Carlo III finalmente sul trono. E William: «Sosterrò papà»

Carlo III finalmente sul trono. E William: «Sosterrò papà»

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di Luigi Ippolito

Comincia ufficialmente la nuova Era Carolingia: cerimonia arcaica, uguale dal 1603, linguaggio shakesperiano, fascino immortale: con carlo, William, Camilla, Liz Truss e l’arcivescovo di Canterbury

La nuova Era Carolingia è cominciata ufficialmente ieri mattina, con la proclamazione a re di Carlo III: certo, lui era diventato già monarca al momento della morte di Elisabetta, ma ieri è entrato nel pieno delle sue funzioni davanti al Consiglio di Accessione, nella Sala del trono del palazzo di St James.

Una cerimonia arcaica, tenuta in un linguaggio shakespeariano, ma per la prima volta trasmessa in diretta televisiva: un qualcosa che dà la misura della Gran Bretagna, il Paese al tempo stesso più tradizionalista e innovativo del mondo, capace di tenere assieme la pompa di rituali immutati nei secoli e lo scintillio della modernità.

La prima di queste cerimonie rimonta addirittura al 1603, quando salì al trono Giacomo VI di Scozia, per diventare Giacomo I d’Inghilterra dopo la morte di Elisabetta I: ma il Consiglio di Accessione, che ha certificato l’ascesa di Carlo III, affonda le sue radici nel regno di Guglielmo il Conquistatore, nell’XI secolo. Dopotutto, la monarchia britannica è la più antica istituzione dell’Occidente, dopo il Papato: e giornate come questa sono lì a ricordarlo.

A presiedere la cerimonia una solenne e regale Penny Mordaunt, nominata solo da pochi giorni Lord Presidente del Consiglio dal nuovo governo di Liz Truss: mai forse si sarebbe aspettata di dover condurre il cerimoniale in così poco tempo. E dunque, davanti ai membri del Consiglio Privato, ossia i grandi del regno, ha dato la notizia ufficiale della morte della regina. Dietro di lei William, nuovo principe di Galles, Camilla, nuova regina consorte, la premier e l’arcivescovo di Canterbury, che hanno firmato subito dopo la proclamazione del nuovo re.

Quindi tutti si sono spostati nella Sala del trono: una piccola folla ben diversa da quella che doveva aver accolto Elisabetta 70 anni fa, con tante donne e persone di colore. In prima fila, ben sei ex primi ministri: c’era Tony Blair, intento in un conciliabolo laburista col leader del partito Keir Starmer e col sindaco di Londra Sadiq Khan; poi Boris Johnson, immerso in una gioviale conversazione con Gordon Brown: e Theresa May, che chiacchierava — forse di Brexit? — con David Cameron. A interrompere tutti, l’ingresso del nuovo re, solenne nel suo tight nero decorato solo con una spilla con le sue nuove iniziali, CR, ossia Carolus Rex. Il neo-sovrano ha pronunciato un breve discorso, nel quale ha reso di nuovo omaggio alla «dedizione e devozione» della madre e ha promesso di seguire il suo esempio di «amore e servizio». Ma soprattutto ha giurato di promuovere «pace, armonia e prosperità dei popoli di queste isole e dei reami e territori del Commonwealth attraverso il mondo». Ancora, ha reso omaggio a Camilla, al «costante supporto della mia amata moglie». Infine la firma dei documenti: con un piccolo momento di imbarazzo, quando Carlo ha fatto un gesto imperioso con la mano, rivolto ai paggi, perché sgombrassero la scrivania.

A tutto questo assisteva William: consapevole che in un momento non lontanissimo toccherà a lui: «Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato — ha scritto nel suo primo comunicato — ma servirà tempo per abituarsi alla morte della nonna». E ovviamente si è detto pronto a «sostenere» in pieno il padre. Dio preservi il re, hanno scandito tutti.

10 settembre 2022 (modifica il 10 settembre 2022 | 22:58)

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, 2022-09-10 21:25:00, Comincia ufficialmente la nuova Era Carolingia: cerimonia arcaica, uguale dal 1603, linguaggio shakesperiano, fascino immortale: con carlo, William, Camilla, Liz Truss e l’arcivescovo di Canterbury, Luigi Ippolito

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