Come è cambiata Confindustria: un’azienda su due opera nei servizi

Come è cambiata Confindustria: un’azienda su due opera nei servizi

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aziende

di Dario Di Vico03 ago 2022

Come è cambiata Confindustria: un'azienda su due opera nei servizi

La tabella è stata compilata dagli appositi uffici di Confindustria e inviata al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nell’ambito di un’indagine conoscitiva sulla rappresentatività delle parti sociali. Ma al di là dei suoi scopi istituzionali la stessa tabella è un piccolo documento di sociologia della rappresentanza e al tempo stesso apre nuove porte alla riflessione sulla «seconda modernità» del sistema Italia.

Come è cambiata Confindustria: un’azienda su due opera nei servizi

Sono iscritte a Confindustria oltre 150 mila imprese per un totale di circa 5,4 milioni di dipendenti e fin qui è materia da statistici per valutare il peso degli «aquilotti» sul totale degli occupati. Ma i dati più intriganti sono quelli che emergono subito dopo.

Nel ranking dei settori svettano i Servizi con 75 mila imprese (una su due!) e 1,6 milioni di addetti. Segue a ruota il Metalmeccanico con 16 mila imprese, ma soprattutto con 1,250 milioni di dipendenti. Il terzo gradino del podio è appannaggio del settore Trasporto con circa mezzo milione di addetti. Per trovare il secondo settore manifatturiero dopo i meccanici bisogna scendere ai 233 mila addetti del Tessile-Moda e subito dopo ai 225 mila Alimentaristi. Senza voler esagerare la portata di una tabella, i numeri forniti da Confindustria si prestano a più di qualche riflessione.

Sapevamo che l’occupazione moderna è legata alla crescita dei servizi, non sapevamo che ciò si riflettesse già così ampiamente dentro Confindustria, la cui immagine esterna è assimilata quasi totalmente alla manifattura. Non sapevamo poi come la forza del metalmeccanico fosse così straripante dentro la cittadella della manifattura stessa e ciò indica forse non solo la metamorfosi del settore, ma la sua capacità di catalizzare le novità che arrivano dal binomio tecnologia e innovazione. Ma, dulcis in fundo, è proprio l’incrocio organizzativo tra servizi e manifattura che apre le porte alla riflessione di cui sopra. Da oggi, infatti, chi chiederà che il Paese si doti di una moderna politica del terziario (in verità molto pochi) potrà bussare anche in Confindustria.

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, 2022-08-03 12:19:00, L’Italia è una potenza. Ma la metà delle aziende iscritte a Confindustria opera nei servizi. Nel nuovo contesto globale scaturito che ne sarà di quella che si vantava di essere la seconda manifattura d’Europa?, Dario Di Vico

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