Anonymous: addio se obbligati a svelarci. Dubbi sul finanziamento dell’operazione
Centinaia di migliaia di progressisti che smettono di seguire i loro beniamini su Twitter dove, invece, cresce il seguito di personaggi della destra radicale e trumpiana. Celebrity in rivolta che minacciano di andarsene (ma ben pochi, per ora, lo fanno davvero). Il collettivo Anonymous che lo avverte: «Se ci obblighi a rivelare la nostra identità ce ne andiamo». E, addirittura, il timore di sabotaggi interni da parte di dipendenti di Twitter decisi a opporre una resistenza ideologica al nuovo padrone o infuriati per la vendita della rete sociale a un personaggio abituato a trattare con durezza i suoi dipendenti: la società ha sospeso per alcuni giorni gli aggiornamenti del software, forse proprio per ridurre il rischio di manomissioni dei sistemi. Non è un atterraggio morbido quello di Elon Musk a tre giorni dall’annuncio della sua conquista di Twitter: in molti avevano previsto difficoltà politiche per un imprenditore abilissimo nella produzione industriale manifatturiera ma senza esperienze manageriali nel campo della comunicazione, anche se lui stesso è un grande comunicatore e un influencer di successo.
Il timore
Così come gli analisti avevano espresso il timore che il suo impegno per Twitter, con la necessità di vendere buona parte delle sue azioni Tesla per finanziare l’acquisizione, potesse «cannibalizzare» il titolo automobilistico che è alla base della ricchezza del miliardario. Ma quello che sta accadendo su tutti e due i fronti va al di là delle previsioni più cupe: il titolo Tesla continua a oscillare fortemente, ma sta consolidando una perdita superiore al 10% rispetto ai valori della scorsa settimana. La Reuters ha notato che il calo di martedì sera, riducendo la capitalizzazione di Tesla di ben 126 miliardi di dollari, aveva fatto perdere a Musk 21 miliardi: esattamente la cifra che una settimana fa l’imprenditore si era impegnato a estrarre dal suo patrimonio azionario per finanziare l’acquisizione di Twitter, come risulta dal prospetto da lui presentato alla Sec, l’authority della Borsa americana. Un’acquisizione che potrebbe diventare per lui finanziariamente problematica se l’emorragia borsistica di Tesla dovesse continuare.
L’appello
Quanto a Twitter, nonostante l’appello di Musk che ha invitato tutti gli utenti, anche quelli che non lo amano, a restare, promettendo libertà assoluta di dialogo sulla piattaforma, i primi segnali sono, per lui allarmanti: levate di scudi di personaggi pubblici, da Mia Farrow al leader di Black Lives Matter Shaun King, all’attrice e modella Jameela Jamil, al sindaco di Londra Sadiq Khan mentre la senatrice democratica Elizabeth Warren definisce l’acquisizione di Musk «pericolosa per la democrazia». Molti mal di pancia ma pochi abbandoni effettivi tra le celebrity, anche perché le alternative praticabili non sono molte. Chi minaccia di andarsene davvero è il collettivo di Anonymous: avvertono che «se Twitter imporrà la verifica dell’identità abbandoneremo la rete, come abbiamo già fatto con Facebook». Comprensibile, visto che la ragione d’essere di questi hacker è l’anonimato e un altro problema per Musk che ha annunciato di voler rendere trasparente l’identità di tutti gli utenti. Ma il nodo principale, per lui, è il rischio che, anche al di là della sua volontà, l’acquisizione venga percepita come un’operazione di destra. Le celebrity non se ne vanno ma molti progressisti anonimi sì: Barack Obama, la star più seguita della rete, ha perso 300 mila follower in una notte, ma l’emorragia riguarda anche siti dedicati ai diritti umani, privi di una specifica connotazione politica: perfino quello dell’Auschwitz Memorial ha perso 35 mila iscritti in una notte. Festa grande, invece, a destra anche se Trump, pur elogiando Musk, per ora preferisce restare sulla sua piattaforma, Truth Social: Marjorie Taylor Greene, bandiera dell’ultradestra, ha guadagnato 100 mila follower in poche ore mentre Tucker Carlson, il più seguito dei conduttori conservatori della Fox News ne ha presi 141 mila. E festeggia con un enfatico «We are back», siamo tornati. Ovviamente su Twitter, che considera «riconquistata». Musk può tentare correzioni di rotta ma, per ora, solo a parole: l’acquisizione, che comporta passaggi societari e processi autorizzativi complessi, non andrà in porto prima di sei mesi.
27 aprile 2022 (modifica il 27 aprile 2022 | 23:21)
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, 2022-04-27 21:30:00, Anonymous: addio se obbligati a svelarci. Dubbi sul finanziamento dell’operazione, Massimo Gaggi