Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, in una lunga intervista rilasciata al “Venerdì” de La Repubblica, parla del suo operato a Viale Trastevere.
Nel suo ruolo di ministro, Valditara enfatizza l’importanza del lavoro e della libertà nel percorso educativo. “La scuola deve educare alla libertà, e lo fa attraverso la cultura, la preparazione disciplinare e umana. Deve insegnare la bellezza del lavoro”, afferma. Un’idea che contraddice la visione prevalente secondo cui la scuola serve principalmente a preparare gli studenti per il mondo del lavoro.
Valditara si distingue anche nel campo della letteratura, opponendosi alle proposte di ridurre lo studio di autori classici come Manzoni e Verga. Ribadisce l’importanza di esplorare le nostre radici culturali e suggerisce di prestare maggiore attenzione alle autrici, citando esempi come Elsa Morante, Matilde Serao e Alda Merini.
La sua visione per il futuro delle infrastrutture scolastiche include aule accoglienti per i docenti e un piano di ristrutturazione finanziato dal Pnrr. “Perché non si può fare adesso che ci sono finanziamenti importanti? Gli ambienti devono essere belli, perché il bello favorisce la concentrazione e rende più stimolante l’ambiente di lavoro e di studio”, suggerisce.
Riguardo al dibattito sull’uso dei cellulari in classe, Valditara sottolinea il rispetto come fattore chiave. Secondo lui, i cellulari possono essere usati, ma sotto la guida del docente, e non per usi inappropriati.
Infine, il Ministro sottolinea la sua apertura al dialogo con i sindacati, compresa la Cgil. “Spero bene, voglio il dialogo con tutti”, conclude. Nel suo ruolo, Valditara continua a portare una visione unica e progressista al ministero dell’Istruzione e del Merito.
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