Nuovo furto digitale sulla Carta del docente. Sottratti 950 euro a una maestra emiliana. Ci risiamo. L’ennesima vittima degli hacker stavolta è una maestra di una scuola primaria di Modena. La docente emiliana nei giorni scorsi si è vista sfilare sotto gli occhi la somma di 950 euro, praticamente la quasi totalità di due buoni annuali non spesi. L’insegnante stava per generare il buono per l’acquisto di un hardware, come consente la normativa nata nel 2015 con l’obiettivo di sostenere le spese dei docenti di ruolo – ma la magistratura ha più volte sancito con sentenze che il diritto spetta anche ai precari – nell’acquisto di software, di hardware, di corsi di aggiornamento, libri e tutto ciò che serve per la formazione del personale insegnante. Proprio al momento dell’accesso alla piattaforma l’insegnante malcapitata si accorge che la somma non è più presente nel portafoglio digitale. Al suo posto l’avviso che l’intero importo è stato speso da sconosciuti il 17 ottobre su Amazon. Saldo della carta docente: zero. Una bella botta.
La stessa identica esperienza era stata vissuta nei giorni scorsi da una docente, A D N , di Bianco in provincia di Reggio Calabria. Anche lei ci aveva chiesto l’anonimato soprattutto per evitare l’umiliazione cui molte persone spesso patiscono sui social, loro malgrado, ree di raccontare una storia che a parere di tanti esperti non può essere veritiera. Nel caso raccontato nei giorni scorsi, alla professoressa è stato addebitato da tanti suoi colleghi la responsabilità di avere lasciato la piattaforma aperta a scuola a beneficio da malevoli colleghi che le avrebbero sottratto la somma per poi generare i buoni Amazon per infine procedere indisturbati all’acquisto di prodotti a spese altrui, oppure di essere stata defraudata dai congiunti, dai parenti e per tacer d’altro. Secondo tanti docenti che animano le discussioni sui social, inoltre, la professoressa di Bianco avrebbe potuto facilmente contattare Amazon per risalire all’acquirente truffatore per poi consegnarlo alle patrie galere. Se non fosse che Amazon in questi casi oppone la più ferrea resistenza a tutela, a suo dire, della privacy di ognuno dei propri clienti. E infatti la docente di Bianco non ha ottenuto alcuna notizia in meito ai suoi 500 euro, prelevati e spesi da sconosciuti. A lei non è rimasto che recarsi dai Carabinieri della locale Stazione per raccontare e far verbalizzare l’accaduto.
Il nostro articolo, che ha fatto il giro delle redazioni, è finito sulla scrivania dei Carabinieri emiliani. La docente modenese a cui hanno rubato 950 euro, infatti, dopo avere contattato inutilmente Amazon, sì è recata in caserma e tra i documenti prodotti nella speranza di potere rientrare in possesso della somma, ha fatto acquisire il nostro servizio, che è stato letto con interesse dalle forze dell’ordine, i quali hanno sottolineato la preoccupazione per i tanti episodi che si stanno moltiplicando. La docente emiliana ha pure fatto mettere a verbale che il servizio Assistenza della Carta del docente, immediatamente contattato nei giorni scorsi, le ha ammesso che sono tanti i casi segnalati negli ultimi giorni un po’ in giro per l’Italia, l’ultimo a Bologna: “Mi hanno fatto capire che il fenomeno è molto diffuso”, ci conferma la docente modenese, che è visibilmente dispiaciuta per l’accaduto. “Hanno speso tutto su Amazon. Io non ho mai acquistato nulla su Amazon con i buoni della Carta, so che è una procedura farraginosa, che prevede tanti step da superare per convertire il buono docente in buono Amazon. Per fare acquisti con la Carta, nel passato, non ho mai utilizzato il pc, ho sempre usato il cellulare. Qui si tratta, come mi hanno detto, del furto dell’identità digitale. E ora? I Carabinieri le hanno consigliato di rivolgersi al Mim, poiché sembrerebbe che Amazon non sarebbe tenuto ad alcuna azione a tutela di chi ha perso i soldi in maniera fraudolenta. Il Servizio Assistenza della Carta ha intanto aperto un fascicolo contro ignoti. Le professoresse colpite e che abbiamo intervistato consigliano intanto i colleghi di tutta Italia di verificare eventuali ammanchi sospetti nel proprio portafoglio digitale della Carta del docente.