Secondo il Tar Lazio (Sezione III Bis, Sentenza 20 marzo 2024, n. 5554) nel quesito su Proust somministrato al concorso ordinario non è individuabile una sola risposta “esatta”: non si chiedeva come Proust definiva quelle situazioni, ma cosa accade dopo quel passaggio del romanzo citato. E’ apparsa plausibile la molteplicità delle interpretazioni possibili della prova concorsuale, a testimonianza proprio della estrema pregevolezza dell’opera di Proust.
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Concorso a cattedra, quesito su Proust: le risposte corrette erano due, docente ammessa allorale. Sentenza del Tar
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