di Renato Benedetto
Domenica 12 e luned 13 febbraio si vota per eleggere il presidente della Regione Lombardia e della Regione Lazio, e i rispettivi Consigli regionali; lo spoglio inizier luned alle 15, alla chiusura dei seggi. Ecco come votare, e qual la posta in gioco
Il 12 e 13 febbraio si vota per le elezioni regionali di Lombardia e Lazio: domenica urne aperte dalle 7 alle 23, luned dalle 7 alle 15, per scegliere presidente e consiglieri regionali. Lo spoglio inizier luned alla chiusura dei seggi.
Si gioca tutto in un turno solo: non come per i sindaci, per i presidenti di Regione non c’ ballottaggio. Vince il candidato governatore che prende pi voti: basta arrivare primi, anche senza avere il 50%. Per permettere poi al vincitore di poter contare su una maggioranza in consiglio regionale, previsto un premio. In Lombardia alle liste collegate al presidente eletto assegnato almeno il 55% dei seggi, se il vincitore ha ottenuto almeno il 40% dei voti alle urne; se invece ha preso pi del 44% dei voti, alla sua coalizione sar assegnato il 60% dei seggi. Nel Lazio invece il vincitore avr un premio del 20% (avr cio 10 seggi in pi, sui 50 totali del consiglio, rispetto a quelli ottenuti alle urne; il totale della sua coalizione non potr superare per il 60%). In sostanza, a differenza della Lombardia, nel Lazio la maggioranza non garantita.
Niente listino, preferenze (di genere)
Non ci sono listini bloccati: i candidati al consiglio regionale si devono sudare l’elezione con le preferenze. Sia la Lombardia sia il Lazio hanno infatti abolito il listino del presidente, che garantiva l’elezione certa a uomini di fiducia dei vincitori. Un elettore pu esprimere fino a due preferenze per i candidati in consiglio, ma deve fare attenzione alle regole per la parit di genere: nel caso si esprimano due preferenze, devono riguardare due candidati di sesso diverso. Se si scelgono due uomini o due donne, la seconda scelta sar annullata.
Il significato politico del voto
Non sono solo due regioni. Si vota, certo, per eleggere presidente e consiglieri regionali di Lombardia e Lazio, la scelta principalmente amministrativa. Ma alle urne sono chiamati quasi 12 milioni di elettori: praticamente un italiano su quattro. E gi questo pu dare la misura del valore politico delle elezioni in Lombardia e nel Lazio, le due regioni pi grandi d’Italia. il primo test elettorale dopo le elezioni politiche di settembre. E i partiti, con i loro leader, ne hanno capito presto l’importanza: la campagna elettorale ha creato fibrillazioni nella maggioranza di centrodestra; e anche nel centrosinistra si fatta sentire.
Un test per il governo
Sono anche un test politico: vale pure per la sottoscritta, dice Giorgia Meloni. Matteo Salvini parla di test sul gradimento del governo, Antonio Tajani di voto di fiducia per il governo. Gli esponenti dei principali partiti di centrodestra, insomma, su questo concordano. Ma le regionali non sono solo un test per la maggioranza. Sono anche una competizione tra partiti, anche nella stessa coalizione. I leader lo sanno bene. Nel centrodestra non c’ alcun malumore. C’ solo una campagna elettorale in corso, ha tagliato corto Antonio Tajani, riferendosi alle tensioni che hanno attraversato il centrodestra: dall’autonomia alla giustizia si sono succedute polemiche e distinguo. Ciascuno, chiaro, parla al proprio elettorato.
La gara nel centrodestra
La Lega, ad esempio, guarda con timore alla Lombardia: l, alle europee di quattro anni fa, aveva superato il 40%, alle elezioni dello scorso settembre si fermata al 13,9%. Quasi la met di Fratelli d’Italia, al 27,6%. Se la distanza tra il partito di Salvini e quello di Meloni dovesse aumentare sarebbe un problema. Non solo di Salvini, che pure potrebbe vedere messa in discussione la sua leadership. Ma anche di Giorgia Meloni, perch le fibrillazioni nella maggioranza che sostiene il suo governo rischierebbero di aumentare. La Lombardia, oltre che della Lega, anche il luogo di nascita di Forza Italia: anche gli azzurri guardano con timore a un arretramento rispetto alle politiche (7,9%).
Le alleanze variabili a sinistra
Il centrosinistra corre in assetto variabile. Il Pd affronta le elezioni in pieno congresso e per i candidati alla guida del partito il tema alleanze dirimente per il futuro. Privilegiare i 5 Stelle o Calenda-Renzi? Nel Lazio il Pd alleato con questi ultimi, oltre che con l’Alleanza verdi-sinistra, mentre i 5 Stelle corrono da soli. In Lombardia invece il Pd corre con il M5S, mentre Azione-Italia viva sostiene Moratti. Le elezioni diranno qualcosa sulle alleanze, ma bisogna precisare che il Pd alleato con il Movimento l dove incide di meno, in Lombardia, e lo sfida dove pi forte, nel Lazio, (dove il M5S era pure nella giunta uscente con lo stesso candidato, D’Amato). Nel centrosinistra anche gara a sottrarre al Pd lo scettro di primo partito: il Movimento prover ad avvicinarsi il pi possibile nel Lazio e i calendiani lo faranno in Lombardia.
I candidati
Nel Lazio gli sfidanti sono cinque. Per il centrodestra Francesco Rocca: con lui 6 liste, tra le quali Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e centristi. Per il centrosinistra Alessio D’Amato: 7 liste, tra cui Pd, Azione-Italia viva, Alleanza verdi-sinistra e +Europa. Per il Movimento 5 Stelle c’ Donatella Bianchi: 2 liste, quella del M5s e quella del Polo progressista. Due gli outsider: Rosa Rinaldi per Unione popolare di Luigi De Magistris e Sonia Pecorilli per il Pci.
In Lombardia i candidati sono quattro. Il centrodestra sta con il leghista Attilio Fontana, per lui 4 liste (FdI, Lega, FI, Noi moderati, Fontana presidente). Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra sostengono il dem Pierfrancesco Majorino (4 liste, c’ pure una civica). Letizia Moratti, ex vicepresidente della giunta Fontana, corre con due simboli: la sua lista e quella di Azione-Italia viva. Poi Mara Ghidorzi per Unione popolare.
12 febbraio 2023 (modifica il 12 febbraio 2023 | 07:28)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,