».
Caizzi è caduto rovinosamente, rimanendo ferito. Una donna l’ha soccorso, cercando di asciugare le escoriazioni con i fazzoletti, mentre i vigili urbani chiamavano il 118. «È stato allora che mi sono spaventato davvero perché il resto del branco si avvicinava sempre di più – dice ancora Caizzi -. Devo ringraziare la signora che mi ha aiutato a rialzarmi e così sono potuto fuggire ancora più lontano. Non è stata una bella sensazione, devo dire. I vigili urbani mi hanno detto che la bestia che non si muoveva sarebbe stata abbattuta dal servizio veterinario. Mi dispiace molto. E pensare – afferma ancora l’autista – che solo pochi giorni prima ho incontrato Obelix nella zona del laghetto di Villa Ada dove facevo jogging. Era mansueto, da solo, in mezzo alla boscaglia. Proprio non mi ha fatto l’impressione di essere un animale pericoloso. Però adesso, al pensiero che negli anni passati altri scooteristi sono morti in incidenti simili al mio (almeno due casi nella zona di via Cassia e del parco dell’Insugherata, insieme con altri quattro feriti, ndr), mi vengono i brividi. Lo scooterone è distrutto, il telaio tutto piegato. Sono stato davvero fortunato che non sia andata peggio. All’ospedale San Carlo di Nancy mi hanno dato sei giorni di prognosi – conclude l’autista – ma almeno posso raccontarlo».
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Roma iscriviti gratis alla newsletter “I sette colli di Roma” a cura di Giuseppe Di Piazza. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.
21 maggio 2022 (modifica il 21 maggio 2022 | 14:27)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-05-21 12:27:00, Alessandro Caizzi, 51 anni, lavora come autista. «Tornavo a casa, vicino a Monte Ciocci li ho visti mentre i vigili urbani cercavano di contenerli, erano una ventina di esemplari. È stato come finire contro un muro. Sono fortunato a poterla raccontare», Fulvio Fiano e Rinaldo Frignani