Il circolo vizioso fra linsonnia e il mal di testa (due fattori che si peggiorano a vicenda)

Il circolo vizioso fra linsonnia e il mal di testa (due fattori che si peggiorano a vicenda)

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di Danilo di Diodoro

Chi affetto da cefalea spesso riferisce che un sonno troppo breve e di cattiva qualit pu scatenare una crisi. E accade pure il contrario, cio che il sonno risulti compromesso dall’attacco

Oltre che tra sonno e memoria, c’ uno stretto rapporto anche tra sonno e dolore. Diverse ricerche hanno dimostrato che la privazione di sonno aumenta la sensibilit al dolore, mentre una buona quantit e qualit del sonno agiscono come una sorta di analgesico naturale. Quando i ricercatori hanno eseguito indagini di neuroimaging, come la risonanza magnetica funzionale, in soggetti privati del sonno, hanno osservato che la corteccia cerebrale somatosensoriale, una regione associata alla sensibilit verso il dolore, risultava iperattiva — dice Luigi Ferini-Strambi, direttore del Centro disturbi del sonno dell’Universit Vita-Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano —. Un dato che indicherebbe come la privazione del sonno interferisce con i circuiti neurali che processano il dolore. Dopo privazione di sonno, l’attivit del nucleo accumbens risulta invece ridotta. Si tratta di un nucleo che rilascia dopamina, un neurotrasmettitore che induce il piacere e solleva dal dolore.

Sonno e cefalea

Si pu quindi capire perch la riduzione delle ore di sonno presente nella societ moderna comporti una maggiore diffusione del dolore cronico, con conseguente aumento delle prescrizioni di antidolorifici. comunque interessante notare che non in tutte le fasi del sonno si percepisce lo stimolo doloroso in ugual modo. Uno studio che abbiamo condotto alcuni anni fa nel nostro istituto in soggetti volontari sani sottoposti nel sonno a stimolazioni termico-dolorifiche ha evidenziato che gli stimoli venivano percepiti soprattutto nello stadio 2 non-Rem, di sonno leggero, e meno nello stadio 3 non-Rem, di sonno profondo, e ancor meno nella fase di sonno Rem. Molto articolato il rapporto tra sonno e cefalea. Infatti, chi soffre di cefalea spesso riferisce che un sonno troppo breve e di cattiva qualit pu scatenare un attacco, oppure accade il contrario, ossia che il sonno risulti disturbato durante l’attacco. Peraltro il sonno frequentemente riferito come una sorta di terapia per tentare di far terminare un attacco dice ancora Ferini-Strambi.

Propriet antidolorifiche

I soggetti emicranici riportano insonnia anche nei periodi liberi da attacchi dolorosi, ed esami strumentali hanno evidenziato che il problema non legato a una difficolt di addormentamento, ma a una riduzione sia del tempo di sonno, sia della percentuale di sonno profondo, in particolare lo stadio 3 non-Rem. Un sonno frammentato da risvegli e una ridotta percentuale di stadio 3 non-Rem sono fenomeni che sono stati osservati nella notte precedente l’attacco emicranico. Visto che insonnia e cefalea possono in qualche modo rinforzarsi l’un l’altra, sono stati effettuati numerosi studi sulla loro interazione con la qualit della vita. Alcune ricerche hanno anche evidenziato come l’insonnia impatti negativamente sui risultati dei protocolli terapeutici applicati a persone con cefalea o dolore cronico — dice ancora Ferini-Strambi —. Inoltre, un recente studio prospettico condotto su oltre diciottomila adulti norvegesi ha dimostrato che l’insonnia e il dolore cronico sono fattori di rischio per il successivo sviluppo di ansia o depressione. In questa rete di complicati rapporti tra sonno, sindromi dolorose e disturbi ansioso-depressivi, non andrebbe mai sottovalutato il ruolo terapeutico che pu avere il sonno in virt delle sue naturali propriet antidolorifiche.

Psicoterapia e farmaci

Di recente sono stati realizzati trial clinici che hanno dimostrato queste importanti propriet del sonno — dice Ferini-Strambi —. Per esempio, sono stati realizzati dei trial che hanno messo in mostra come la terapia cognitivo-comportamentale, terapia di prima scelta per l’insonnia, sia efficace nel ridurre la frequenza di attacchi di emicrania e anche l’intensit del dolore. Nella pratica clinica possibile provare a migliorare il sonno notturno e contemporaneamente prevenire gli episodi di emicrania ricorrendo ad alcuni specifici farmaci. E all’orizzonte della ricerca si stanno affacciando nuove ipotesi sui meccanismi patofisiologici dell’emicrania, uno dei quali vede il coinvolgimento del sistema glinfatico. Si tratta di un sistema spazzino che ha il compito di ripulire il cervello da tutte le sostanze di scarto, tra cui la beta-amiloide, una proteina coinvolta anche nello sviluppo della demenza di Alzheimer. Il sistema glinfatico funziona soprattutto durante il sonno, e in particolare durante il sonno profondo non-Rem. I farmaci in grado di aumentare questo tipo di sonno potrebbero quindi avere un ruolo anche nel controllo dell’emicrania.

30 gennaio 2023 (modifica il 30 gennaio 2023 | 17:08)

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