Chi sono i Buriati, «i più feroci» tra i soldati di Putin

Chi sono i Buriati, «i più feroci» tra i soldati di Putin

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Originari della Buriazia, regione al confine tra Mongolia e Siberia, sono indicati da molti testimoni come i responsabili di saccheggi, stupri, torture

DALLA NOSTRA INVIATA

OBLAST DI KHERSON — «Questi sono i loro corpi». Lo abbiamo raccontato qui , dopo aver visto sei cadaveri di militari uccisi non più di qualche giorno fa davanti alla linea del fuoco, vicino al villaggio di Vysokopillya.

Osservando i loro volti — o meglio quello che ne rimane — si notava come avessero gli occhi a mandorla e come non siano evidentemente russi.

Ragazzi giovanissimi, meno di 20 anni sicuramente, uccisi mentre cercavano in pieno giorno di assaltare le trincee ucraine. «Sono buriazi», ha spiegato il comandante delle forze ucraine con cui eravamo embedded in frontline usando l’espressione con cui gli ucraini chiamano coloro che provengono dalla Buriazia, regione al confine tra la Mongolia e la Siberia. Dalle testimonianze raccolte tra gli sfollati dall’oblast di Kherson che abbiamo raccontato qui e qui, emerge come siano i «buriazi» a saccheggiare, distruggere, stuprare, torturare e uccidere gli ucraini nelle zone occupate. E lo stesso è stato raccontato da chi è sopravvissuto ai massacri di Bucha.

Al di là delle numerose polemiche nate sul caso di Bucha, va sottolineato come per invadere l’Ucraina il Cremlino abbia bisogno di arruolare uomini e «forze fresche» che combattano senza farsi troppe domande e senza farsi pagare troppo.

I «buriati» — secondo la dizione italiana — sono un popolo mongolo che vive tra Russia (il 90%), Mongolia (il 9 %) e Cina (l’1%). Rappresentano la più grande minoranza etnica della Siberia ma la maggior parte risiede ora nella Repubblica di Buriazia, Repubblica della Federazione Russa, creata nel 1994.

Dopo l’annessione della Buriazia alla Russia, la cultura buriata ha subito le influenze del buddhismo tibetano e della Chiesa cristiana ortodossa e i buriati delle regioni ad ovest del lago Bajkal e gli olkhon (buriati di Irkutsk) sono stati sottoposti ad un processo di «russificazione» che li ha portati ad abbandonare le pratiche del nomadismo e dell’agricoltura itinerante.

Per tradizione i buriati fanno parte dell’esercito russo. E già nel 1766 furono organizzati in una truppa speciale (sul tipo di quelle cosacche) di 4 reggimenti con cui nel 1851 entrarono a far parte delle truppe cosacche d’Oltre-Baikal.

Poveri, poverissimi, con il 17.9 percento della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà secondo l’ultimo dato disponibile, non stupisce che i giovani maschi buriati — anche giovanissimi come quelli che abbiamo visto riversi a terra — siano diventati carne da cannone per Mosca. E non stupisce nemmeno che una volta arrivati sul campo — magari senza nemmeno sapere perché – si abbandonino alle atrocità e al «lavoro sporco» che una parte dei militari russi potrebbe preferire evitare, con il timore di finire un domani davanti a una corte internazionale.

Inoltre va sottolineato come i buriati non siano certo l’unica minoranza etnica presente tra le forze russe. Oltre ai ceceni, si hanno notizie di soldati provenienti da Abkhazia, Daghestan, Ossezia.

30 aprile 2022 (modifica il 30 aprile 2022 | 20:00)

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, 2022-04-30 18:05:00, Originari della Buriazia, regione al confine tra Mongolia e Siberia, sono indicati da molti testimoni come i responsabili di saccheggi, stupri, torture, Marta Serafini

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