Cinema, chiude il King   Riapertura a rischio per il 40% delle sale

Cinema, chiude il King  Riapertura a rischio per il 40% delle sale

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di Flavia Fiorentino

È la 102esima chiusura in dieci anni. Drammatica la previsione dell’Anec per dopo l’estate: la ripresa dopo la pandemia fermata dal costo dell’energia elettrica

Continua inarrestabile l’epidemia mortale che sta sterminando le sale cinematografiche della capitale. Lo storico cinema King di via Fogliano, in zona piazza Vescovio, non è riuscito a superare l’estate. Alla risposta negativa da parte della proprietà sulla possibilità di ridurre il prezzo del canone d’affitto, al King (che fa parte di «Circuito cinema» insieme al Quattro Fontane, al Giulio Cesare e all’Eurcine) non è rimasta altra scelta che abbassare le saracinesche. È la 102esima sala che chiude negli ultimi dieci anni a Roma.

Chi da tempo portava avanti con passione la struttura è stato costretto a gettare la spugna, ma resta comunque un vincolo di destinazione d’uso dell’immobile e ancora non è chiaro il futuro dell’ormai ex cinema. Per ora sembra comunque scongiurato il pericolo che, dove alloggiavano schermi e poltrone, possano prendere posto i banchi di un supermercato, come è accaduto per l’Holiday di piazza Benedetto Marcello, nel quartiere Pinciano.

All’amarezza di fronte alla chiusura dei locali dove sono stati proiettati film che fanno parte del vissuto di milioni di romani, si somma invece il rischio di lasciare questi spazi preda dell’abbandono e del degrado com’è avvenuto con il Metropolitan di via del Corso, l’Empire in viale Regina Margherita, il Maestoso sull’Appia, l’Embassy di via Stoppani o L’Europa in corso d’Italia, solo per citarne alcuni.

Una situazione che, pochi mesi fa, con l’allentamento dell’allarme per la pandemia e l’intervento delle istituzioni a sostegno del settore, sembrava potesse far ripartire il mercato. Se infatti gli incassi nelle sale romane erano scesi in picchiata tra il 2019 e il 2020 da 50.929.162 a 15.788.701, segnando un -69 per cento (identico il calo delle presenze) e se nel 2021 era andata ancora peggio con un -73 per cento di introiti (13.391.232) e una diminuzione degli spettatori del 75 per cento, il 2022 si era avviato decisamente meglio segnando al 31 luglio «soltanto» un -50 per cento di incassi (15.984.577) e un calo delle presenze del 54 per cento.

La guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno fatto però ripiombare i gestori di cinema nell’angoscia di non riuscire a portare avanti l’attività e l’Anec ((Associazione nazionale esercenti cinematografici) ha stimato che a settembre quattro sale su dieci non riapriranno: un film consuma molta elettricità, non solo per le proiezioni, ma anche per sonoro e climatizzazione. In poco tempo le bollette dell’elettricità sono passate da una media di 6-7mila euro (bimestrali) a 25-30mila. E proprio mentre il settore stava rialzando la testa, ora si guarda all’autunno con pessimismo.

Si colgono però anche segnali in controtendenza con interesse da parte di un gruppo di imprenditori per alcune località limitrofe alla capitale: sono infatti previste nuove aperture a Grottaferrata, Manziana, Ladispoli e Aprilia. In città invece, ha ripreso l’attività l’Avorio al Pigneto che, tramite un bando della Regione, è in attesa di un finanziamento destinato al rinnovamento tecnologico, mentre l’Anec Lazio ha annunciato che c’è un progetto per trasformare il teatro di piazza Euclide in un nuovo cinema: sono già partiti i sopralluoghi per la fattibilità dell’opera.

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Roma iscriviti gratis alla newsletter “I sette colli di Roma” a cura di Giuseppe Di Piazza. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.

22 agosto 2022 (modifica il 22 agosto 2022 | 07:26)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-08-22 05:29:00,

di Flavia Fiorentino

È la 102esima chiusura in dieci anni. Drammatica la previsione dell’Anec per dopo l’estate: la ripresa dopo la pandemia fermata dal costo dell’energia elettrica

Continua inarrestabile l’epidemia mortale che sta sterminando le sale cinematografiche della capitale. Lo storico cinema King di via Fogliano, in zona piazza Vescovio, non è riuscito a superare l’estate. Alla risposta negativa da parte della proprietà sulla possibilità di ridurre il prezzo del canone d’affitto, al King (che fa parte di «Circuito cinema» insieme al Quattro Fontane, al Giulio Cesare e all’Eurcine) non è rimasta altra scelta che abbassare le saracinesche. È la 102esima sala che chiude negli ultimi dieci anni a Roma.

Chi da tempo portava avanti con passione la struttura è stato costretto a gettare la spugna, ma resta comunque un vincolo di destinazione d’uso dell’immobile e ancora non è chiaro il futuro dell’ormai ex cinema. Per ora sembra comunque scongiurato il pericolo che, dove alloggiavano schermi e poltrone, possano prendere posto i banchi di un supermercato, come è accaduto per l’Holiday di piazza Benedetto Marcello, nel quartiere Pinciano.

All’amarezza di fronte alla chiusura dei locali dove sono stati proiettati film che fanno parte del vissuto di milioni di romani, si somma invece il rischio di lasciare questi spazi preda dell’abbandono e del degrado com’è avvenuto con il Metropolitan di via del Corso, l’Empire in viale Regina Margherita, il Maestoso sull’Appia, l’Embassy di via Stoppani o L’Europa in corso d’Italia, solo per citarne alcuni.

Una situazione che, pochi mesi fa, con l’allentamento dell’allarme per la pandemia e l’intervento delle istituzioni a sostegno del settore, sembrava potesse far ripartire il mercato. Se infatti gli incassi nelle sale romane erano scesi in picchiata tra il 2019 e il 2020 da 50.929.162 a 15.788.701, segnando un -69 per cento (identico il calo delle presenze) e se nel 2021 era andata ancora peggio con un -73 per cento di introiti (13.391.232) e una diminuzione degli spettatori del 75 per cento, il 2022 si era avviato decisamente meglio segnando al 31 luglio «soltanto» un -50 per cento di incassi (15.984.577) e un calo delle presenze del 54 per cento.

La guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno fatto però ripiombare i gestori di cinema nell’angoscia di non riuscire a portare avanti l’attività e l’Anec ((Associazione nazionale esercenti cinematografici) ha stimato che a settembre quattro sale su dieci non riapriranno: un film consuma molta elettricità, non solo per le proiezioni, ma anche per sonoro e climatizzazione. In poco tempo le bollette dell’elettricità sono passate da una media di 6-7mila euro (bimestrali) a 25-30mila. E proprio mentre il settore stava rialzando la testa, ora si guarda all’autunno con pessimismo.

Si colgono però anche segnali in controtendenza con interesse da parte di un gruppo di imprenditori per alcune località limitrofe alla capitale: sono infatti previste nuove aperture a Grottaferrata, Manziana, Ladispoli e Aprilia. In città invece, ha ripreso l’attività l’Avorio al Pigneto che, tramite un bando della Regione, è in attesa di un finanziamento destinato al rinnovamento tecnologico, mentre l’Anec Lazio ha annunciato che c’è un progetto per trasformare il teatro di piazza Euclide in un nuovo cinema: sono già partiti i sopralluoghi per la fattibilità dell’opera.

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22 agosto 2022 (modifica il 22 agosto 2022 | 07:26)

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, F. Fior.

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