di Lara Sirignano
L’inchiesta choc della Guardia di Finanza: le accuse sono traffico di stupefacenti e corruzione. «Vendute ai narcos le sostanze sequestrate dalle forze dell’ordine, il rapporto con i boss era stabile e duraturo»
Grazie al loro ruolo avevano libero accesso ai depositi in cui veniva conservato lo stupefacente sequestrato. Sottrarre hashish e cocaina e rivenderli a «professionisti» del settore era un gioco da ragazzi per i poliziotti arrestati oggi con l’accusa di traffico di stupefacenti, corruzione e peculato nel corso di due diverse indagini: una dei pm di Siracusa, l’altra della Procura di Catania. Gli inquirenti hanno scoperto una vera e propria organizzazione criminale che per anni avrebbe rifornito le piazze di spaccio con le sostanze finite sotto sequestro.
In carcere sono finiti Rosario Salemi, 51 anni, poliziotto in pensione, e Giuseppe Iacono, 58 anni, in servizio alla Polfer di Siracusa. Il gip ha anche disposto nei loro confronti il sequestro complessivo di oltre 500mila euro, somma che mai, secondo la Procura, avrebbero potuto accumulare con il solo stipendio della polizia. Ai domiciliari sono finiti invece il vice ispettore di Polizia Claudia Catania, 54 anni, e il quarto complice dell’organizzazione, Vincenzo Santonastaso, 54 anni. Nell’inchiesta è coinvolto anche un carabiniere, denunciato per rivelazione di notizie riservate.
L’inchiesta, svolta dalla Guardia di Finanza di Siracusa, ha scoperto che due dei poliziotti, per anni assegnati alla sezione antidroga della Squadra Mobile di Siracusa, avevano rapporti con la famiglia di uno dei più grossi trafficanti siracusani, poi passato tra i ranghi dei collaboratori di giustizia. Tra il 2011 e il 2018 gli indagati — spiegano i magistrati — «avrebbero contribuito a rifornire abitualmente le piazze di spaccio» proprio grazie ai legami stretti con le associazioni criminali della zona.
Il piano escogitato era semplice: i poliziotti vendevano ai narcos parte della sostanza stupefacente sequestrata dalle forze dell’ordine e fatta sparire dopo le analisi di laboratorio. La droga veniva intercettata prima che finisse nel deposito all’ufficio Corpi di reato del Tribunale di Siracusa. Per evitare che qualcuno si accorgesse del furto veniva sostituita con oggetti di ogni genere: mattoni di terracotta al posto dei panetti di hashish, mannitolo piazzato dove doveva trovarsi la cocaina.
Gli indagati inoltre informavano i trafficanti delle indagini che la Procura di Siracusa e la Dda di Catania svolgevano, passando alle organizzazioni criminali sistematicamente notizie sulle intercettazioni disposte, sulle microspie piazzate dalle forze dell’ordine e sulle soffiate dei pentiti. Nelle tasche dei poliziotti arrestati, legati ai narcos, dicono i pm, da uno «stabile e duraturo rapporto» non sarebbe finito solo il denaro ricavato dalla vendita della droga ma un vero e proprio stipendio mensile per le informazioni riservate rivelate ai complici: da qui l’accusa di corruzione.
18 ottobre 2022 (modifica il 18 ottobre 2022 | 12:20)
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, 2022-10-18 13:32:00, L’inchiesta choc della Guardia di Finanza: le accuse sono traffico di stupefacenti e corruzione. «Vendute ai narcos le sostanze sequestrate dalle forze dell’ordine, il rapporto con i boss era stabile e duraturo», Lara Sirignano