Cellulari e pc, dove buttarli? I rifiuti elettronici tra isole ecologiche e negozi

Cellulari e pc, dove buttarli? I rifiuti elettronici tra isole ecologiche e negozi

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di Enzo Riboni

I «Raee» sono più di un milione di tonnellate all’anno. Ma smaltire apparecchi elettrici e elettronici non è facile. In aiuto le leggi e i consorzi di aziende per la gestione

Compri un frigorifero, una lavatrice, un televisore e il venditore ti ritira quello vecchio? Lo consideri un favore, ma è solo l’ottemperare a una legge del 2010 che stabilisce il principio del cosiddetto «Uno a uno». Comunque sia, in questo modo si sta tranquilli, perché l’apparecchio non andrà disperso nell’ambiente. Tutto diventa più complicato per la salute del Pianeta (e dell’economia) con i piccoli elettrodomestici – frullatori, aspirapolvere, tostapane – e con l’elettronica di consumo – pc, cellulari, tablet, mouse, modem, chiavette, caricabatterie – oltre che, per esempio, con le lampade fluorescenti e le pile. Non si sa mai dove buttarli: nella plastica/metalli, nell’indifferenziato? Nel dubbio li si infratta in qualche posto in casa o in cantina. Al punto che, mediamente, ogni famiglia italiana ha chiuso da qualche parte otto apparecchi elettrici ed elettronici in disuso.

Insomma, non si tratta di spazzatura qualsiasi, i Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) devono essere conferiti seguendo quanto indicato dalla legge. Il problema è che questi Raee, in Italia, vengono prodotti in quantità inimmaginabile: più di un milione di tonnellate all’anno, quasi 18 chilogrammi per abitante, nonni e neonati compresi. Allargando la vista a tutto il mondo, il totale di rifiuti elettronici prodotti supera i 50 milioni di tonnellate e solo il 20% viene smaltito correttamente. E il trend è in aumento.

Il conferimento

Ovviamente il primo passo per far bene e per migliorare le cose sta proprio nel conferire adeguatamente i rifiuti. «Per questo – commenta Walter Camarda – i produttori di quegli apparecchi devono affidarsi sempre più a chi lo fa per mestiere». Camarda è il presidente di Ecolight, un consorzio di 2.100 aziende produttrici (non solo chi costruisce gli apparecchi, anche la grande distribuzione), che è una dei maggiori sistemi collettivi per la gestione dei Raee.

Il ciclo produttivo

«Noi – spiega – raccogliamo quei rifiuti e li trasportiamo nei centri di raccolta dove vengono trattati per rientrare nel ciclo produttivo, in una logica di economia circolare. Affinché le cose funzionino bene dobbiamo essere in grado di selezionare i trasportatori più seri, quelli che non abbandonano i rifiuti nell’ambiente, in un bosco, tanto per capirci. Quindi dobbiamo controllare tutta la catena, dalla raccolta alla consegna e selezionare opportunamente i centri di trattamento a cui far confluire i Raee». Una procedura che, nel 2021, ha permesso a Ecolight di gestire 24mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici e di centrare un tasso record di recupero: oltre il 95%. Dove «recupero» significa separare i materiali di cui sono composti – come rame, ferro, acciaio, alluminio, argento, oro, piombo, mercurio, oltre a plastica, vetro e legno – evitando uno spreco di risorse che possono essere riutilizzate per costruire nuove apparecchiature.

Le isole ecologiche

Ma il cittadino virtuoso dove deve «conferire» questi rifiuti? «L’indicazione – precisa Camarda – è di portarli in un’isola ecologica comunale dove deve esserci almeno un contenitore per Raee. Tuttavia, soprattutto nelle grandi città, questa opzione può essere molto scomoda. La seconda strada è invece di sfruttare un decreto del 2016 che introduce la procedura dell’«Uno contro zero»: nei negozi con almeno 400 metri quadrati di superficie di vendita può essere rilasciato qualunque piccolo apparecchio Raee senza obbligo di acquisto. Noi però, in più, offriamo una terza via, quella delle EcoIsole».

Si tratta di trentadue contenitori automatizzati posti vicino a grandi strutture di vendita. Per ora solo di otto Municipi di Milano, che pur hanno già gestito 25 tonnellate: ci si identifica con la tessera sanitaria, si digita il tipo di apparecchio da smaltire e così si apre lo sportello adatto in cui gettare. «Certo – conclude Camarda – queste isole sono ancora molto poche, stiamo cercando il sostegno dei comuni per diffonderle almeno in tutte le grandi città».

29 maggio 2022 (modifica il 30 maggio 2022 | 05:59)

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, 2022-05-30 04:00:00, I «Raee» sono più di un milione di tonnellate all’anno. Ma smaltire apparecchi elettrici e elettronici non è facile. In aiuto le leggi e i consorzi di aziende per la gestione, Enzo Riboni

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