Centrodestra, i conti aperti della coalizione. Vertice alla Camera per mediare

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di Paola Di CaroMercoledì i tre leader Berlusconi, Salvini e Meloni si confronteranno sui dossier più divisivi: il nome per il candidato premier e il criterio per la divisione dei candidati nei collegi Enrico Letta ha già lanciato la sua sfida, ora la risposta sta al centrodestra. Che salvo incredibili colpi di scena si presenterà unito e che sembra partire in pole position nella corsa al voto, ma che ha ancora problemi delicati da risolvere. Si proverà a farlo mercoledì, in un vertice con tutti i leader a Montecitorio, dove Silvio Berlusconi tornerà dopo diciassette mesi dall’ultima presenza, quella per partecipare alle consultazioni del premier Mario Draghi. La scelta del luogo è certamente una mano tesa a Giorgia Meloni, che aveva chiesto un incontro in una sede «istituzionale» e non nella pur accogliente dimora del Cavaliere. Ma adesso bisognerà capire quale sarà la mediazione su due nodi cruciali — premiership e distribuzioni dei collegi uninominali — che dovrà mettere tutti d’accordo per presentarsi coesi e senza polemiche alle elezioni. Non sarà facile, perché al di là della formula che verrà trovata nel vertice, le posizioni restano diverse. Non è un mistero che a Berlusconi l’idea che basti un voto in più di un partito perché il suo leader si trasformi automaticamente in candidato premier non va giù. È invece questa la richiesta di Meloni, che chiede «pari dignità» agli alleati e quindi pari trattamento: se è sempre stato così, perché si dovrebbero cambiare le regole proprio adesso che la favorita al primato interno è lei? Matteo Salvini continua, almeno a parole, a sostenere la posizione dell’alleata, anche confidando in una rimonta della Lega in due mesi completamente anomali di campagna elettorale. Berlusconi invece pensa davvero che non si possa governare solo perché si è ottenuto un voto in più, soprattutto se i partiti arriveranno vicini e se la figura di Meloni dovesse apparire come uno spauracchio sia per i moderati che per gli ambienti internazionali. Come se ne esce? Probabilmente con una mediazione: non si indicherà già ora un candidato premier (anche se nei simboli di lista con ogni probabilità ciascuno metterà il nome del rispettivo leader). Si dirà che chi arriva prima avrà diritto di dare indicazioni, ma poi dopo le elezioni si faranno i conti veri, ognuno con le proprie proposte, come quella possibile da parte di FI di Tajani, gradito al Ppe. E si vedrà se si arriverà a proporre un nome esterno ad oggi ancora non ipotizzabile, se si cercherà di coinvolgere i gruppi parlamentari o se si applicherà la regola appunto del più votato. Proprio per questo è importante capire la distribuzione dei collegi e il metodo che sarà scelto. Se — in caso di vittoria delle elezioni — Meloni dovesse ottenere un numero di parlamentari decisamente superiore agli alleati, sarà difficile porle freni. Viceversa, la questione potrebbe riaprirsi se Lega, FI e centristi assieme ottenessero assieme una maggioranza nella coalizione significativa. Quindi il criterio di divisione sarà decisivo: FdI chiede che la regola sia quella dei sondaggi, secondo i quali a loro spetterebbero metà dei collegi, FI e Lega insistono che vanno considerati anche i risultati storici. Questioni che saranno probabilmente sciolte nei tavoli ad hoc che dovranno essere formati in tutta fretta. Per il resto, chi dovrà fare cosa, è presto: della possibilità che Berlusconi aspiri alla presidenza di Palazzo Madama si parla molto, Salvini (che nel vertice che ha deciso la sfiducia a Draghi ha allegramente detto a Berlusconi: «Dai Silvio, farai il presidente del Senato!»), dice che il Cavaliere può aspirare «a qualsiasi ruolo», ma i fedelissimi dell’ex premier frenano: «Non è certo il suo primo obiettivo, non è che ha deciso di scendere in campo per questo, a lui interessa entrare nella storia riportando a vincere il centrodestra: vuole un po’ essere il De Gaulle nella sua ultima battaglia». 25 luglio 2022 (modifica il 25 luglio 2022 | 09:28) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-25 07:28:00, Mercoledì i tre leader Berlusconi, Salvini e Meloni si confronteranno sui dossier più divisivi: il nome per il candidato premier e il criterio per la divisione dei candidati nei collegi, Paola Di Caro

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