La lezione di 22 anni fa, quando fu la Cina a catturare un aereo-spia Usa

La lezione di 22 anni fa, quando fu la Cina a catturare un aereo-spia Usa

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Spionaggio dai cieli, tensione diplomatica tra Cina e Stati Uniti: un precedente importante e istruttivo risale a 22 anni fa. Fu a ruoli invertiti, e in un contesto profondamente diverso.

Ricordare quel grave incidente aiuta a misurare quanto cambiato il rapporto di forze tra le due superpotenze, e quali incognite esistono oggi dopo l’abbattimento del pallone-spia da parte della U.S. Air Force.

Era il primo aprile 2001 quando un aereo spia americano che sorvolava l’isola di Hainan nel Mare della Cina meridionale (ma a 110 km dalla terraferma quindi fuori dallo spazio aereo nazionale) venne intercettato da due caccia dell’Esercito Popolare di Liberazione. Le manovre azzardate dei piloti finirono male, con una collisione in volo. Uno dei caccia cinesi precipit e il pilota mor.

L’aereo-spia americano riusc a operare un atterraggio di emergenza, non prima di avere distrutto una parte dei materiali sensibili che aveva a bordo, presumibilmente le riprese effettuate durante la missione. I 24 militari dell’equipaggio americano vennero detenuti e interrogati dalle autorit cinesi.

Esplose una crisi diplomatica grave.

A Washington c’era da soli tre mesi un nuovo presidente, George W. Bush. A Pechino comandava l’anziano Jiang Zemin, continuatore della strategia di Deng Xiaoping nel convertire la Cina al capitalismo e nell’integrarla all’economia globale.

Le due parti trovarono un’intesa per il rilascio degli americani dopo dieci giorni. La condizione fu una lettera di scuse da parte del governo Usa, redatta con sufficiente ambiguit diplomatica da non contenere ammissioni di colpa (l’unica violazione del diritto internazionale risultava dal non aver richiesto un’autorizzazione dalla Cina per l’atterraggio di emergenza ad Hainan).

A quell’epoca l’incidente ebbe un rilievo enorme – a differenza del pallone-spia in quel caso un morto e 24 prigionieri aggravarono la tensione – e fu oggetto di riflessioni sugli scenari strategici da ambo le parti. Ma la storia successiva cancell quell’evento. Cinque mesi dopo l’America veniva colpita dagli attacchi dell’11 settembre, la sua attenzione strategica si rivolse verso il Medio Oriente, di l a poco Bush infil il suo paese nelle lunghe guerre in Afghanistan e in Iraq. Con il risultato di assorbire attenzione e risorse enormi.

Con il senno di poi – questo oggi il consenso della comunit di esperti americani e di molti dirigenti sia democratici sia repubblicani – l’America sprec un ventennio in Medio Oriente sottovalutando l’unica sfida seria alla sua leadership, cio quella cinese.

Il riarmo della Repubblica Popolare in questo periodo stato spettacolare, al punto che per la prima volta nella storia Pechino dispone di una flotta militare pi grossa (per numero di navi) di quella statunitense.

Una parte del riarmo cinese, e anche del decollo economico, avvenuto grazie allo spionaggio. La vicenda del pallone-spia riporta a un’epoca e a strumenti che sembrano rudimentali (in attesa di scoprire quali apparecchiature conteneva, se saranno ritrovate). Ma negli ultimi decenni i successi dello spionaggio cinese sono avvenuti in ben altri campi: dalle universit di lite alla Silicon Valley, l’Fbi ha dovuto inseguire un crescendo di furti di tecnologie e know how strategico, dalle applicazioni industriali a quelle belliche. L’ascesa di un colosso come l’azienda telecom Huawei, fondata da un colonnello dell’Esercito Popolare di Liberazione, stata contrassegnata dalle accuse di aver rubato tecnologie occidentali con metodi illeciti.

La velocit inaudita con cui la Cina ha modificato a suo favore i rapporti di forze evidente in un teatro cruciale come Taiwan.

Un quarto di secolo fa, quando il predecessore di George W. Bush nel 1995-96 dovette fronteggiare una tensione nello Stretto di Taiwan (con lanci di missili cinesi), bast che Bill Clinton inviasse sul luogo quattro portaerei Usa per dissuadere Pechino e placare la crisi. L’anno scorso si visto con quanta cautela il Pentagono stato a guardare le formidabili manovre militari che Xi Jinping ha ordinato per sanzionare la visita di Nancy Pelosi a Taipei.

I vertici della Difesa a Washington ritengono che in uno scenario di conflitto su Taiwan le probabilit di vittoria siano a favore della Cina.

Resta, dal punto di vista di Xi Jinping, un’asimmetria intollerabile. Gli Stati Uniti, in quanto superpotenza globale ed anche difensori della libert di navigazione in tutti gli oceani, hanno basi militari in paesi vicini alla Repubblica Popolare: dal Giappone alla Corea del Sud, con l’aggiunta recente di accordi per l’uso di basi filippine.

normale che squadroni della U.S. Navy transitino al largo delle coste cinesi, sia pure fuori dalle acque territoriali. L’Esercito Popolare di Liberazione non ha una presenza cos imponente n cos assidua al largo delle coste della California. Il pallone-spia solo un minuscolo indicatore che la Cina di Xi decisa a colmare i ritardi con tutti i mezzi possibili.

La vicenda del pallone un autogol, crea a Pechino danni imprevisti e indesiderati: la cancellazione della visita del segretario di Stato Usa uno smacco in una fase in cui Xi voleva delimitare il contenzioso bilaterale. Per questo incidente avviene quando la Cina ha un’autostima ingigantita rispetto a 22 anni fa, ha aumentato la sua potenza di fuoco a dismisura, ha coltivato un’opinione pubblica iper-nazionalista. Coincide con una fase delicata anche sull’altra sponda del Pacifico.

La nuova maggioranza repubblicana alla Camera di Washington ha deciso d’incalzare Joe Biden sulla politica cinese, denunciando il suo ritardo nell’abbattere il pallone-spia come una debolezza. Biden non una colomba, sulla Cina ha mantenuto tutte le politiche di Donald Trump (i dazi) e vi ha aggiunto di suo un embargo tecnologico. Per da ora in poi il presidente Usa sa che nessuna distrazione gli sar perdonata al Congresso.

– modifica il 5 febbraio 2023 | 16:11

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