di Fiorenza SarzaniniIl nuovo ministro dell’Interno è il «tecnico» Matteo Piantedosi, prefetto della Capitale ed ex capo di gabinetto di Salvini al Viminale nel 2018, carica che ha mantenuto anche con Luciana Lamorgese fino al 2020 La dote che tutti gli riconoscono è la capacità di mantenere freddezza anche nelle situazioni più complicate. E soprattutto la determinazione nel difendere le proprie scelte, pure di fronte a contestazioni e accuse. Come lo scorso anno, quando di fronte alle polemiche per i festeggiamenti sull’autobus scoperto della Nazionale di calcio agli Europei, che aveva attraversato Roma creando assembramenti in piena pandemia Matteo Piantedosi, prefetto di Roma , affermò: «C’erano accordi diversi, la Figc ha violato i patti». Appassionato di ciclismo e di Pino Daniele, lettore di Gabriel García Márquez, Alberto Savinio («Uomini di pensiero tornano alla bicicletta») e Nietzsche, dopo trentatré anni trascorsi nei ruoli del ministero dell’Interno Piantedosi entra nella stanza più importante e prestigiosa al secondo piano del palazzo del Viminale. È il secondo prefetto di fila a occupare quella poltrona dopo Luciana Lamorgese, ministro dal 2019. Una continuità per certi versi anomala, che segna la difficoltà dei partiti a trovare l’accordo per restituire a un politico di professione uno degli incarichi governativi più delicati: quello di garantire e “governare” la sicurezza degli italiani. Nato a Napoli nel 1963, sposato con Paola Berardino – di un anno più giovane e attuale prefetto di Grosseto, figlia del prefetto Francesco Berardino che nel 1996 arrivò a guidare il Cesis, l’organismo che allora coordinava l’attività dei servizi segreti – Piantedosi ha due figlie. Ha cominciato la sua carriera nella prefettura di Bologna, dove ha ricoperto l’incarico di capo di gabinetto e, dal 2007, vice-prefetto. Nel 2009 arriva al Viminale, come direttore dell’Ufficio Relazioni parlamentari presso gli Affari legislativi. Nel 2011 la nomina a prefetto, prima sede Lodi, ma l’anno seguente torna nel palazzo romano come vice-capo di Gabinetto del Ministro, e successivamente vicario. A fine 2012 un altro salto in avanti: vice-capo della polizia, con delega sul coordinamento e la pianificazione, e poi responsabile di vari Piani nazionali legati alla sicurezza, la legalità e i fondi europei per le frontiere esterne. Nel 2017 torna a Bologna come prefetto, ma un anno dopo il ministro dell’Interno Matteo Salvini lo richiama a Roma come capo di Gabinetto, carica che mantiene anche con la ministra Luciana Lamorgese nel 2019 e fino al 2020, quando viene nominato prefetto di Roma. Da lì ritorna al Viminale come ministro, quasi a coronamento della carriera. Da quando il suo nome è cominciato a circolare come alternativa a quello di Matteo Salvini (per il quale è stata giudicata inopportuna una nuova nomina per via del processo in corso a Palermo nel quale l’ex ministro è accusato di sequestro di persona per il mancato sbarco dei migranti dalla nave Open Arms nell’estate 2019), il nome di Piantedosi è stato considerato in «quota leghista», ma si tratta di una semplificazione che stride con la realtà; non fosse altro per il fatto di essere rimasto al fianco della ministra Lamorgese, con lo stesso incarico, anche durante il governo Draghi. Nei procedimenti giudiziari contro Salvini per la gestione dei migranti è stato inizialmente inquisito anche lui, salvo poi essere archiviato perché la decisione contestata dalla magistratura è stata valutata di esclusiva competenza del ministro. Anche quando ha lavorato al fianco dell’ultimo inquilino “politico” del Viminale, per l’appunto Salvini, Piantedosi ha mantenuto in pieno il ruolo di tecnico, fornendo gli strumenti e la competenza necessari a mettere in pratica gli indirizzi politici del ministro. Ora invece toccheranno a lui entrambi i ruoli, di tecnico e di politico. 21 ottobre 2022 (modifica il 21 ottobre 2022 | 18:34) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-21 16:34:00, Il nuovo ministro dell’Interno è il «tecnico» Matteo Piantedosi, prefetto della Capitale ed ex capo di gabinetto di Salvini al Viminale nel 2018, carica che ha mantenuto anche con Luciana Lamorgese fino al 2020, Fiorenza Sarzanini