di Andrea Sereni
Ancelotti conquista la sua quarta Champions League nella stagione in cui ha centrato un altro primato, quello di unico allenatore della storia ad aver vinto i 5 più importanti campionati europei
Salta e balla con i suoi giocatori, sotto la curva dei tifosi del Real Madrid. Carlo Ancelotti vince la Champions League numero quattro (da allenatore, altre due da giocatore: nessuno come lui) e scrive la pagina più bella della sua storia sportiva. Il successo più inaspettato, il più difficile. Che arriva dopo anni tribolati, voci maliziose, il tempo che secondo molti lo aveva intorpidito, rallentato. Il suo Real Madrid batte 1-0 il Liverpool e sale sul tetto d’Europa. «È il miglior allenatore al mondo», dice sicuro Benzema, leader maximo del Madrid. Lui, Carletto, se la ride. Felice, sereno, il sopracciglio che lentamente si ricompone. Scherza con tutti, se la gode. «Non ci credo —commenta a caldo—ho vinto 4 Champions».
È tutto vero, invece. Ancelotti è il primo nella storia della Champions League a fare poker in panchina. Ha staccato Bob Paisley, che col Liverpool ne ha conquistate tre (1977, 78 e 81), battendo proprio i Reds (per altro per la seconda volta, la prima col Diavolo ad Atene nel 2007), e Zinedine Zidane, che tra il 2016 e il 2018 fece tris col Madrid. «Sono stato bravo —si concede —, aiutato da grandi squadre e grandissimi giocatori. Due col Milan e due col Real che sono le squadre che ne hanno vinte di più e che amo di più. Tutte e quattro hanno un sapore speciale, dalla prima, poi Atene e il 2014 con la fine dell’ossessione della Decima per il Real».
«Ci ha detto che avremmo vinto», ha spiegato Courtois, il portiere decisivo, 9 parate in una finale di Champions non le aveva fatte mai nessuno. Ce l’ha fatta, Ancelotti (insieme al figlio Davide, prezioso vice), ipnotizzando la macchina da gol rossa di Klopp. «Abbiamo sofferto nella prima parte ma ce la siamo cavata con la qualità che abbiamo, anche grazie a un grande impegno. Abbiamo negato il gioco verticale al Liverpool, Non dovevamo farci prendere alle spalle, sono stati bravi Alaba, Militao e Mendy», spiega.
Per giocare la finale di Parigi — che arriva dopo il successo in Supercoppa di Spagna e nella Liga, unico a vincere nei cinque maggiori campionati europei —il suo Real è venuto a capo di un percorso molto complicato, probabilmente il peggiore possibile. Negli ottavi ha fatto fuori il Psg di Messi e Mbappé, ai quarti il Chelsea campione in carica, in semifinale il Manchester City di Guardiola. E poi, da sfavorito, ha messo k.o. il Liverpool. Un’impresa. «Il nostro segreto? L’umiltà dei più esperti e l’entusiasmo dei giovani», dice soddisfatto Ancelotti.
«Complimenti Carletto», scrive su Twitter il c.t. della Nazionale Mancini. «Grande Carlo, una Champions assolutamente meritata», commenta Aurelio De Laurentiis, il presidente di quel Napoli che forse troppo in fretta lo ha lasciato andare. Parte di un percorso che ha portato Ancelotti alla notte di Parigi. La più bella di tutte.
28 maggio 2022 (modifica il 29 maggio 2022 | 01:39)
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, 2022-05-29 03:14:00, Ancelotti conquista la sua quarta Champions League nella stagione in cui ha centrato un altro primato, quello di unico allenatore della storia ad aver vinto i 5 più importanti campionati europei, Andrea Sereni