Secondo Pechino, il pallone aerostatico-spia cinese che ha sorvolato gli Stati Uniti non sarebbe che uno strumento meteorologico: ma il viaggio di Blinken stato rinviato. Xi aveva necessit di evitare ogni possibile crisi con gli Usa, in questo momento: ecco perch
esploso in faccia alla diplomazia il pallone-spia cinese avvistato sui cieli degli Stati Uniti.
Dopo un fuoco di polemiche, la Casa Bianca ha deciso di rinviare la missione del segretario di Stato Antony Blinken, che sarebbe dovuto andare domenica a Pechino per riannodare il dialogo con Xi Jinping.
Fonti dell’amministrazione Biden hanno detto all’agenzia Bloomberg che procedere con la visita avrebbe dato un segnale sbagliato (di debolezza) ai cinesi e che per questo stato deciso di prendere tempo. Avevano cercato di temporeggiare anche a Pechino, per non aggravare la situazione. La prima risposta della portavoce degli Esteri cinese Mao Ning, questa mattina, era stata un invito alla calma e alla cautela senza fare sensazionalismo prima di avere una chiara comprensione dei fatti. Solo in serata (ora cinese) la diplomazia di Pechino aveva elaborato la sua versione ufficiale: Il velivolo aerostatico aveva scopi civili, ricerca principalmente meteorologica; ha deviato dalla rotta prevista per cause di forza maggiore, venti di ponente che lo hanno spinto sullo spazio aereo americano.
Conclusione di Pechino: Ci rammarichiamo per l’accaduto e continueremo a comunicare con la parte americana per gestire questa situazione imprevista.
Sembra chiaro che il governo cinese non vuol far saltare il canale di dialogo. L’inviato di Joe Biden d’altra parte ha gi un’agenda densa di polemiche nei confronti di Xi Jinping: dalla minaccia costante nei confronti di Taiwan, al sospetto di sostegno tecnologico alle forze armate russe, alla contraffazione di prodotti industriali.
Il pallone, che secondo il Pentagono volava con scopi spionistici sopra una base americana dove sono schierati 15 missili intercontinentali della US Air Force, non poteva passare senza danni.
L’episodio ricorda il caso dell’aereo-spia americano abbattuto da un missile sovietico nella primavera del 1960. Nel settembre del 1959 il presidente americano Eisenhower e il leader sovietico Krusciov si erano incontrati a Camp David e avevano avviato una fase di disgelo. Era stato fissato un nuovo appuntamento a Parigi, un grande vertice Est-Ovest, ma i rottami dell’U-2 americano e la confessione del suo pilota Gary Powers orchestrata a Mosca distrussero quella speranza di dialogo nel 1960.
La faccenda ora da una parte pi semplice e dall’altra pi complessa. Nel 1959 il sorvolo del territorio sovietico da parte dell’aereo americano era chiaramente un atto di spionaggio sofisticato e tatticamente utile in piena Guerra fredda. Diede al Cremlino la scusa per gridare al tradimento.
Il pallone avvistato dal Pentagono ora sembra quasi uno scherzo, di fronte alle capacit tecnologiche di osservare l’avversario con i satelliti. Gli esperti del settore fanno notare che comunque i palloni vengono ancora impiegati anche dalla ricognizione americana e che quindi un’utilit ce l’hanno.
Ma al di l del suo possibile rilievo per l’intelligence, il pallone ha avuto un impatto sulla missione di Antony Blinken, la prima in cinque anni di un segretario di Stato americano a Pechino.
Dal campo repubblicano si sono alzate voci per criticare la Casa Bianca che non ha fatto abbattere il pallone dai caccia della US Air Force; il Dipartimento di Stato ha convocato l’incaricato d’affari cinese a Washington per esprimere una ferma protesta.
Mentre la diplomazia cinese cercava di minimizzare, attribuendo il sorvolo del territorio americano a forza maggiore, sul suo sito il Global Times, quotidiano nazionalcomunista di Pechino ha condensato un commento sferzante: Il pallone un grosso bersaglio. Se potuto entrare senza difficolt nel cielo americano, prova che la difesa aerea degli Stati Uniti un sistema puramente decorativo e non affidabile.
Il mini-editoriale accompagnato da una vignetta che mostra lo Zio Sam mentre gonfia un pallone con la scritta Minaccia cinese. Alla portavoce Mao Ning era stato chiesto se il pallone avrebbe gettato un’ombra sulla missione di Blinken. Risposta della diplomatica cinese: Non ho informazioni in materia.
In effetti, fino a oggi il viaggio in Cina del braccio destro di Joe Biden per la politica estera non era stato confermato ufficialmente.
La sensazione che pur senza farsi troppe illusioni, Pechino aspetti con ansia l’inviato americano e ora speri che ci sia solo un ritardo nel suo arrivo.
Le indiscrezioni sulla possibilit che Blinken sia ricevuto anche da Xi Jinping (fatto tutt’altro che scontato in base alle regole del protocollo, visto che Xi presidente e Blinken solo ministro) sono significative. L’ultimo segretario di Stato americano a Pechino, Mike Pompeo nel 2018, era stato snobbato da Xi. Una photo opportunity con Blinken sarebbe sicuramente incoraggiante. Un editoriale uscito mercoled sul Quotidiano del Popolo segnala come la Cina stia premendo per trovare terreno comune nell’interesse della ripresa economica globale. Secondo il giornale del Partito comunista gli Stati Uniti debbono mettere fine alla loro ossessione di trattare la Cina come un rivale strategico: questi approcci ciechi non possono funzionare.
In questa fase dunque, per ammissione del suo giornale, Xi Jinping ha bisogno degli americani per rilanciare l’economia. Sembra disposto a qualche correzione di rotta degna di attenzione: ha riaperto la Cina ai viaggi dopo tre anni di inseguimento del Covid Zero; ha proclamato che il primo obiettivo di Pechino lo sviluppo economico; per dimostrare che il Partito rispetta l’impresa privata e le regole di mercato ha sostenuto che l’offensiva contro Big Tech in versione mandarina terminata (Jack Ma sembra normalizzato, ma intanto si rivisto in giro a Hong Kong e la Borsa cinese si rimessa a macinare guadagni correndo verso una fase toro).
Osserva Jude Blanchette, analista di affari cinesi al Center for Strategic and International Studies di Washington: Penso che l’obiettivo sia di allontanarsi da questa nuova Guerra fredda, evitando una “Crisi dei missili” come quella Usa-Urss intorno a Cuba nel 1962. Un pallone vagante nei cieli d’America mette alla prova questa previsione.
3 febbraio 2023 (modifica il 3 febbraio 2023 | 16:39)
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