di Maria Teresa Meli
Il leader di Azione: il Pd non sa cosa vuole fare con il voto che chiede. Con il centrodestra sarà default, tra 4 mesi torneremo come nel 2011
Carlo Calenda, le parole del leader di Forza Silvio Berlusconi sull’invasione della Russia in Ucraina hanno provocato molte reazioni…
«Io penso che si stia chiarendo il fatto che con questi al governo si va in default. Berlusconi ha fatto un discorso eversivo come se fosse un generale di Putin, Salvini ha attaccato la von der Leyen e Meloni ha delirato sulle riforme da fare da soli. È una coalizione che promette 180 miliardi di deficit, quindi gli italiani devono avere chiaro che votando per loro questo Paese tra quattro mesi è nelle stesse condizioni in cui era nel 2011».
Il segretario del Partito democratico Enrico Letta ha detto che con il Movimento 5 Stelle è rottura irreversibile. Questa scelta del leader dem potrebbe riavvicinarvi al Pd?
«Ma no, è tutto finto. Andrea Orlando, Stefano Bonaccini, Elly Schlein… ogni giorno se ne aggiunge uno che dice che il giorno dopo staranno di nuovo con i 5 stelle. Tra l’altro, il Pd rappresenta l’unico nella storia delle elezioni contemporanee di un partito che non chiarisce con chi vuole governare. Letta ha detto che non vuole fare le grandi intese, che non vuole governare con Bonelli e Fratoianni, che però fa votare agli elettori, che non vuole governare con il Movimento 5 stelle, quindi con chi governa? Da solo? Non si sa che cosa vogliano fare con il voto che chiedono: chi vota il Pd butta il voto per assenza di un programma politico».
Calenda, il programma politico del Terzo Polo invece secondo lei è sufficientemente chiaro?
«Si sa perfettamente che cosa vogliamo fare ed è l’unica soluzione che salva l’Italia: mandare in stallo il sistema politico e andare avanti con Mario Draghi».
Governo a parte, la prossima legislatura non dovrà avviare anche le riforme, quella istituzionale e quella elettorale? È da anni che se ne parla.
«Guardi, il prossimo anno noi avremo la recessione, l’inflazione, il costo dell’energia e i tassi alti. Il prossimo è quindi un anno in cui il Paese va salvato. Non ci sarà altro a cui pensare che questo».
E dunque?
«Dunque tutte le discussioni che stiamo facendo adesso su amenità varie non esisteranno più. Esisterà solo una grave emergenza nazionale che può essere gestita da Mario Draghi o da Giorgia Meloni. Fine della discussione.
Per la verità, Calenda, Draghi ha detto chiaramente e pubblicamente che non è disposto ad accettare un nuovo incarico a Palazzo Chigi…
«Draghi ha detto «no» una volta. Come aveva fatto Sergio Mattarella rispetto all’ipotesi di un bis alla presidenza della Repubblica, e, poi, quando il Paese glielo ha chiesto, è rimasto. Draghi è al governo, quindi non va richiamato perché sta da un’altra parte. E se il Terzo Polo alle elezioni ottiene, come io ritengo, ben più del 10 per cento, quello che succederà è semplicemente questo: Draghi rimarrà al governo».
Ma sarà difficile che tutte le altre forze politiche, segnatamente quelle che hanno fatto cadere Draghi, accettino un’ipotesi del genere.
«Noi porteremo gli altri partiti a fare i conti con la realtà, dopo una campagna elettorale fatta di grandissime balle e assistenzialismo. Con Giuseppe Conte che si comporta come Lauro, con la differenza che Lauro quei soldi ce li metteva lui, invece Conte li fa mettere agli italiani, cioè ai lavoratori, agli insegnanti, alle infermiere, alle forze dell’ordine. Con Enrico Letta che promette 900 mila posti di lavoro e 10 mila euro ai diciottenni. E con Salvini che vuole istitutore di nuovo le province e spendere 180 miliardi di euro. Se il Terzo Polo avrà una grande affermazione tutto questo rumore, perché altro non è se non rumore che rischia di far fallire l’Italia, cesserà istantaneamente e si tornerà a parlare con serietà di come governare il Paese».
Calenda, lei dipinge il Terzo Polo come la panacea di tutti i mali del nostro Paese. Ma cosa direbbe agli italiani per convincerli a votarvi?
«Io voglio dire agli italiani di votare per una volta con la testa perché il momento è talmente difficile che non bisogna votare con la pancia, votare per le persone che dicono sempre le stesse cose. Come Meloni: quando la leader di Fratelli d’Italia dice «la pacchia è finita» ripete le parole pronunciate prima di lei da Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Questa è davvero l’ultima occasione: se facciamo andare via Draghi non avremo più nessuno e quello che succederà nei prossimi mesi sarà il più grande caos economico sociale e finanziario che il Paese abbia sperimentato nella sua storia. Quindi chiedo che gli italiani votino molto consapevolmente non per simpatie, antipatie, rabbia o rancore, perché questa volta ci facciamo del male come non ci siamo mai fatti prima».
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24 settembre 2022 (modifica il 24 settembre 2022 | 07:14)
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, 2022-09-24 05:33:00, Il leader di Azione: il Pd non sa cosa vuole fare con il voto che chiede. Con il centrodestra sarà default, tra 4 mesi torneremo come nel 2011, Maria Teresa Meli