di Laura Aldorisio
Igor Iacopini, originario di Fermo, ha aperto due ristoranti a Londra per rilanciare i sapori della sua terra. Un’idea che ha coinvolto inizialmente anche giovani delle nostre scuole alberghiere ingaggiati come camerieri
Nel cuore di Londra pulsa una vena marchigiana. Un ristorante recita come insegna Rossodisera. Il men in dialetto e i piatti proposti sono solo della tradizione delle Marche. Il successo ha cos confermato la scelta che, oltre al primo punto a Covent Garden, ora un presidio stato aperto anche a Hampstead. La storia ha inizio sedici anni fa, quando Igor Iacopini, originario di Fermo, si accorge che gli stranieri difficilmente hanno la possibilit di ritrovare la qualit dei cibi, assaggiati in vacanza in Italia, quando fanno ritorno alla loro quotidianit.
Iacopini assieme ai suoi primi soci tiene sotto osservazione Londra, individuata come la possibile culla del nuovo progetto. Osserva i flussi dei turisti, la clientela dei ristoranti italiani nel centro ed esplora diverse dinamiche. Cos dopo business plan, ricerche e investimenti, possono nascere mattone dopo mattone le pareti di Rossodisera, ancora adesso l’unico ristorante marchigiano in tutto il Regno Unito. Era il nostro sogno – spiega – e ha trovato un varco per essere realizzato. Abbiamo allestito il locale con dei pezzi di un casolare di campagna appartenuto alla mia famiglia: mattoncini, travi e tutto quello che poteva essere trasportato. Quel che sorprende che i clienti perdono la cognizione del tempo e del luogo quando varcano la nostra soglia. La connotazione sempre stata molto nostrana, dalla scelta dei piatti, alle scritte del men, fino alla provenienza dei camerieri, strettamente marchigiani: Era semplice, data la nostra provenienza, stringere rapporti con gli Istituti alberghieri, sostenere colloqui con i ragazzi, individuare chi potesse fare al caso nostro e proporre un posto di lavoro a Londra. Tutto questo fino all’avvento della Brexit, un evento spartiacque anche per Rossodisera. Alla crisi dovuta alla pandemia, che ha costretto Iacopini a tenere le porte chiuse per tredici mesi nel corso di due anni, si aggiunta questa aggravante. L’evento politico ha stravolto la vita del ristorante e di molti dei ragazzi che si sono visti costretti a lasciare il posto e tornare nelle Marche perch non rispondevano pi ai criteri dell’immigrazione stabiliti da Londra.
cos che Iacopini ha assunto nuovi dipendenti locali, ma questo ha determinato un cambiamento radicale: il men ora tradotto anche in inglese e i primi a cui dover far assaporare i cibi marchigiani e a cui insegnarne la particolarit sono i dipendenti stessi. Ad esempio, far capire loro che cosa sia “il sugo finto”, che come una salsa di pomodoro, o le olive ascolane non una passeggiata, non cos immediato. Ma fondamentale che comprendano loro per primi perch sono il nostro volto di fronte ai clienti.
Il raddoppio
La pandemia ha anche portato la coscienza che fosse necessario un secondo locale con pi spazio e in un quartiere pi residenziale. Cos oltre a Covent Garden, dove durante il lockdown vigeva lo smartworking, i teatri erano chiusi e i turisti assenti, sono sbarcati a Hampstead. Le caratteristiche sono le stesse del primo punto di ristorazione, le ricette anche, cos come la mano degli chef. Ma c’ una novit. Rossodisera punta a essere la casa delle Marche a Londra, un posto accogliente che possa essere l’abbraccio dei compaesani ad aziende o a enti territoriali che vogliano essere ambasciatori delle qualit marchigiane. Un porto sicuro, insomma, per chi sbarca a Londra, ma non vuole allontanarsi dai propri sapori.
9 febbraio 2023 (modifica il 9 febbraio 2023 | 01:43)
© RIPRODUZIONE RISERVATA