di Anna Meldolesi e Chiara Lalli
Un tradizionalista amante della caccia alla volpe (finché non è stata bandita) rappresenta il vecchio o il nuovo?
Questo doppio articolo, pubblicato su «7» in edicola il 28 ottobre fa parte della rubrica«Due punti». Intesi come due punti di vista che qui troverete pubblicati online in sequenza: prima l’articolo di Anna Meldolesi, poi quello di Chiara Lalli. Buona lettura
di ANNA MELDOLESI
Nei decenni trascorsi da principe, il neo sovrano ha inanellato una lunga serie
di contraddizioni. Fa campagna per il clima senza rinunciare a spostarsi con l’aereo privato, è allergico al metodo scientifico e si oppone a tecnologie potenzialmente utili mentre loda le medicine alternative e l’esoterismo della biodinamica. Continuerà a fare l’attivista anche sul trono? Non è mai stato simpatico agli ammiratori di Diana e nemmeno agli scienziati. In effetti nel corso della sua vita Carlo III non ha trattato le evidenze scientifiche meglio di come si sia comportato con la prima consorte. Con i climatologi se la cava abbastanza, perché fa campagna contro il riscaldamento globale, anche se emette CO2 in quantità con i voli privati. I medici però non gli perdonano l’attività di lobbying a favore delle medicine alternative. I genetisti non dimenticano i suoi allarmismi sugli Ogm.
Il fatto di essersi dichiarato antilluminista, poi, ha sconcertato tutti. Che libertà di azione avrà ora che è sul trono? Secondo i media britannici la premier Liz Truss gli avrebbe chiesto di non andare alla prossima conferenza sul clima che si terrà a Sharm el-Sheik a novembre. E in generale ci si aspetta che da re avrà maggiore influenza negli incontri a porte chiuse che nella pubblica arena. Anni fa una meritoria inchiesta del Guardian svelò un quadro di continue pressioni da parte dell’allora principe sulla politica che, per fortuna, hanno sortito scarsi effetti. Eppure c’è chi in queste settimane ha dipinto Carlo come un ambientalista illuminato in anticipo sui tempi, riproponendo estratti dei suoi discorsi sulla natura, tenuti dal 1968 in poi. È l’arte del cherry picking, che consiste nel selezionare citazioni ad hoc, cogliendole come ciliegie dall’albero. Ma se uno degli ingredienti chiave dell’ambientalismo moderno è la scienza – perché nessuna azione può rivelarsi efficace se non è basata sui dati – allora Carlo non è affatto moderno.
UN TRADIZIONALISTA AMANTE DELLA CACCIA ALLA VOLPE (FINCHÉ NON È STATA BANDITA) RAPPRESENTA IL VECCHIO O IL NUOVO?
Lontano anni luce da Greta Thunberg, molto più affine a Vandana Shiva (secondo il Financial Times negli Highgrove Gardens tiene una statua della pensatrice indiana, che sarà pure iconica ma è screditata dal punto di vista scientifico). La giustizia sociale è un’altra colonna dell’ambientalismo moderno. E allora, come si conciliano i privilegi reali con la sostenibilità? Un tradizionalista amante della caccia alla volpe (finché non è stata bandita) rappresenta il vecchio o il nuovo? L’attuale sfida ambientale è così impegnativa che avremo bisogno di tecnologie innovative, dalla ricattura del carbonio all’editing genomico delle piante (che sicuramente non piace a Carlo, paladino dell’agricoltura biologica senza se e senza ma).
Va detto, comunque, che il libro manifesto del suo pensiero ( Harmony: a new way of looking at our world) ha venduto meno di quindicimila copie. Ed è emblematico che Nature nel 1990, dopo una sua improvvida sortita di fronte alla Royal Society of Medicine, abbia pubblicato un editoriale intitolato “Monarchia alternativa”. Il messaggio era: non possiamo impedire al principe di dire sciocchezze, proviamo a prenderlo meno sul serio.
RE CARLO E’ UN ESTIMATORE DI STEINER, CHE FONDÒ LA BIODINAMICA. SECONDO UNA PROPOSTA DI LEGGE (BLOCCATA) CHE VORREBBE REGOLAMENTARE QUESTA DISCIPLINA, PER LIBERARSI DEI TOPI BISOGNA CATTURARNE UNO (DI CAMPO) E SPELLARLO
di CHIARA LALLI
«È per me un grande piacere contribuire con qualche pensiero alla cerimonia di apertura per l’associazione per l’agricoltura biodinamica». Il mio discorso preferito di Re Carlo è il messaggio che ha inviato nel 2016 all’associazione per l’agricoltura biodinamica. Non tanto per quello che dice in quei due minuti – anche se in effetti «aspetto sacro della natura» e «siamo diventati prigionieri di quel riduzionismo basato sulle prove» (che?) non sono male – ma perché la biodinamica è una delle mie stramberie preferite. Ovviamente «è stato motivo di grande orgoglio per i cultori dell’agricoltura biodinamica il videomessaggio inviato dal principe Carlo di Inghilterra al convegno “Per l’economia della terra – la nostra casa comune”» (RaiNews, 28 febbraio 2016).
IL MISTERO DEL “QUANTO DI SOSTANZA DI UNA VACCA” E L’USO DI PAROLE SENZA SENSO: L’ANTROPOSOFIA È SOLO IL PRIMO PASSO PER AVVENTURARSI NELLA MEDICINA E NELL’AGRICOLTURA ESOTERICHE
Per apprezzare la biodinamica dobbiamo tornare al suo inventore, Rudolf Steiner, che insoddisfatto della teosofia fonda l’antroposofia . Disciplina poliedrica e molto fantasiosa, l’antroposofia è solo il primo passo per avventurarsi nella medicina e nell’agricoltura esoteriche – che evolverà poi nella biodinamica. Ecco come la de finisce l’associazione: «L’Agricoltura Biodinamica è una metodologia agricola fondata su solide conoscenze scientifiche, anziché su accidentali constatazioni tecnologiche». Solide conoscenze scientifiche. Cioè? «Paradossalmente il quanto di sostanza presente in una vacca e nella terra che la sostiene è pressoché lo stesso». Se non avete capito non è colpa vostra ma della scarsa familiarità con le leggi della biodinamica, che richiedono un po’ di allenamento alle parole d’ordine e il superamento del senso di estraniamento per accostamenti di parole che insieme non hanno molto senso. È il fascino seduttivo della messa in latino, dell’esoterico e dell’occulto.
Per apprezzare ancora meglio il mistero e il quanto della vacca, dobbiamo aggiungere che qualche mese fa stavamo per approvare una legge sulla agricoltura biodinamica – mentre ancora mugoliamo «ma gli ogm saranno sicuri?» O che il rimedio per liberarsi di eventuali infestazioni di topi è: catturate un topo abbastanza giovane e spellatelo per recuperarne la pelle. (Ci sono sempre abbastanza topi, ma devono essere topi di campo se volete fare questo esperimento). Ma dovete ottenere la pelle quando Venere è nel segno dello Scorpione. Così facevano gli antichi saggi, che mica erano stupidi con la loro “scienza istintiva”! Pensate che lo abbia inventato? Magari avessi questa fantasia. È la sesta lezione che Steiner ha tenuto il 24 giugno 1924. Se volete far crescere il ficus di casa o l’orto cantando e facendo riti strani, nessuno ha niente da obiettare. Ma lasciate stare le conoscenze scientifiche. Che poi mica tutto deve essere scientifico.
30 ottobre 2022 (modifica il 30 ottobre 2022 | 14:53)
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, 2022-10-30 13:56:00, Un tradizionalista amante della caccia alla volpe (finché non è stata bandita) rappresenta il vecchio o il nuovo?, Anna Meldolesi e Chiara Lalli