di Fabrizio Caccia
Per crescere nei sondaggi aumentano i distinguo, tra sanzioni, programmi e scostamento di bilancio. La competizione interna potrebbe favorire la squadra
Lei le definisce «sfumature». Lui nega qualsiasi contrapposizione: «Un duello tra di noi? Non so a cosa ci si riferisca». Eppure nella terz’ultima domenica pre-elettorale, al Forum di Cernobbio, i due front-runner del centrodestra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, hanno continuato a marcarsi e smarcarsi tra loro, anche se sul palco hanno cercato di smussare alcune differenze. Per esempio sulla Russia. «Se l’Italia si sfila da sanzioni e armi perde credibilità», ha detto Meloni, che sin dall’inizio ha posto la fedeltà al patto atlantico come pre-condizione dell’asse con Lega e Forza Italia. E Salvini, più critico, ha ricordato che è il caso di chiedersi se le sanzioni «danneggino più chi le fa che chi le subisce». Ma precisando che «noi della Lega abbiamo sempre votato le sanzioni e il loro mantenimento» e la posizione del centrodestra è univoca. Per Antonio Tajani, che considera le misure contro Mosca «inevitabili», le divisioni nella coalizione sono «una barzelletta».
Insomma, si va avanti così da settimane, tra scintille e aggiustamenti, tra professioni di unità e distinguo mirati, come a Cernobbio, con un occhio alla platea e l’altro ai sondaggi. E forse non si tratta solo di giocare a trovare le differenze tra i programmi dei tre alleati, quanto di strategie. Forse ieri Salvini aveva in mente l’ultima rilevazione settimanale di Termometro Politico con il 51% degli intervistati convinto che l’Italia dovrebbe modificare l’atteggiamento verso la Russia. Il leader del Carroccio parla al suo elettorato? La competizione interna potrebbe anche giocare a favore della squadra: per i tre partiti, marciare a volte divisi può voler dire colpire uniti elettorati diversi.
Così anche sui temi dell’economia: sullo scostamento di bilancio per esempio Meloni a Cernobbio ha ripetuto il suo no, Salvini invece insiste («proteggiamo l’Italia e le famiglie»). Salvini e Berlusconi nelle ultime settimane sembrano molto impegnati nella rincorsa al primato della Meloni, di gran lunga in testa nei sondaggi. E i distinguo si notano di più su giustizia, immigrazione, reddito di cittadinanza.
Partiamo proprio da qui. La Meloni lo vuole abolire «perché è culturalmente sbagliato». Lega e Forza Italia puntano a «rimodularlo». Sono 3,5 milioni in Italia i percettori di reddito di cittadinanza, di cui 2,3 milioni nel Mezzogiorno. «Il reddito deve restare alle persone che sono povere e a cui ha dato la possibilità di vivere — dice il Cavaliere —. Dobbiamo invece vedere di modificare la situazione con i giovani». E così Salvini: «Lo lasceremo a chi non può realmente lavorare, ovvero a disabili, minorenni, anziani con la pensione di cittadinanza».
Capitolo migranti: Giorgia Meloni ha più volte parlato di «blocco navale», Salvini lo scarta: «Nel programma non c’è nessun blocco navale, non facciamo la battaglia navale con i sommergibili ci sono i decreti sicurezza». Berlusconi ricorda l’efficacia del patto con Gheddafi in Libia.
Anche sulla giustizia non c’è unanimità. L’ultima lite è sull’immunità parlamentare. FdI, con l’ex magistrato Carlo No rdio vorrebbe reintrodurla («Aveva ragione Bettino Craxi»). La Lega con Giulia Bongiorno, è tranchant: «Non è nel programma». E se l’autonomia è imprescindibile per il Carroccio, FdI avverte «niente fughe in avanti».
(modifica il 4 settembre 2022 | 23:39)
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, 2022-09-04 21:42:00, Per crescere nei sondaggi aumentano i distinguo, tra sanzioni, programmi e scostamento di bilancio. La competizione interna potrebbe favorire la squadra, Fabrizio Caccia