di Laura Vincenti
Al torneo partecipavano diciotto nazioni. Favorito era il Giappone, la squadra più forte degli ultimi tempi, ma gli azzurri l’hanno battuta in finale. «Spero che questo successo aiuti a far conoscere il nostro sport»
«Tra tutti i giochi, per me il backgammon è quello che assomiglia di più alla vita, perché studiare e migliorarsi aumentano le probabilità di farcela ma c’è sempre una componente casuale che non possiamo gestire: a volte si fa una partita perfetta e si perde, altre volte commettiamo un grande errore che, però, ci fa vincere»: è questa la filosofia di vita e di gioco di Carlo Melzi. Quarantasette anni, milanese, insieme con tutta la squadra italiana (di cui è stato anche capitano) ha appena vinto il Campionato del mondo a squadre che si è svolto dal 4 all’8 aprile a Venezia. «Una grande notizia, siamo molto orgogliosi: i mondiali si sono svolti per la prima volta in Italia e siamo riusciti a vincere grazie allo spirito di squadra, alla determinazione e anche alla buona sorte», commenta Melzi.
Al torneo partecipavano diciotto nazioni da tutto il mondo, tra cui anche i grandi team storici del Nord Europa, come Svezia e Danimarca. Favorito era il Giappone, la squadra più forte degli ultimi tempi «Come il Brasile per il calcio, per fare un paragone comprensibile a tutti». La finale è stata proprio Italia-Giappone e la nostra squadra ha vinto, un po’ a sorpresa, con il punteggio di 3 a 1: «In un torneo a squadre si gioca 5 giocatori contro 5: si parte tutti insieme e chi ha la meglio sulle prime 3 partite vince».
Il backgammon è uno sport della mente, un gioco da tavolo per due giocatori: ciascuno possiede 15 pedine che muove lungo 24 triangoli (punti) secondo il lancio di due dadi. Lo scopo del gioco è riuscire per primi a rimuovere tutte le proprie pedine dalla tavola, cercando nel frattempo di bloccare l’avversario e di evitare le sue azioni di disturbo. La strategia è importante ma domina anche la casualità, perché si lanciano i dadi per fare la mossa e muovere le pedine: «La fortuna ha un ruolo fondamentale — assicura il campione —. La mia passione è nata da adolescente: ho scoperto il gioco per caso su pc e me ne sono subito innamorato».
Consulente di una società informatica, Melzi gioca un’oretta tutti i giorni: «Almeno una partita la devo fare: con gli amici da remoto, ma anche in presenza, mentre si gusta una birretta». Tutti i giovedì sera, poi, si ritrova con gli altri giocatori allo storico Circolo Alessandro Volta, in via Giusti 16: «In Italia è ancora un gioco elitario: a Milano si contano circa 50 giocatori e a livello nazionale qualche centinaio. Ma spero che questa vittoria dia un po’ di visibilità al backgammon, ancora poco conosciuto e poco praticato qui da noi» continua Melzi che lancia anche un appello: «Passate a trovarci al circolo: i neofiti sono ben accetti».
Le regole di base si possono imparare facilmente, certo poi gli aspetti strategici e di calcolo sono molti complessi da attuare: al proposito, nel 2008 Melzi ha scritto, a quattro mani con l’esperto Dario De Toffoli, «Il grande libro del backgammon. Storia, regole, tecniche, attualità» (casa editrice Stampa Alternativa) con anche una lunga introduzione sulle origini del gioco, che risale a 5.000 anni fa. «Ma è uno sport della mente ideale anche per le famiglie, per trascorrere una serata tutti insieme. Io, per esempio, ho trasmesso la mia passione ai miei due figli di 8 e 12 anni. Invito tutti a provarlo: anche su Internet c’è molto materiale». E tra una partita al circolo e l’altra, il campione si sta già preparando per la prossima sfida: il torneo di Rimini in programma a metà maggio. Altre informazioni sul sito www.cnbackgammon.eu.
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12 aprile 2022 (modifica il 12 aprile 2022 | 08:37)
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, 2022-04-12 06:37:00, Al torneo partecipavano diciotto nazioni. Favorito era il Giappone, la squadra più forte degli ultimi tempi, ma gli azzurri l’hanno battuta in finale. «Spero che questo successo aiuti a far conoscere il nostro sport», Laura Vincenti