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di Enrico Marro03 giu 2022
In Italia ci sono 19 milioni di contribuenti con almeno una cartella esattoriale: 16 milioni le persone fisiche (di cui 2,5 milioni partite Iva) e 3 milioni le società. Contribuenti che non hanno pagato imposte, contributi o semplici multe. Dentro c’è un po’ di tutto, spiega il direttore dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione, Ernesto Maria Ruffini: «Evasori che hanno cercato di nascondersi ma sono stati trovati; evasori che hanno agito alla luce del sole, dichiarando i propri redditi, ma che non sono riusciti a pagare, complice la crisi; evasori anche di piccoli importi, che pagati contribuirebbero però al bene dei conti pubblici».
Tre rottamazioni
Il problema riguarda così tante persone che non può sorprendere che sia stato affrontato con ripetuti provvedimenti di sanatoria, le «rottamazioni», cioè il pagamento a rate e senza sanzioni e interessi di mora (per un risparmio tra il 30 e il 40% del dovuto) delle cartelle accumulate fino a quel momento: la prima fu varata dal governo Renzi nel 2016, la seconda dal governo Gentiloni nel 2017. Poi, in questa legislatura, il governo Conte 1 ha varato la rottamazione ter e il «saldo e stralcio», cioè la cancellazione automatica delle vecchie cartelle (2000-2010) di piccolo importo (fino a mille euro): un condono che ha cancellato ben 75 milioni di cartelle.
Pressing per la quarta sanatoria
I termini per aderire all’ultima rottamazione sono stati più volte riaperti, fino al decreto Sostegni-ter del governo Draghi che ha previsto la riammissione per i contribuenti che non hanno versato entro il 9 dicembre 2021. Insomma, da sei anni siamo in una sorta di sanatoria permanente. Nonostante ciò, alcune forze politiche invocano la rottamazione quater e altro ancora. Dice il leader della Lega, Matteo Salvini: «Ho chiesto a Draghi una grande operazione di pace fiscale, rottamazione, saldo e stralcio delle cartelle». Emendamenti in questo senso vengono annunciati al decreto legge Aiuti, all’esame del Senato. I 5 Stelle propongono un’ulteriore riapertura dei termini per la rottamazione ter. E, per non lasciare tutto il campo ai gialloverdi, anche Italia viva ha annunciato emendamenti per ampliare le possibilità di rateizzare le cartelle.
Otto cartelle a testa
Sicuramente le varie forme di rottamazione hanno incontrato un certo interesse. Almeno all’inizio, ma poi circa la metà dei contribuenti, pagate le prime rate, smette. È così anche per la rottamazione ter: su 1,2 milioni di aderenti, 700mila non hanno rispettato la scadenza del 9 dicembre 2021 e, anche dopo la riapertura dei termini, meno della metà dei 500mila interessati ha pagato entro il nuovo termine del 9 maggio scorso. Si incasserà così molto meno dei 2,4 miliardi previsti per il 2022-23. Facendo un bilancio di tutte le tre sanatorie, «solo 3 milioni di cittadini hanno usufruito delle rottamazioni, per un incasso di 20 miliardi, mentre la montagna di debiti da riscuotere è ancora lì», sottolinea Ruffini. La montagna, infatti, somma l’incredibile cifra di 1.100 miliardi di euro. Tanto valgono i circa 150 milioni di cartelle mai pagate: in media, quasi 8 per ciascuno dei 19 milioni di contribuenti debitori. Cartelle accumulate nei 22 anni di attività dell’Agenzia. Con le rottamazioni ne sono state definite solo 11 milioni. «In nessun Paese occidentale – incalza Ruffini – le cartelle vengono conservate così a lungo: in media non si va oltre i 3-5 anni, in modo da concentrare l’attività sui debiti più recenti, con più probabilità di essere riscossi» e che, dice lo stesso direttore, non superano i 100 miliardi di euro.
Evasione per 106 miliardi l’anno
Nonostante le rottamazioni, restano ancora 140 milioni di cartelle. «È come aver accettato che non si può riscuotere», dice Ruffini. Ma è l’ultimo dato che fornisce quello che fa riflettere di più: «Mediamente, ogni anno, per 10 miliardi di euro di cartelle che riusciamo a riscuotere, ci vengono affidati circa 80 miliardi di crediti da riscuotere». E allora non c’è rottamazione che tenga. L’evasione è ancora troppo diffusa. Sottrae circa 106 miliardi di euro l’anno alle casse pubbliche, secondo le stime del governo. Bisogna ridurre la propensione a non pagare le tasse. Semplificando le norme, riformando il sistema secondo criteri di equità, incrociando le banche dati. Senza trascurare che le sanatorie ricorrenti sono uno schiaffo per i contribuenti onesti e un incentivo a evadere.
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, 2022-06-03 19:47:00, Ruffini (Entrate): smettono di versare dopo le prime rate. Non in regola in 19 milioni, Enrico Marro