«Club Tenco e Sanremo:    relazioni sempre più virtuose»

«Club Tenco e Sanremo: relazioni sempre più virtuose»

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di Chiara Maffioletti

Il presidente della rassegna racconta le novità. A Marracash la Targa per album dell’anno: «Anche oggi ho messo il disco, ma faccio fatica…»

«Il guaio è che io ‘un ce la faccio proprio a stare dietro alla parole». Ride Sergio Staino, istituzione culturale vivente oltre che presidente del Club Tenco. Fino a sabato è in programma la 45a edizione della Rassegna della Canzone d’autore, ovvero del Premio Tenco. Tra chi tornerà a casa con una Targa c’è anche Marracash, album dell’anno con «Noi, loro, gli altri». «Io anche oggi ho messo il disco per ascoltare quello che dice, ma faccio fatica… però i cinquanta giornalisti in giuria l’hanno votato ed è giusto così, se no l’innovazione a cosa serve?».

Il Premio è cambiato?

«Continua a svolgere il suo lavoro ma tenendo conto che il tempo passa e non si può continuare a ripetere solo le cose di una volta. Guccini, Vecchioni, lo stesso Paolo Conte sono stati tra i fiori all’occhiello del Tenco, nato in contrapposizione aperta con Sanremo. Ora come puoi pensare di fare una cosa “contro” quando ormai tanti Premi Tenco sono poi arrivati al Festival. E viceversa».

Le serate sono condotte all’Ariston da Antonio Silva e Morgan.

«Per Morgan ho una stima enorme: è un pazzo come tutti i geni e dalla genialità irrazionale ti devi aspettare anche degli scherzi. Tipo io questa sera devo andare a cena con lui, ma ci sarà?».

Che rapporto c’è oggi tra il Tenco e Sanremo?

«Un rapporto virtuoso, io vorrei lo fosse anche di più. Vivo a Scandicci ma mi ha sempre colpito questa Liguria, territorio della musica d’autore. Vorrei più sinergia».

Gli artisti sono particolarmente onorati nel ricevere questo Premio. Perché?

«Tutti, devo dire anche Claudio Baglioni, quest’anno. C’è chi, tra i vecchi cultori della musica d’autore, ha avuto da ridire anche su di lui, ma ho risposto che si vede che sono fuori dal tempo: si sono fermati alla maglietta fina e non hanno colto la meraviglia e la poesia dei suoi testi».

Altri nomi di cui va fiero?

«Jurij Ševcuk: sono stato io a volerlo premiare. Ha un successo enorme, artisticamente è un grande e anche politicamente: un democratico, aperto ai sentimenti di pace che dovrebbero guidare tutti. Avere un cantautore russo era un davvero bel segnale. Non posso essere tra chi butta via Dostoevskij perché russo».

È sempre dell’idea che la Rai possa fare di più per il Tenco?

«Questa’anno non posso lamentarmi: ho avuto un’attenzione culturalmente molto intensa da parte di Fuortes e credo che andremo ancora a migliorare. Le caratteristiche di questa manifestazioni sono uniche e ora mi pare che tutti l’abbiano capito».

20 ottobre 2022 (modifica il 20 ottobre 2022 | 20:33)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-20 18:48:00,

di Chiara Maffioletti

Il presidente della rassegna racconta le novità. A Marracash la Targa per album dell’anno: «Anche oggi ho messo il disco, ma faccio fatica…»

«Il guaio è che io ‘un ce la faccio proprio a stare dietro alla parole». Ride Sergio Staino, istituzione culturale vivente oltre che presidente del Club Tenco. Fino a sabato è in programma la 45a edizione della Rassegna della Canzone d’autore, ovvero del Premio Tenco. Tra chi tornerà a casa con una Targa c’è anche Marracash, album dell’anno con «Noi, loro, gli altri». «Io anche oggi ho messo il disco per ascoltare quello che dice, ma faccio fatica… però i cinquanta giornalisti in giuria l’hanno votato ed è giusto così, se no l’innovazione a cosa serve?».

Il Premio è cambiato?

«Continua a svolgere il suo lavoro ma tenendo conto che il tempo passa e non si può continuare a ripetere solo le cose di una volta. Guccini, Vecchioni, lo stesso Paolo Conte sono stati tra i fiori all’occhiello del Tenco, nato in contrapposizione aperta con Sanremo. Ora come puoi pensare di fare una cosa “contro” quando ormai tanti Premi Tenco sono poi arrivati al Festival. E viceversa».

Le serate sono condotte all’Ariston da Antonio Silva e Morgan.

«Per Morgan ho una stima enorme: è un pazzo come tutti i geni e dalla genialità irrazionale ti devi aspettare anche degli scherzi. Tipo io questa sera devo andare a cena con lui, ma ci sarà?».

Che rapporto c’è oggi tra il Tenco e Sanremo?

«Un rapporto virtuoso, io vorrei lo fosse anche di più. Vivo a Scandicci ma mi ha sempre colpito questa Liguria, territorio della musica d’autore. Vorrei più sinergia».

Gli artisti sono particolarmente onorati nel ricevere questo Premio. Perché?

«Tutti, devo dire anche Claudio Baglioni, quest’anno. C’è chi, tra i vecchi cultori della musica d’autore, ha avuto da ridire anche su di lui, ma ho risposto che si vede che sono fuori dal tempo: si sono fermati alla maglietta fina e non hanno colto la meraviglia e la poesia dei suoi testi».

Altri nomi di cui va fiero?

«Jurij Ševcuk: sono stato io a volerlo premiare. Ha un successo enorme, artisticamente è un grande e anche politicamente: un democratico, aperto ai sentimenti di pace che dovrebbero guidare tutti. Avere un cantautore russo era un davvero bel segnale. Non posso essere tra chi butta via Dostoevskij perché russo».

È sempre dell’idea che la Rai possa fare di più per il Tenco?

«Questa’anno non posso lamentarmi: ho avuto un’attenzione culturalmente molto intensa da parte di Fuortes e credo che andremo ancora a migliorare. Le caratteristiche di questa manifestazioni sono uniche e ora mi pare che tutti l’abbiano capito».

20 ottobre 2022 (modifica il 20 ottobre 2022 | 20:33)

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, Chiara Maffioletti

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