Chi è Jankto, il calciatore che ha fatto coming out

di Gaia Piccardi

Jakob Jankto ex calciatore di Sampdoria e Udinese ha annunciato di essere gay con un video su Instagram. La passione per la pittura, l’idolo Nedved, l’accademia di eSports, tornato a Praga per stare vicino al figlio

Ha chiesto un colloquio con l’allenatore, il danese Brian Priske. Poi ha riunito i compagni dello Sparta Praga. Pochi giri di parole. La verit: Sono gay. Nessuna battuta, nessun commento sgradevole. Solo rispetto. Ottenuto l’appoggio del club per il quale gioca, centrocampista, dall’agosto scorso, si sentito pronto ad affrontare il mondo. Un post su Instagram, il megafono dei social: Ciao, sono Jakub Jankto. Come tutti, ho i miei punti di forza e le mie debolezze. Ho una famiglia, ho i miei amici. Ho un lavoro che cerco di fare nel migliore dei modi, con seriet, professionalit, passione. Come tutti, voglio vivere la mia vita in pace, senza paura n pregiudizi. Senza violenza, con amore. Sono omosessuale. E non voglio pi nascondermi. Alla fine del video Jakub alza gli occhi verso il cielo, come in una tacita preghiera. Adesso la sfida sul campo da calcio, l’ambiente pi chiuso e omofobo, al cospetto dei cori dei tifosi, che sanno essere perfidi.

Jankto e Nedved come mito

Non un caso che Jankto, 27 anni, 184 cm per 74 kg, abbia deciso di fare coming out adesso che un giocatore dello Sparta. Dopo aver girato Italia e Spagna, tornato a casa per stare vicino al figlio David, 3 anni, nato da una relazione precedente. A Praga, giovanili dello Slavia, fine anni Duemila, era cominciato tutto. I miei genitori ci tenevano che io facessi sport, a me piaceva il calcio. Ho iniziato cos. Sono anni negativi per la Nazionale della Repubblica Ceca: all’Europeo 2008 esce al primo turno, ai Mondiali 2010 e 2014 nemmeno si qualifica. Ma il punto di riferimento del giovane Jakub Pavel Nedved, che con la Juventus dal 2001 al 2009 vince (quasi) tutto: giocando nel suo stesso ruolo, secondo calciatore ceco dopo Josef Masopust a meritarselo, Nevdev conquista anche il Pallone d’Oro. il 2003. Jakub ha sette anni. Per il bambino di Praga il talento del fuoriclasse bianconero il faro che indica la via.

Il padre lo soprannomina Sampi (come Samppa Lajunen, il combinatista nordico finlandese capace di vincere tre ori ai Giochi di Salt Lake City 2002) per ragioni di pura praticit: essendo Jakub un nome diffusissimo in Repubblica Ceca, ad ogni richiamo degli allenatori, si voltavano in dieci. Sampi differenzia il piccolo Jankto, lo rende da subito unico e speciale. Oltre al calcio, la sua passione sono le arti. La pittura, in particolare. Gli piace dipingere, si ispira ai grandi artisti cechi nella tecnica e al suo mondo nei soggetti da rappresentare: tra i suoi lavori un ritratto del Papu Gomez e di Petagna, insieme, ai tempi dell’Atalanta, e Paulo Dybala mascherato, uno dei colleghi di riferimento (Il pi forte di tutti secondo l’artista). La firma inconfondibile: JJ.

Quarantacinque presenze in Nazionale, met della sua vita calcistica la trascorre in Italia. il vivaio dell’Udinese di Pozzo, una fucina di promettenti campioncini, a intercettare Jakub tra i giovani pi dotati dello Slavia (si mette in mostra con la Nazionale Under 18 segnando quattro gol al Montenegro), il ceco sbarca all’Udinese diciottenne per partecipare al campionato Primavera, poi passa in serie B all’Ascoli (debutto in Coppa Italia il 2 agosto 2015): termina l’esperienza nelle Marche con 35 presenze e 5 reti. Il nome di Jankto comincia a girare, a fine prestito torna a Udine, esordisce in serie A il 21 settembre 2016, il 15 ottobre segna la prima rete nella sconfitta per 2-1 con la Juventus . Alla Sampdoria (tre stagioni: 90 presenze e 8 gol), che per averlo spende 15 milioni, l’inizio con Giampaolo in salita ma poi , pi a suo agio nel centrocampo a quattro di Di Francesco e Ranieri, che lo apprezza — esattamente come Delneri a Udine — per seriet e impegno, trova la sua dimensione.

Jakub, infatti, non il solito calciatore monotematico e monosillabico, i suoi interessi spaziano fuori dal mondo del pallone: mentre in maglia blucerchiata, la rivista Forbes inserisce Jankto tra i pi vivaci imprenditori Under 30. La sua accademia di eSports come marchio ha il suo soprannome, Sampi. Con un investimento da 1,2 milioni di euro, seguendo il filo conduttore di un progetto futuristico, Jakub ingaggia i migliori talenti del suo Paese nella disciplina, affitta una villa su due piani a Praga dotata di cucina con cuoco, palestra e vasca idromassaggio, chi vuole si ferma a dormire, chi preferisce torna a casa sua. Vietati alcolici e fumo, un team di psicologi a disposizione degli atleti: gli eSports sono un lavoro, non futile passatempo. Un giorno potrebbero darmi da mangiare ha detto.

Talento, professionalit, pochi giri di parole. Jakub fatto cos. All’Udinese quello che si lamenta pubblicamente per la scelta di un albergo fatiscente (Mi sentivo uno schiavo, c’era cos tanto rumore che dei miei compagni hanno preso i sonniferi per dormire), alla Samp, reduce da una dolorosa pallonata al basso ventre durante il match, mette le mani avanti con Marketa, la fidanzata dell’epoca che sapeva tutto (Sono fiera del coraggio di Kuby, molti non parlano per paura di ci che dice la gente; niente lo divorer pi), la madre di David, in una storia su Instagram (Scusa per stanotte…). Sognava la Juventus di Nedved, la squadra per cui fa il tifo anche il padre: Pavel con Baros e Rosicky sono i simboli di quella Repubblica Ceca che arriv fino alle semifinali di Euro 2004, il primo torneo che baby Jakub si ricorda di aver visto alla televisione. Agli allenamenti della Primavera dell’Udinese arrivava con il dizionario sotto il braccio, oggi parla quattro lingue: ceco, italiano, spagnolo (dopo la Samp una stagione al Getafe in Spagna: allo Sparta in prestito, dovrebbe tornare in Liga la prossima estate), russo. in italiano che, all’Udinese di Stramaccioni, il vice Dejan Stankovic gli raccomandava: Se vedi il portiere fuori dai pali, tira sempre!. Ed in ceco, la lingua madre, a Praga, casa sua, c he Jakub Jankto ha deciso di fare il coming out pi clamoroso del calcio moderno.
Lo maturava da tempo, ma aveva timore della reazione del suo ambiente. Fin qui, positiva. L’Ac Milan offre il suo sostegno, Fifa e Uefa scendono in campo (Siamo con te), Neymar felice (Un giorno importante per tutti). Chi gli sta vicino definisce Jakub turbato, chiede qualche giorno per metabolizzare le reazioni al suo coraggio. Poi tirer dritto per la sua strada. Testa alta, palla al piede, la libert dentro.

13 febbraio 2023 (modifica il 13 febbraio 2023 | 21:57)

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