di Paola Di CaroIl leader di Noi con l’Italia: «Bisogna saper mediare o rischia il Paese». «Non mi è piaciuto neppure l’aut aut che ha posto la sottosegretaria Guerra in Commissione»
Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia, con il vostro voto sulla riforma del catasto avete salvato il governo ma spaccato il centrodestra: vi siete presi due belle responsabilità…
«Noi non abbiamo salvato nessuno. Abbiamo continuato a fare come sempre una politica seria che ha a cuore il bene comune, un dovere da parte di un partito di centro del centrodestra, e dunque abbiamo votato nel merito».
Secondo i suoi alleati il merito era sbagliato, perché l’obiettivo è imporre nuove tasse agli italiani.
«Ma non è assolutamente così. Intanto non è una riforma ma una fotografia aggiornata sui 75 milioni di edifici in Italia, da valutare da qui al 2026, che aiuterà a essere meno iniqui e meno ingiusti e non potrà avere nessuna incidenza sull’aumento di tasse già troppo alte sulla casa. Se una responsabilità vera l’abbiamo assunta, è stata di dire, dall’inizio, che quello era un buon articolo e che dovevamo essere noi del centrodestra a sostenerlo. Proprio perché siamo da sempre per impedire patrimoniali sulla casa».
E a cosa servirà?
«Ad avere un quadro chiaro del patrimonio immobiliare italiano, a evitare che in futuro si possa assistere a disuguaglianze clamorose per cui una casa nuova in periferia abbia una rendita molto più alta di altre che magari 50 anni fa erano considerate popolari ma oggi valgono milioni. Nel 2026 chi governerà, e io spero il centrodestra, avrà uno strumento formidabile per abbassare le tasse sulla casa e renderle più eque».
Resta che il centrodestra si è spaccato.
«In questi 4 anni siamo sempre stati leali al centrodestra, ma è stato Salvini a dire qualche settimana fa che si è sciolto come neve al sole… E che bisogna ricostruirlo. Noi vogliamo che ritrovi la sua identità, ma non su battaglie minori e sbagliate. Nel merito e nel metodo, perché esiste anche un contesto di cui tenere conto, e quello di questi giorni è drammatico. È incomprensibile che forze popolari come FI, che in Consiglio dei ministri avevano votato sì a questa riforma, ora si trovino a inseguire Lega e FdI, che fa il suo giusto mestiere di opposizione».
Perché lo fanno?
«Me lo chiedo anche io. Perché non possiamo dare segnali così contraddittori: se si fa parte di un governo di unità nazionale bisogna essere pronti a mediazioni e le forze moderate devono essere le prime a farsene interpreti. Non si ricostruisce il centrodestra, coalizione e non partito unico, rincorrendo FdI e Lega, ma rafforzando la nostra identità, con concretezza equilibrio e serietà».
Lei crede che l’obiettivo sia il governo Draghi?
«Spero e credo di no, perché sono state le forze politiche a dire in coro che Draghi non poteva andare al Quirinale essendo l’unico in grado di tenere assieme un governo in un momento delicato, che oggi lo è diventato ancor più. Ma devo dire anche che come non mi è piaciuto il voto, non mi è piaciuto nemmeno che la sottosegretaria Guerra in commissione, luogo dove ci si confronta nel merito tra posizioni legittime, abbia posto un aut aut che non favorisce avvicinamenti e intese. Serve capacità di mediazione da parte delle forze politiche, ma anche da parte del governo. O a rischiare è il Paese».
4 marzo 2022 (modifica il 4 marzo 2022 | 22:21)
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, 2022-03-05 07:02:00, Il leader di Noi con l’Italia: «Bisogna saper mediare o rischia il Paese». «Non mi è piaciuto neppure l’aut aut che ha posto la sottosegretaria Guerra in Commissione», Photo Credit: , Paola Di Caro
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