Secondo una indagine condotta dall’Ancodis (Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici) i compensi dei collaboratori sono davvero modesti: detratte le tasse molto spesso si arriva a mala pena ad una retribuzione di 10 euro all’ora.
Da un esame di un ampio numero di contratti integrativi di istituto risulta che il riconoscimento economico annuale lordo è compreso tra 1000 e 3000 per il 67% dei docenti, mentre il 15% arrivaad una cifra tra 3000 e 4000 euro e solamente il 6% supera i 4000; ma c’è anche un bel 12% che non arriva neppure a 1000 euro.
Senza considerare che più del 35% dei collaboratori lavora senza esonero dall’insegnamento, mentre il 40% con esonero parziale e soltanto il 25% con esonero totale.
“E’ evidente – sottolinea il presidente della associazione Rosolino Cicero – che a fronte della riconosciuta complessità di una scuola, la retribuzione per chi accetta l’incarico aggiuntivo viola palesemente la professionalità di migliaia di donne e uomini che piuttosto meriterebbero un congruo riconoscimento sia per la quantità di ore dedicate alla loro comunità scolastica che per la qualità del lavoro espletato nelle diverse modalità”.
“Il lavoro aggiuntivo di questi docenti impegnati fuori dagli ambienti di apprendimento ai sensi dell’articolo 40 del CCNL – denuncia Cicero – vale di fatto poco più di 10 euro all’ora! In quale altro settore della pubblica amministrazione si rileva un tale ingiusto e umiliante trattamento economico? In quale altro comparto della Funzione pubblica il lavoro di alto profilo organizzativo è sottopagato al pari forse di un lavoro in nero?”
Come uscire da questa situazione che, secondo Ancodis, sta diventando sempre più insostenibile?
“La nostra proposta – afferma Rosolino Cicero – è chiara: in attesa della costituzione del middle management scolastico in una specifica area contrattuale, per le figure di sistema previste dal contratto e dalla vigente normativa si proceda ad incrementare la voce retributiva e a determinare fasce di retribuzione sulla base della complessità dell’istituzione scolastica (numero di plessi, popolazione scolastica, territorialità della sede di servizio, condizioni socio-economiche delle famiglie).”
“Le risorse dedicate alle attività di governance scolastica – conclude il presidente di Ancodis – devono essere stabilite in sede di contrattazione regionale lasciando alla totale responsabilità dirigenziale l’assegnazione delle stesse ai lavoratori sulla base dell’organigramma deliberato, dell’incarico ricevuto, del carico di lavoro aggiuntivo, delle competenze acquisite e della formazione specifica conseguita.”
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