di Anna Fregonara
Vasocostrizione, metabolismo, brividi e ipotermia: i sistemi messi in atto sulla base dei messaggi che arrivano al cervello dai recettori cutanei
L a nostra sensibilit termica dipende da due organi: La cute, che ha due distinte vie sensoriali, una per il freddo e una per il caldo, e il cervello, spiega il neurofisiologo Matteo Cerri, autore di La cura del freddo (Einaudi). La cute – dice – misura la nostra temperatura di braccia, gambe e orecchie, che spesso pi prossima alla temperatura ambientale. L’invio al cervello di quanto freddo e quanto caldo fa avviene attraverso i recettori termici o termocettori cutanei che non funzionano come un termometro: non misurano con precisione la temperatura, ma sono sensibili alle sue variazioni.
Le informazioni
Le molecole che fungono da termocettori sono frutto di scoperte recenti per le quali David Julius ha vinto il premio Nobel per la Medicina nel 2021 assieme ad Ardem Patapoutian. Appartengono a una grande famiglia di sostanze (proteine canale) chiamata Trp (Transient Receptor Potential). Ogni suo membro specializzato nella percezione di un particolare intervallo termico. In ogni momento, quindi, la temperatura che il nostro cervello percepisce la sinfonia che risulta dall’attivazione di diversi termocettori, come se fossero gli strumenti di un’orchestra. Le informazioni termiche che la cute manda al cervello arrivano in una zona chiamata area preottica. Si trova nell’ipotalamo, una regione al centro del cervello e che supervisiona alla nostra sopravvivenza, sia in termini di mantenimento delle funzioni vitali, sia di attivazione dei comportamenti necessari alla sopravvivenza dell’individuo e della specie, prosegue l’esperto. L’area preottica, grazie a termocettori specifici, misura anche la nostra temperatura corporea centrale che s costante (tra i 36,5 e i 37,5), ma solo in quella regione del corpo chiamata Core che costituita da cervello e organi toracici e addominali. Non appena i termocettori periferici cutanei comunicano se l’ambiente si sta raffreddando (o riscaldando), il cervello attiva i meccanismi di difesa della temperatura del Core, prima che questo si raffreddi (o si riscaldi). Il meccanismo si chiama risposta omeostatica predittiva.
Le reazioni
La prima arma antifreddo la vasocostrizione. Il cervello schiera le sue difese, con un ordine gerarchico, attraverso l’attivazione di una branca del sistema nervoso autonomo che si chiama sistema nervoso simpatico. La prima difesa l’isolamento. I vasi cutanei riducono il loro diametro e alle estremit arriva meno sangue (vasocostrizione; per questo al freddo siamo pallidi). In questo modo, si abbassa la perdita di calore e questo potrebbe essere sufficiente. una difesa molto economica perch non richiede dispendio energetico, ma la sua efficacia limitata, precisa l’esperto. La seconda arma il metabolismo. Se la vasocostrizione non sufficiente, il cervello ordina ad alcuni organi di aumentare il metabolismo: La tiroide produrr pi ormone tiroideo, la ghiandola surrenale pi adrenalina e cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress, e il tessuto adiposo bruno inizier ad attivarsi. Questo particolare tipo di tessuto specializzato nel consumare energia per produrre calore. Nei soggetti obesi, per, ha smesso di funzionare e questa una delle possibili cause dell’epidemia di obesit nei paesi occidentali, precisa Cerri. La localizzazione del grasso bruno strategica, essendo mirata a riscaldare il sangue che va al cervello e il midollo spinale. Si trova, infatti, intorno ai grossi vasi arteriosi del collo e del mediastino, lo spazio mediano della cavit toracica compreso tra i polmoni, e vicino a ogni vertebra. Il tessuto adiposo bianco ha invece altri due scopi: un deposito di energia e aumenta l’isolamento del corpo dall’esterno. Un po’ di questo tessuto (non troppo) necessario per poter avere una riserva energetica a cui attingere durante il giorno. . La successiva difesa , invece, a carico dei muscoli che possono favorire il meccanismo del brivido. Il muscolo in questa circostanza attiva rapide contrazioni il cui scopo non quello di farci muovere, ma di ottenere calore. Infine, se anche questo non fosse sufficiente perch il freddo troppo intenso, come accade per gli alpinisti o i naufraghi, allora il cervello cambia strategia e adotta la quarta opzione, conclude l’esperto. Spegne tutte le attivit che consumano energia e si lascia raffreddare. In questo modo cerca di guadagnare tempo nella speranza che arrivi un aiuto esterno o che cambino le condizioni ambientali: si tratta dell’ipotermia accidentale che purtroppo causa ancora morti anche in occidente.
18 dicembre 2022 (modifica il 18 dicembre 2022 | 15:21)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-12-18 14:21:00, Vasocostrizione, metabolismo, brividi e ipotermia: i sistemi messi in atto sulla base dei messaggi che arrivano al cervello dai recettori cutanei, Anna Fregonara