di ALDO CAZZULLO
Gli Agnelli, i Ferragnez, i Calenda, i Prada… Michele Masneri ridisegna le dinastie del Paese in un saggio edito da Rizzoli. Ecco come sono cambiate le grandi famiglie. Ovviamente borghesi
Noi italiani non abbiamo un rapporto maturo con il potere, n con il denaro. Ha fatto i soldi un’espressione negativa, da pronunciare in un misto di sospetto e diffidenza: se ha fatto i soldi deve aver fatto qualcosa di male, o almeno di losco. Per questo preferiamo chi i soldi non li ha o, meglio ancora, chi li ha da sempre. Le Dinastie appunto. Titolo di uno storico libro di Enzo Biagi, che ora ritorna per la penna brillante di Michele Masneri, firma del Foglio, che ha pubblicato da Rizzoli un saggio per raccontare com’ cambiato il capitalismo e come sono cambiate le grandi famiglie. Un cambiamento evidente fin dal sottotitolo: Da Prada ai Ferragnez, ritratti della vera nobilt italiana. Quella senza blasone.
Anche nella commedia all’italiana — fa notare Masneri — c’ sempre un povero che tenta di cambiare classe, di diventare ricco, e viene sempre punito, tra le risate, e fatto tornare al suo stato iniziale (Sordi nel Conte Max, o in Una vita difficile, Gassman nel Sorpasso…). L’ascensore sociale, in Italia, non che abbia mai funzionato molto. Nel film pi bello mai fatto sui ricchi italiani, Il vedovo, ispirato a un delitto realmente accaduto, Alberto Sordi imprenditore fallito romano le prova tutte per emanciparsi dalla moglie Elvira (Franca Valeri), capitalista milanese che lo chiama cretinetti. Fallito come costruttore di ascensori, lui allora progetta di farla fuori, in un incidente proprio d’ascensore. Ovviamente ci finir poi lui.
Masneri ha diviso le sue dinastie per citt. Milano continua a produrre un’alta borghesia anche delle idee capace di imporsi non solo in Italia ma anche all’estero, pure su Instagram, nuova fabbrica dei sogni di cui diventata capitale. Si parte dai Prada: di Miuccia l’autore racconta il suo lato Giulia Maria Crespi, quando compra immense tenute come l’ultima in Maremma, con spirito ecologico: e pure agnellesco, quando scappa in elicottero a vedere un oscuro museo. Poi ci sono i Boeri, dinastia del design ma anche della politica (figura centrale, il maggiordomo sardo che sovrintendeva ai piccoli Boeri quando la mamma molto femminista Cini era assente e diceva: Il signorinno non in casa, in manifestazionnne). Quindi i Moratti (anche Letizia ha cominciato a fare i suoi video mentre cucina) e naturalmente i Ferragnez, la nostra informale royal family, all’apice di un sistema di classi che sono ormai social, non sociali. Ma se loro sono i nostri Reali, sotto si pone tutta un’aristocrazia, e poi valvassori e valvassini, e poi borghesia, grande e piccola, che li imita. Nel libro si racconta il momento di formazione della dinastia, il matrimonio del 2018 tra Fedez e Chiara, nasce anche il brand The Ferragnez, in una Noto blindata come per un G8, tra mamme che spingono le figlie fino in cima al campanile per cercare di spiare nella zona rossa dove si svolge lo sposalizio e il vescovo che compone un rap in onore della coppia. Si intitola La parola della bellezza, un rap freestyle contro il nichilismo di Dostoevskij e i pericoli dei selfie (ricorda che la bellezza ha annegato Narciso / rischi molto perci se tu specchi troppo il viso) ma rientra nel pi vasto programma di evangelizzazione popolare, anzi di Pop-Theology, titolo del libro pubblicato dal vescovo nel 2018, manifesto di una teologia incarnata, pi vicina alle nuove generazioni, come egli stesso la definisce.
A Roma, scrive Masneri, rimasto tutto analogico, e la borghesia rimane un miraggio, come gli autobus funzionanti o le strade senza buche. A Roma la borghesia cerca soprattutto di somigliare all’unica classe da sempre dominante, l’aristocrazia, e le mamme anche modernissime continuano a sognare per le figlie non un master a Stanford ma un Principe assistente al soglio pontificio. Non a caso prospera una fantastica finta aristocrazia, coi suoi finti cognomi e predicati nobiliari, perfettamente integrata nella societ, che ne divertita.
Personaggio centrale della Roma di Masneri Giovanni Malag, intervistato nel suo ufficio al Coni, con le foto di Sabaudia e di Agnelli alle pareti, gli addetti stampa che faticano a stargli dietro, lui che rimprovera l’autore — te sto a d un sacco di chicche; per concentrazione! —, senza smentire la leggenda: Malag e Gianni Letta sono gli unici potenti che rispondono sempre in giornata a tutti, e per tre motivi. Primo, se non lo fai poi il lavoro si accumula. Secondo, per educazione. Terzo, per i clienti, un insegnamento di mio padre. Ogni telefonata pu essere un cliente e se non gli rispondi pu cambiare idea. Il padre Vincenzo Malag, novantenne, chioma candida, fatto Cavaliere del Lavoro da Ciampi. Loro hanno il pi bel concessionario del mondo. Malag racconta anche il suo Aniene con le procedure di selezione, e il nome dei candidati in prova che rimane mesi esposto al pubblico ludibrio. E il caso del Suv che gli hanno rubato la scorsa estate, vicenda che pare uscita dal film Yuppies in cui Ezio Greggio mercante d’auto si sempre detto ispirato a lui. (In sintesi: una banda di ladri napoletani arriva a Roma in cerca di Suv di lusso, va ai Parioli, trova il Levante di Malag, lo prende. Si buttano allora in autostrada, ma alla vista di una pattuglia, lo abbandonano in un fosso).
Poi ci sono i Calenda, una dinastia tra cinema e politica, e anche un padre economista finito nelle sgrinfie del Madoff dei Parioli, che poi scriver un romanzo a chiave, I soldi sono tutto, in cui c’era pure un figlio primogenito, adorato dalla madre e precocemente affermato all’estero come investment banker, la cui sola esistenza sembra rinfacciare al padre la sua mediocrit. Per chiudere con la capitale, una vera dinastia da Grande Bellezza: i Ludovisi, gi principi di Piombino, oggi rappresentati dall’ultima principessa, una texana che un personaggio da film: vive nel suo palazzo affrescato da Caravaggio (e messo all’asta) coi parenti che le staccano la corrente, e precisa: Io sono altezza serenissima. Siamo solo in quattro a Roma. infatti sovrana di Piombino. E dell’Elba. Anche se sull’isola i Boncompagni-Ludovisi non ci andavano quasi mai: A un certo punto, dopo il Congresso di Vienna, l’abbiamo venduta; come chi si vende la seconda casa a Santa Marinella e investe in Bot. I Boncompagni-Ludovisi oltre a essere serenissimi sono litigiosissimi: la principessa in causa con tutti i figli dell’ex marito, i quali — assicura l’autore sono pure in lite tra di loro. Un mio amico di Washington — conclude la principessa — mi ha detto di guardare Succession: l’ho visto, ma quelli sono dei dilettanti in confronto.
Ma in un libro di Masneri, biografo di Marchionne, non poteva mancare Torino. C’ Ginevra Elkann, con la sua nuova vita romana, adesso pure separata, e il cinema. Che smentisce alcune leggende sugli Agnelli, tipo quella che a casa loro non si mangiasse. Si mangiava, s. Magari certe volte erano a dieta, ecco. C’ John con la sua liberazione dal fardello Fiat; c’ anche il ramo Agnelli di Andrea, quello con troppi denti e troppe sopracciglia, come diceva l’Avvocato. E poi c’ la nostra sterminata provincia globale: i Panini di Modena, i Beretta di Brescia, gli Agnelli, quelli delle pentole. Ma la mutazione dell’imprenditoria si vede ancora di pi nella storia di Silvio Scaglia, che passa dalla fama al carcere e diventa una serie Netflix.
Il volume
Michele Masneri, Dinastie. Da Prada ai Ferragnez, ritratti della vera nobilit italiana. Quella senza blasone, Rizzoli (pp. 192, euro 17). Nel volume, l’autore tratteggia le casate della grande borghesia italiana Michele Masneri (Brescia, 1974) giornalista. Una parte dei testi che compongono Dinastie apparsa per la prima volta sul Foglio, per cui Masneri scrive. La galleria di ritratti tratteggiata da Masneri comprende famiglie come gli Agnelli- Elkann, i Prada, i Moratti, la coppia Fedez-Chiara Ferragni, i Calenda, i Malag, i De Benedetti. Il volume di Masneri si apre con un’amara constatazione da parte del suo autore: in Italia l’ascensore sociale non funziona, soprattutto in alcune citt. Scrive Masneri: Uno studio qualche tempo fa calcolava che oggi le prime dieci famiglie fiorentine per status e censo sono le stesse del XV secolo
6 dicembre 2022 (modifica il 6 dicembre 2022 | 21:15)
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, 2022-12-06 20:17:00, Gli Agnelli, i Ferragnez, i Calenda, i Prada… Michele Masneri ridisegna le dinastie del Paese in un saggio edito da Rizzoli. Ecco come sono cambiate le grandi famiglie. Ovviamente borghesi , ALDO CAZZULLO