Carlo Fidanza indagato per corruzione: «Consigliere comunale si dimise in cambio dell’assunzione del figlio»

Carlo Fidanza indagato per corruzione: «Consigliere comunale si dimise in cambio dell’assunzione del figlio»

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di Luigi Ferrarella

Il politico bresciano Giovanni Francesco Acri lasciò il proprio seggio in Consiglio comunale a Giangiacomo Calovini: secondo l’accusa, in cambio il figlio ventenne fu assunto dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia, come assistente. La replica: «Nessun illecito, sono più che sereno»

In fondo in politica, se ha ragione ora la Procura di Milano, ognuno ha il Blagojevic che si merita. La superpotenza americana ha avuto quello originale, Rod Blagojevic, cioè l’allora governatore democratico dell’Illinois arrestato nel 2008 e poi condannato a 12 anni (e poi graziato dopo 7 anni di carcere da Trump) per aver tentato di vendere al miglior offerente, in cambio appunto di tangenti, il seggio reso vacante dall’elezione di Barak Obama alla Casa Bianca. E invece la politica italiota all’amatriciana aggiungerebbe oggi alla propria già nutrita galleria di fantozziani accordi sotto banco una vicenda – tutta in casa di Fratelli d’Italia – a cavallo tra il Comune di Brescia e il Parlamento Europeo.

Cioè la storia del consigliere comunale bresciano Giovanni Francesco Acri che, stando all’ipotesi di reato contestata dai pm Cristiana Roveda e Giovanni Polizzi, nel luglio dell’anno scorso, allorché si dimise «per motivi personali» dal proprio seggio in Consiglio comunale, venendo avvicendato in automatico dal primo dei non eletti Giangiacomo Calovini, l’avrebbe in realtà fatto in cambio del fatto che l’europarlamentare Carlo Fidanza, interessato all’ingresso di Calovini in Consiglio nell’ambito dell’acceso confronto tra fazioni interne al partito di Giorgia Meloni, ne assumesse quale proprio assistente parlamentare il figlio appena ventenne e con un accidentato percorso scolastico.

La costruzione giuridica dell’imputazione che Acri ha letto nel decreto di perquisizione operata dalla Gdf milanese, e che condivide con l’altro indagato Fidanza, è dunque particolare: nella ipotesi accusatoria (che nulla ha che vedere con le lettere anonime pur circolate un anno fa a Brescia sulle dimissioni di Acri), Fidanza qui sarebbe infatti il privato corruttore, Acri sarebbe il pubblico ufficiale corrotto, la materia compravenduta sarebbe il seggio elettivo in Comune rispetto alla scelta discrezionale di Acri di dimettersi a beneficio di quel Calovini (non indagato) caldeggiato da Fidanza, e la tangente sarebbe appunto l’assunzione del figlio di Acri come assistente dell’europarlamentare. Fidanza dall’ottobre 2021 ha dichiarato di autosospendersi da capo delegazione del partito a Bruxelles dopo essere stato indagato (insieme al «barone nero» Roberto Jonghi Lavarini) per le ipotesi di finanziamento illecito al partito e riciclaggio, a seguito di una inchiesta dei giornalisti di Fanpage.

«Ho appreso con sorpresa di questa nuova indagine, che pare riprendere i contenuti di un esposto anonimo depositato alla procura di Brescia nell’ottobre 2021, pochi giorni dopo la trasmissione di un’inchiesta giornalistica di Fanpage», è il commento di Carlo Fidanza. «Evidentemente, facendo politica, non si può essere simpatici a tutti e probabilmente qualcuno ha tentato di colpirmi in un momento di difficoltà, nascondendosi dietro l’anonimato. Tengo solo a dire che sono più che sereno, non ho commesso alcun atto illecito e sono certo che le indagini lo dimostreranno».

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29 giugno 2022 (modifica il 29 giugno 2022 | 19:03)

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, 2022-06-29 21:12:00, Il politico bresciano Giovanni Francesco Acri lasciò il proprio seggio in Consiglio comunale a Giangiacomo Calovini: secondo l’accusa, in cambio il figlio ventenne fu assunto dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia, come assistente. La replica: «Nessun illecito, sono più che sereno» , Luigi Ferrarella

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