Città metropolitana di Napoli, deleghe solo al centrosinistra. Vicesindaco, in pole Cirillo

Città metropolitana di Napoli, deleghe solo al centrosinistra. Vicesindaco, in pole Cirillo

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politica Mezzogiorno, 22 marzo 2022 – 08:34 Di Lello possibile dg. Patto per Napoli, attesa per la convocazione. Stipendi di giunta e consiglio, verso l’aumento dal mese di aprile di Paolo Cuozzo Il voto in Città metropolitana ha fatto «saltare» Esposito e Borriello, capigruppo di Pd e M5S, i partiti che hanno candidato Gaetano Manfredi nella corsa a sindaco. Il primo si è dimesso, il secondo è stato sfiduciato. Tensioni politiche, equilibri interni saltati, ordini di scuderia non rispettati sono alla base di questa rivoluzione abbastanza silenziosa che si è consumata al Comune di Napoli per quella che è stata la prima vera crisi politica nella maggioranza che sostiene Manfredi. Che in questo contesto si appresta ad assegnare le deleghe in Città metropolitana. A cominciare da quella — a titolo gratuito ma sicuramente operativa — del vicesindaco; incarico operativo, ovviamente, in funzione delle deleghe che il sindaco Manfredi vorrà assegnare al suo vice. E in piazza Matteotti sono tre i settori rilevanti: strade, urbanistica e scuola. Si vedrà. Il toto nomiA quanto pare, in pole per questo ruolo c’è Giuseppe Cirillo, sindaco di Cardito, persona vicinissima al leader regionale Dem Mario Casillo, ma legato anche a Manfredi, che ha sostenuto con forza in campagna elettorale. Cirillo, il più votato tra tutti gli eletti con 3.703 preferenze, era candidato con la lista «Progressisti-Riformisti», sintesi di Pd e deluchiani. Rispetto al predecessore Luigi de Magistris, Manfredi assegnerà le deleghe solo alla maggioranza, quella che l’ha sostenuto e che lo sostiene a Palazzo San Giacomo, come del resto è normale. Quindi solo a 17 consiglieri su 24, che non percepiranno per la funzione alcun gettone. A tutti spetterà invece un addetto di staff. E i partiti sono in grande fermento per questi 24 incarichi. Presto Manfredi sceglierà anche il direttore generale della Città metropolitana, ruolo da 240 mila euro annui per il quale Marco Di Lello, origini socialiste, ex assessore regionale con Bassolino ed ex parlamentare, sarebbe in pole . Anche Di Lello è ritenuto nell’orbita casilliana. Dopo l’insediamentoUna volta insediato il Consiglio metropolitano il centrosinistra affronterà, ovviamente insieme con il sindaco, il tema delle Municipalità, dove tutto è incredibilmente fermo a oltre cinque mesi dall’elezione, fino a quando non verranno indicati i dieci vicepresidenti e i tre assessori per ognuna delle dieci ex Circoscrizioni napoletane. Intanto l’ufficio del personale del Comune di Napoli ha avviato l’iter per applicare la legge finanziaria che stabilisce l’aumento dello stipendio di sindaco, assessori, presidente del Consiglio comunale e di tutti gli eletti collegati a queste cariche. Compresi, però, i manager delle società Partecipate i cui stipendi sono parametrati all’80 per cento dello stipendio del sindaco. Se non dalla mensilità di marzo, da quella di aprile dovrebbe scattare l’aumento dello stipendio perché si starebbe lavorando per far partire contestualmente gli aumenti sia per l’amministrazione — quindi sindaco e giunta — che per il consiglio e le Municipalità. L’aumento sarà graduale fino alla fine del 2024. Per quell’epoca i sindaci delle Città metropolitana — in questo caso, il primo cittadino napoletano — potranno percepire quanto il presidente della Regione. In pratica, il doppio rispetto ai circa 4.500 euro netti al mese dello stipendio attuale di Manfredi. Compenso probabilmente non commisurato alle responsabilità del sindaco della terza città d’Italia. Patto per NapoliNon è però da escludere che l’aumento per amministratori e consiglieri arrivi dopo la firma del «Patto per Napoli», per il quale è attesa ad ore una convocazione. Anche il Consiglio comunale di Palermo ha infatti dato il suo ok e ora non esistono più impedimenti formali per il governo nella convocazione delle quattro città interessate: Napoli, appunto, Palermo, Torino e Reggio Calabria. Una firma, quella del «Patto», che per il Comune significa 1,23 miliardi di euro in 21 anni a fondo perduto, ma che per i napoletani equivale all’aumento dei tributi locali tra nove mesi. 22 marzo 2022 | 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-22 07:35:00, Di Lello possibile dg. Patto per Napoli, attesa per la convocazione. Stipendi di giunta e consiglio, verso l’aumento dal mese di aprile,

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