Carolina Rosi: «Papà Franco? Dovevo chiamarlo per nome!»

Carolina Rosi: «Papà Franco? Dovevo chiamarlo per nome!»

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di Emilia Costantini

L’attrice, figlia di Franco Rosi, vedova di Luca De Filippo, è protagonista con Tony Laudadio della commedia «Ditegli sempre di sì» di Eduardo De Filippo

«Franco? Difficile chiamarlo papà… d’altronde anche mamma Giancarla: se non li chiamavo per nome, neppure si voltavano». Carolina Rosi, figlia del grande regista, è in scena al Teatro Ambra Jovinelli, dal 2 al 13 novembre, con una divertente commedia di Eduardo De Filippo: Ditegli sempre di sì , con Tony Laudadio e la regia di Roberto Andò. Ma il debutto capita in un periodo particolare: il 15 novembre, infatti, coincide con i cento anni dalla nascita del padre. «E ne sono trascorsi già sette dalla sua scomparsa – afferma l’attrice – La mancanza della sua figura non è soltanto di tipo affettivo… mi manca soprattutto come interlocutore, come un punto di riferimento, di confronto importante, soprattutto in questa nostra epoca in cui, personaggi del suo calibro, sono piuttosto rari».

Perché lo chiamava per nome?

«Perché prima di tutto, sin da bambina, ero abituata a seguirlo sul set dei suoi film e poi, avendo iniziato a lavorare con lui come aiuto regista, in Cronaca di una morte annunciata, non era bello apostrofarlo come papà in mezzo alla troupe: avrei fatto proprio la figlia di papà…».

Un padre severo?

«Assolutamente no: il più dolce che potesse esistere. La sua severità non era mai fine a sé stessa, semmai era espressa attraverso il suo esempio di persona, di uomo. Era critico in modo costruttivo».

Mai un rimprovero?

«Me ne ricordo uno davvero singolare. Avevo da poco compiuto 18 anni e ovviamente mi capitava di uscire con i miei amici. Lui di solito andava a dormire molto presto, perché la mattina il set partiva prestissimo. Quella sera mi accompagna un ragazzo, della mia età, con la porche e, quando entro a casa, papà mi accoglie con una sonora sberla, cosa che non era mai successa!».

Per l’orario troppo tardo?

«No, perché dalla finestra evidentemente aveva visto che scendevo da quel macchinone, ed era infuriato… Mi disse: ma come è possibile che quel cretino del padre del tuo amichetto abbia messo in mano a un figlio diciottenne una macchina che costa un botto? È gente che non capisce il valore del denaro… In altri termini – continua Carolina – era un modo per dirmi di stare con i piedi per terra».

Rosi era molto amico di Eduardo…

«Avevo 8 anni quando andai con Franco a trovare il grande autore-attore nella sua casa campagnola a Velletri: Eduardo passò tutto il pomeriggio a giocare con me e con i tanti gatti da cui era circondato».

Un’altra forte mancanza è quella di Luca De Filippo, suo marito, purtroppo scomparso nel 2015…

«Un’assenza incolmabile. In un’edizione di Ditegli sempre di sì del 1997, feci l’aiuto regista di Luca. Stavolta impersono Teresina, la sorella del matto Michele, impersonato da Tony. La follia è, qui, una metafora: la commedia è del 1927, in pieno regime fascista, e proprio il titolo rappresenta l’impossibilità di dire quello che, all’epoca, si voleva dire e… non si poteva dire».

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30 ottobre 2022 (modifica il 30 ottobre 2022 | 08:14)

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, 2022-10-30 07:28:00, L’attrice, figlia di Franco Rosi, vedova di Luca De Filippo, è protagonista con Tony Laudadio della commedia «Ditegli sempre di sì» di Eduardo De Filippo, Emilia Costantini

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