Un anno fa (novembre 2022) la società statunitense OpenAi rese disponibile al grande pubblico ChatGPT, una versione di intelligenza artificiale generativa e conversazionale che nei mesi successivi ha avuto un enorme successo e si è imposta al dibattito pubblico (anche prima della vicenda di questi giorni con licenziamento e immediata riassunzione del suo amministratore delegato, Sam Altman).
Il dibattito su come (e perché, e se sia il caso) di utilizzare l’intelligenza artificiale a livello didattico è accesissimo e ha visto intervenire sia le più importanti istituzioni internazionali (Onu, Unesco, Unione Europea) sia moltissimi studiosi e pedagogisti (si veda ad esempio l’interessantissimo intervento di Roberto Marchisio su Tecnica della scuola)
Tra i moltissimi interventi e le tantissime guide all’uso dei ChatGPT segnalo l’articolo pubblicato ad inizio novembre dal sito Invalsi Open che, è bene ricordarlo, è il sito ufficiale dell’Area Prove nazionali dell’INVALSI, l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione.
L’articolo, intitolato Come studiare e fare i compiti con l’Intelligenza artificiale, è un ottimo esempio su come utilizzare uno strumento di intelligenza artificiale per farsi spiegare da esso stesso, tramite prompt ben posti, come può essere adottato in ambito educativo.
In sostanza, l’articolo riporta le risposte che ChatGPT 3.5 e fornisce ai diversi prompt che chiedono di esplicitare come può essere di aiuto agli studenti che la utilizzano.
Le risposte sono interessanti, precise, circostanziate e anche particolarmente attente a segnalare i rischi di errori e incompletezze che richiedono controlli e verifiche ulteriori.
Indicazioni e istruzioni scorrevoli, leggibilissime, utili.
Ma a che età si può utilizzare ChatGPT?
Poi si arriva all’ultima domanda, che riporto integralmente:
“Facciamo un piccolo esperimento: sei uno studente di 12 anni alle prese con una ricerca scolastica sul Medioevo. Come procedi?” La risposta di ChatGPT, sempre cortese, inizia cosi: “Certamente, posso aiutarti a immaginare come procedere con una ricerca scolastica sul Medioevo. Ecco un’idea di come potresti affrontare il tuo progetto….”. E continua indicando e presentando 11 fasi del progetto di ricerca (davvero completo e interessante) cui aggiunge una annotazione finale: “Ricorda, il Medioevo è un periodo molto ampio, quindi concentrati su un aspetto specifico che ti interessa. Sii curioso e divertiti nel processo di apprendimento mentre ti immergi in questo affascinante periodo storico!”.
Insomma, sembrerebbe tutto molto utile. E quindi positivo, eccetto per un particolare di non poco conto. Alla domanda infatti ChatGPT avrebbe dovuto rispondere in primo luogo dicendo che non può rispondere e non può procedere perché un minore di 13 anni non può – per legge, in Italia – accedere a ChatGPT.
Oppure il redattore di Invalsi open avrebbe dovuto chiarire che a porre la domanda era un docente (ma la premessa al pezzo non facilita questa interpretazione parlando infatti di studenti che accedono allo strumento).
E non si tratta di un fatto segreto: basti pensare che a marzo 2023 ChatGPT fu bloccata in Italia dal Garante della privacy proprio per questo motivo. Il Garante contestava infatti, tra l’altro, che nonostante – secondo i termini pubblicati da OpenAI – il servizio fosse rivolto ai maggiori di 13 anni, mancasse qualsivoglia filtro per la verifica dell’età degli utenti esponendo cosi i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.
La legge italiana infatti dice che chi ha un’età compresa tra i tredici e i 17 anni per accedere alla piattaforma dovrebbe confermare, attraverso una procedura apposita, di avere il consenso dei genitori mentre è severamente vietato il suo utilizzo a chi ha meno di 13 anni.
E infatti, come si può ben ricostruire sul sito del Garante, ChatGPT tornò ad essere accessibile in Italia solo da metà aprile 2023 dopo che OpenAi diede corso ai correttivi richiesti dal garante stesso.
Ora, senza voler fare inutili polemiche, viene da chiedersi come mai il sito ufficiale dell’Invalsi lasci intendere che un 12enne intraprendente possa, in solitudine, interrogare ChatGPT e quindi accedervi quando ciò è vietato dalla normativa.
Si tratta certamente, sia chiaro, di una leggerezza e di una disattenzione non voluta che tuttavia mette in evidenza il fatto che ormai tutti in Italia accettano a cuor leggero e senza problematizzazione alcuna, che chi ha meno di 13 anni possa accedere a siti internet, portali, piattaforme, social cui per legge sarebbe vietato accedere anche se si avesse il permesso dei genitori.
Questo piccolo “incidente” comunicativo ci aiuta però a precisare ancora una volta che ChatGPT, così come moltissime altre risorse on line, non possono essere utilizzate da ragazzi e ragazze minori di 13 anni: sono i loro insegnanti che possono utilizzare ChatGPT ed è bene che imparino il prima possibile l’arte del prompt per farsi accompagnare da risorse che sono supporto alla creatività e al lavoro dei docenti, non loro sostituti, come la stessa ChatGPT ripete a ogni piè sospinto.
Il corso
Su questi argomenti il corso Valutare con l’intelligenza artificiale generativa, a cura di Mara Fornari, in programma dal 4 dicembre.
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