di R.I.
La testimonianza raccolta dai magistrati che indagano sulla morte di Alice, sorella del killer. Per la perizia psichiatrica il 42enne era seminfermo di mente. Nelle carte spunta anche una seconda ex che sarebbe stata strangolata
Non solo la sorella Alice, uccisa sotto casa a Genova l’1 maggio 2022 dopo mesi di minacce. Alberto Scagni, 42 anni, avrebbe voluto ammazzare anche l’ex fidanzata. L’elemento emerge da alcuni interrogatori contenuti come allegato alla perizia psichiatrica sul killer voluta dal gip. La perizia ha stabilito una sostanziale seminfermità mentale dell’uomo, cosa che potrebbe garantirgli uno sconto di pena, ma non di tale portata da evitargli di andare a processo.
Il documento
Nel corposo documento viene ricordato a più riprese come una ex fidanzata di Scagni avesse raccontato alla sorella Alice di essere stata strangolata da lui. Ma se quello è un racconto «riportato» da terzi ancora più significativa è la testimonianza diretta, resa pochi giorni dopo l’omicidio, di un’altra donna che con Scagni aveva avuto una lunga relazione. «Eravamo in macchina insieme, faceva discorsi strani, notai che stava prendendo delle deviazioni dal percorso stabilito, non ricordo precisamente le sue parole ma mi fece chiaramente capire che aveva intenzione di uccidermi, era in preda a una sorta di follia lucida», racconta la ex fidanzata. Ciò che accadde oltre cinque anni fa era legato al contesto di una relazione tossica, dove Alberto Scagni viene descritto come «ossessivo, geloso e controllante», dove la ragazza dice di essersi trovata «soggiogata psicologicamente» tanto da smettere di mangiare e non riuscire a interrompere la storia «per timore delle sue reazioni violente».
Relazione tossica
L’episodio dell’auto avviene all’indomani di un pranzo in famiglia: «Alberto per scherzo mi chiese di sposarlo, davanti ai suoi genitori, con un anello che poi si era rivelato finto, io abbozzai ma in quel momento mi resi conto che volevo fuggire da quella situazione, lui percepì il mio disagio e il giorno dopo mi chiese di incontrarci per chiarire». Anche i colloqui di Scagni con gli psicologi, in carcere, coincidono con quanto rivelato dalla ex. «La vicenda dell’anello le aveva aperto gli occhi, giustamente» racconta lui sminuendo però l’importanza della relazione.
La fuga
La donna che in quell’occasione era riuscita a scappare dall’auto grazie a una coincidenza fortuita (un’altra auto che si è messa di mezzo, rallentando la corsa di Scagni e permettendole di lanciarsi fuori), getta racconta anche di avere cercato aiuto rivolgendosi alle forze dell’ordine: «Mi informai su come avrei potuto procedere nei suoi confronti e soprattutto su come proteggermi da situazioni analoghe ma poi lasciai perdere, mi pareva di aver enfatizzato l’episodio o forse perché le forze dell’ordine a cui mi ero rivolta avevano sminuito la portata dell’evento». Sull’omicidio di Alice Scagni la procura di Genova ha aperto due inchieste, una per omicidio e una su possibili omissioni da parte della polizia e dell’igiene mentale, visto che i genitori di Alberto accusano entrambe le istituzioni di non avere ascoltato le loro richieste di aiuto, persino il giorno del delitto.
21 ottobre 2022 (modifica il 21 ottobre 2022 | 15:40)
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, 2022-10-21 13:43:00, La testimonianza raccolta dai magistrati che indagano sulla morte di Alice, sorella del killer. Per la perizia psichiatrica il 42enne era seminfermo di mente. Nelle carte spunta anche una seconda ex che sarebbe stata strangolata, R.I.