Con il M5S, con Italia viva o entrambi? Le urne riaprono le tensioni nel Pd

Con il M5S, con Italia viva o entrambi? Le urne riaprono le tensioni nel Pd

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dopo il voto
6 ottobre 2021 – 08:52

Dem divisi anche sulla lettura dei risultati. Rossi: ora avanti col patto giallorosso. Bonafè: nessuna indicazione

di Giorgio Bernardini

Con i Cinque Stelle o con Italia viva? È passato solo un giorno dalle elezioni amministrative e dalle suppletive della Camera che hanno incoronato Enrico Letta nel collegio Siena-Grosseto, e il Pd sembra di nuovo di fronte a un bivio. Il centrosinistra canta vittoria ma si trova a fare i conti con due letture opposte dei risultati elettorali, soprattutto guardando alle partite decisive dei prossimi mesi: quella delle Amministrative dell’anno prossimo a Pistoia e Lucca, e poi quella del 2023 che mette in palio la guida di Siena, Pisa e Massa. Si tratta di Comuni governati dal centrodestra, con l’importante eccezione di Lucca, una situazione per cui la dinamica appena andata in scena con le sconfitte di Grosseto e Montevarchi — dove sono stati riconfermati i sindaci che 5 anni fa avevano strappato le città al centrosinistra — dovrebbe suggerire più di un approfondimento.

Il problema è che il Pd si divide anche nella lettura dei dati. La segretaria regionale Simona Bonafè, durante i festeggiamenti per l’affermazione di Letta che pure correva col silenzio-assenso dei Cinque Stelle se non proprio con l’appoggio, ha detto che «da queste Amministrative non si ricavano messaggi politici sulle alleanze, ma il fatto che il Pd ha scelto i territori e i programmi locali venendo premiato». Somiglia molto a una porta chiusa verso lo sdoganamento urbi et orbi della coalizione giallorossa. Sul punto è ancora più esplicito il senatore Dem Andrea Marcucci, che su Twitter spiega: «L’area di evoluzione più naturale del centrosinistra è verso i liberaldemocratici».

Nel partito si risveglia subito la contrapposizione mai sopita tra gli ex renziani di ferro e l’area di sinistra, che rema nella direzione opposta. Valerio Fabiani, estromesso dalla segreteria regionale proprio per le sue critiche alla linea di chiusura verso il M5S, legge la tornata elettorale di domenica e lunedì esattamente nell’altra direzione: «Vince l’idea di un partito aperto e inclusivo, il tramonto della cosiddetta vocazione maggioritaria che ormai era una vocazione a perdere e condannava all’isolamento il Pd». La spinta verso il sodalizio giallorosso viene cavalcata anche dall’ex presidente della Toscana Enrico Rossi: «Dopo queste elezioni, per il centrosinistra il problema è costruire una larga alleanza progressista per governare sulla base di un programma avanzato sul lavoro, sullo sviluppo ecologico e sui servizi sociali. Questo ormai — dice l’ex governatore — dovrebbe essere chiaro a tutti, nel Pd, nel Movimento Cinque Stelle, nei Verdi, nella Sinistra e anche in Italia viva». Dello stesso tenore — per una volta — il commento del suo successore in Regione Eugenio Giani, che ricorda come «è stato premiante il valore di una coalizione che va da Iv a Calenda ai Cinque Stelle, alle forze della sinistra». Rossi e Giani chiamano in causa i renziani e i calendiani in una coalizione che in realtà non è mai scesa in campo: implicitamente dunque considerano basilare l’alleanza con i grillini — oggi si direbbe meglio «i contiani» — chiedendo al centro di aggiungersi alla tavola.
Ma Italia viva non ci sta e rilancia nei fatti l’aut aut: o con noi con i Cinque Stelle. Come fa in maniera diretta il deputato di Iv Grabriele Toccafondi, reduce dall’avventura come candidato sindaco nella sua città con una lista contrapposta alla coalizione Pd-sinistra-ecologisti: «Caro Pd, l’esempio di Sesto Fiorentino è che quando insegui i populisti perdi un sacco di voti: 3 mila in meno rispetto alle Regionali dello scorso anno perdendo anche la faccia».
Ma c’è chi anche chi ponte l’accento su qualcosa di diverso delle alleanze e degli equilibri interni alla coalizione. Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale, ha spiegato a questo proposito che «non c’è un problema solo di alleanze, quanto piuttosto di chi candidi e di quali proposte metti a disposizione della comunità».
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6 ottobre 2021 | 08:52
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