di Barbara Visentin
Il musicista canadese (vero nome Jason Beck) tocca anche Milano con il suo tour
Pianista, talvolta rapper, a tratti rockstar, prima di ogni altra cosa intrattenitore: Chilly Gonzales ripete pi volte la parola entertainer parlando di s perch racchiude una parte fondamentale del suo pensiero, cio quella di mettere davanti a tutto il pubblico. Canadese trapiantato a Parigi, 50 anni, formazione classica, ma curiosit eclettica, Jason Beck diventa Chilly Gonzales quando indossa vestaglia e pantofole, l’abbinamento confortevole con cui ormai da anni si presenta sul palco: una trasformazione che richiede pochissimo sforzo – racconta -. Se per diventare Lady Gaga servono ore di trucco e vestiti, io sono pronto in 30 secondi.
Il suo outfit di elezione cattura l’essenza di quel che ama, cio creare un legame profondo con la gente e scardinare un po’ le convenzioni: In vestaglia rendo ogni luogo un salotto intimo e caldo, come se facessi entrare il pubblico in casa mia, ma al tempo stesso c’ qualcosa di leggermente irrispettoso nel presentarmi cos nei prestigiosi teatri del mondo. Gli stato mai chiesto di vestirsi in modo pi formale? No, nessuno mi dice niente perch anche i templi sacri della classica sono fatti di persone capitaliste. Finch riempio il teatro non possono essere troppo severi, mi lasciano fumare marijuana nel backstage —“Lo fa davvero”? “Certo” — e mi lasciano indossare quel che mi pare. D’altra parte ci sono problemi a riempire le sale perch le persone anziane che ci vanno stanno letteralmente morendo, quindi finch io o altri artisti che rompono gli schemi portiamo gente, nessuno protesta.
Gonzo, come soprannominato, ha pronto un set nuovo fiammante di vestaglie anche per il tour che lo porta a Milano marted 6 dicembre al Teatro Lirico Giorgio Gaber: Ormai ne ho una trentina e la gente me le regala, prima o poi aprir il museo delle vestaglie, ride. Dal vivo proporr tanta musica nuova, oltre alle composizioni dei suoi tre dischi Piano solo, a un po’ di rap (che adora, tanto da aver collaborato con Drake) e a brani cantati. La musica tornata, str…! -esclama -. E la pandemia mi ha dato un sacco di cose da dire. Che riflessioni ha fatto in questi due anni? Mi sono interrogato sul ruolo degli artisti. Tutto quel far rumore e dire “siamo fondamentali” mi ha portato a chiedermi se davvero siamo cos fondamentali. Secondo me no: si pu vivere anche senza gli artisti, ci sono cose pi importanti di noi. Quel che possiamo fare essere utili al pubblico intrattenendolo. Chilly Gonzales parla con ironia, ma il messaggio, che richiama alla memoria le parole di un nostro ex presidente del Consiglio, serio: Mi sento lontano da quei musicisti che passano il tempo a leggere i tweet dove si parla bene di loro o postano foto in cui suonano il piano in mezzo a una foresta. Perch la gente dovrebbe spendere dei soldi per venire a vederci se c’ solo il nostro ego? Io celebro la bellezza del pubblico, metto tutta la mia energia per sorprenderlo e soddisfarlo.
Chilly in effetti una sorpresa continua: ha vinto un Grammy con i Daft Punk per il disco Random Access Memories, produce giovani artisti e nel 2009 entrato anche nel Guinness dei primati, con il concerto solista pi lungo, oltre 37 ore al piano: Quella una cosa che non potrei pi rifare. Ogni sfida ha il suo momento e richiede un certo livello di ossessione. Io vado dove mi portano le ossessioni. Oggi, se anche mi offrissero centomila euro per riprovarci, direi di no.
4 dicembre 2022 (modifica il 4 dicembre 2022 | 21:46)
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