Mykhailo, magro e sfigurato:  il combattente dell’Azovstal dopo mesi di prigionia russa  

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«Guardate come lo hanno ridotto» dice al Corriere Katherina Prokopenko, moglie del comandante dell’Azov. «Felice che mio marito sia ora in Turchia ma sono preoccupata per le migliaia di difensori ancora in mano russa»

Mykhailo Dianov è uno dei combattenti ucraini liberati nello scambio i prigionieri di mercoledì. Aveva fatto il giro del mondo la foto di lui che regge una tazza con un braccio ferito appeso al collo e l’altra mano che fa la «V» in segno di vittoria, un sorriso accennato nel buio dell’Azovstal della Mariupol accerchiata dai russi. Uno scatto di Dmytro «Orest» Kozatsky, fotografo di Azovstal, pure lui ora libero.

Una delle immagini simbolo della resistenza di questi combattenti piegati da mesi di assedio dentro l’acciaieria ma indomiti. A guardarlo ora, però, questo marine è irriconoscibile. A guardare come lo hanno ridotto quattro mesi di prigionia russa, l’entusiasmo per il suo rilascio, a dir poco, si smorza. L’immagine diffusa sui social da una giornalista ucraina mostra le sue costole in evidenza, il braccio deformato come se fosse stato compresso a lungo, le borse enormi sotto gli occhi, di uno deprivato del sonno. Segni di cicatrici fisiche e morali che non hanno comunque spento del tutto il suo sorriso, anche qui, accennato.

«Guardate come lo hanno ridotto, questa foto è un pugno nello stomaco, penso a quello che stanno vivendo ancora gli altri difensori ucraini finiti in mano russa» dice al «Corriere» Katherina Prokopenko, moglie del super comandante del reggimento Azov.

«Provo emozioni contrastanti: sono felicissima che Dennis sia vivo, che sia stato estradato in Turchia, ma sono molto preoccupata per gli altri prigionieri, sono migliaia, la nostra battaglia non è finita» dice da Washington dove si trova da giorni per sensibilizzare alla causa anche senatori e deputati del Congresso. «Non vedo l’ora di poter riabbracciare Dennis, ma non mi hanno comunicato ancora dove e quando posso raggiungerlo. Mi ha chiamato dalla Turchia, una telefonata brevissima, di nemmeno un minuto: mi ha detto che si trova in un posto sicuro, che sta facendo dei controlli medici, che mi ama».

23 settembre 2022 (modifica il 23 settembre 2022 | 22:45)

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, 2022-09-24 05:35:00, «Guardate come lo hanno ridotto» dice al Corriere Katherina Prokopenko, moglie del comandante dell’Azov. «Felice che mio marito sia ora in Turchia ma sono preoccupata per le migliaia di difensori ancora in mano russa» , Alessandra Muglia

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