di Aldo Grasso
Il programma è la cartina di tornasole dei cambiamenti che stanno caratterizzando il modo di fruire la televisione. Soprattutto per quanto riguarda gli spettatori più giovani
«Il collegio» , arrivato alla sua settima edizione quest’anno, è la cartina di tornasole dei cambiamenti che stanno caratterizzando i modi di guardare la televisione, soprattutto per quanto riguarda gli spettatori più dinamici e «meno televisivi», i giovani. L’edizione di quest’anno, ambientata negli anni Cinquanta, sembra non aver accontentato a sufficienza il bisogno di continue novità delle «Generazioni Z» e «Alpha» (i nati dopo il Duemila), nonostante i molti cambiamenti inclusi nella trasmissione: dopo la trionfale edizione del 2020 — quando gli ascolti televisivi erano anche fortemente condizionati da pandemia e lockdown — con quasi 2,5 milioni di spettatori, e il 10,8% di share, l’anno passato il programma si è attestato poco sopra il milione di spettatori medi (6,1% di share), anche a causa di qualche errore di programmazione da parte della Rai. «Il collegio» di quest’anno è quindi partito molto lento: in due puntate 1 milione di spettatori, il 5,8% della platea complessiva.
Cosa è accaduto? Ce lo raccontano i dati: il target più forte per il programma, quello con età compresa fra 8 e 14 anni, si è quasi dimezzato passando dal 43% di share al 22%. Nel frattempo Rai2 è stata progressivamente demolita, con una programmazione sconclusionata e priva di una identità. Va però considerato un aspetto importante nel valutare un programma come «Il collegio»: come è intuibile, quasi un 20% di spettatori «aggiuntivi» (poco meno di 200mila) guardano il prodotto in streaming, su RaiPlay e gli altri spazi online targati Rai. Il programma è cioè in vetta alla classifica della settimana dei programmi in «total audience», ovvero fruito on-demand, nei giorni successivi alla programmazione, attraverso SmartTv, Smartphone, tablet etc. Il dato di quest’anno resta così analogo a quello dello scorso anno, vicino a 1,2 milioni di spettatori medi. (a.g.)
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca e iPort Nielsen su dati Auditel
22 ottobre 2022 (modifica il 22 ottobre 2022 | 20:51)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-10-22 19:20:00,
di Aldo Grasso
Il programma è la cartina di tornasole dei cambiamenti che stanno caratterizzando il modo di fruire la televisione. Soprattutto per quanto riguarda gli spettatori più giovani
«Il collegio» , arrivato alla sua settima edizione quest’anno, è la cartina di tornasole dei cambiamenti che stanno caratterizzando i modi di guardare la televisione, soprattutto per quanto riguarda gli spettatori più dinamici e «meno televisivi», i giovani. L’edizione di quest’anno, ambientata negli anni Cinquanta, sembra non aver accontentato a sufficienza il bisogno di continue novità delle «Generazioni Z» e «Alpha» (i nati dopo il Duemila), nonostante i molti cambiamenti inclusi nella trasmissione: dopo la trionfale edizione del 2020 — quando gli ascolti televisivi erano anche fortemente condizionati da pandemia e lockdown — con quasi 2,5 milioni di spettatori, e il 10,8% di share, l’anno passato il programma si è attestato poco sopra il milione di spettatori medi (6,1% di share), anche a causa di qualche errore di programmazione da parte della Rai. «Il collegio» di quest’anno è quindi partito molto lento: in due puntate 1 milione di spettatori, il 5,8% della platea complessiva.
Cosa è accaduto? Ce lo raccontano i dati: il target più forte per il programma, quello con età compresa fra 8 e 14 anni, si è quasi dimezzato passando dal 43% di share al 22%. Nel frattempo Rai2 è stata progressivamente demolita, con una programmazione sconclusionata e priva di una identità. Va però considerato un aspetto importante nel valutare un programma come «Il collegio»: come è intuibile, quasi un 20% di spettatori «aggiuntivi» (poco meno di 200mila) guardano il prodotto in streaming, su RaiPlay e gli altri spazi online targati Rai. Il programma è cioè in vetta alla classifica della settimana dei programmi in «total audience», ovvero fruito on-demand, nei giorni successivi alla programmazione, attraverso SmartTv, Smartphone, tablet etc. Il dato di quest’anno resta così analogo a quello dello scorso anno, vicino a 1,2 milioni di spettatori medi. (a.g.)
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca e iPort Nielsen su dati Auditel
22 ottobre 2022 (modifica il 22 ottobre 2022 | 20:51)
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