Centristi delusi e nemici del M5S. Su chi vorrebbe puntare Renzi per fare il «Polo del buonsenso»

Centristi delusi e nemici del M5S. Su chi vorrebbe puntare Renzi per fare il «Polo del buonsenso»

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di Maria Teresa MeliIl leader di Italia viva: «È un polo al quale dobbiamo lavorare e che tra il 2023 e il 2028 salverà l’Italia come abbiamo fatto con Draghi»

Gli occhi dei leader italiani sono puntati sull’Ucraina ma manca pochissimo alle elezioni comunali (si terranno entro maggio), senza contare che anche quelle politiche si stanno avvicinando. Saranno a marzo del prossimo anno, e dodici mesi per preparare elezioni così importanti non sono niente. Per questo, nonostante l’emergenza internazionale, le urne restano l’assillo dei partiti. Specialmente di quelli renitenti all’abbraccio con i Cinque Stelle da una parte, e con Matteo Salvini e Giorgia Meloni dall’altra. Perciò Matteo Renzi ci riprova e lancia una nuova sfida. Quella del «polo del buonsenso».

Dice l’ex premier: «Faccio una considerazione che toc
c
a anche il rapporto politico con Forza Italia e con le altre forze politiche che stanno al centro dello schieramento. Si sta andando alle elezioni del 2023 e serve buon senso o ci ritroveremo nelle mani degli opposti estremismi». Quindi Renzi prosegue così: «Questo polo del buonsenso io ho l’impressione che ci sia già, ma non ha un leader, perché i vari leader che ci sono e immaginano di rappresentarlo non lo rappresentano. È un polo al quale dobbiamo lavorare e che tra il 2023 e il 2028 salverà l’Italia come abbiamo fatto con Draghi».

Dunque, dopo essersi rivolto al Pd, qualche settimana fa, nell’assemblea nazionale del suo partito, ora l’ex premier concentra la sua attenzione su Forza Italia. Renzi sa che tra gli azzurri c’è forte disagio nei confronti di compagni di viaggio come Salvini e Meloni. Ed è soprattutto a quel pezzo di FI che lancia il suo appello. Certo, il leader di Iv è ben conscio del fatto che anche se Forza Italia scricchiola non è assolutamente detto che esploda. E che l’eventuale processo di allontanamento di personalità come Mara Carfagna potrebbe richiedere tempi lunghi. Del resto, non è un caso che proprio per mostrare la loro compattezza gli azzurri abbiano indetto a Roma, per l’8 e il 9 aprile, una due giorni che si chiuderà con un intervento di Silvio Berlusconi.

Renzi ha potuto constatare personalmente quanto sia difficile costruire un percorso comune con FI o con una sua parte. Fino a qualche mese si dava per certo l’accordo tra Iv e Forza Italia per la candidatura di Davide Faraone a sindaco di Palermo, ma proprio in questi giorni Gianfranco Micciché ha deciso per un candidato del suo partito, Francesco Cascio. Ma non è solo sui dirigenti che Renzi concentra la sua attenzione: la posta in gioco è anche l’elettorato di FI in fuga o disorientato. Il leader di Italia viva è convinto che prima delle elezioni qualcosa si muoverà. Anche nel campo giallorosso: «Non è scontato che i Cinque Stelle, così come li abbiamo conosciuti, arrivino alle elezioni del 2023», è una frase che gli si sente ripetere spesso.

Nel centro che ancora non è nato le frizioni sono però molto forti. Carlo Calenda e Renzi sono ai ferri corti. E da quando l’ex premier ha definito «i 7 nani» i vari leader di quell’area, raccontano che nemmeno le relazioni con Giovanni Toti siano propriamente idilliache. Ma lo scontro vero è con il numero uno di Azione, che sfida Renzi sul suo stesso terreno, rivolgendosi anche lui a una parte di Forza Italia (oltre che al Pd) e proponendo, come ha fatto ieri, un «polo della serietà» contro i «populisti» dei Cinque Stelle e i «sovranisti» di Meloni e Salvini.

12 marzo 2022 (modifica il 12 marzo 2022 | 21:38)
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, 2022-03-12 20:40:00, Il leader di Italia viva: «È un polo al quale dobbiamo lavorare e che tra il 2023 e il 2028 salverà l’Italia come abbiamo fatto con Draghi», Photo Credit: , Maria Teresa Meli

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