Concorso Dirigenti Scolastici 2017, chi ha rinunciato pur avendo vinto non ha diritto ad una seconda occasione? Lettera

Concorso Dirigenti Scolastici 2017, chi ha rinunciato pur avendo vinto non ha diritto ad una seconda occasione? Lettera

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inviata dalla Prof.ssa Teresa Costanzo – A sostegno di quanto dichiarato dalla sindacalista Fanfarillo, vorrei rendere nota la mia vicenda che accomuna tanti colleghi vincitori dell’ultimo concorso per Dirigenti bandito nel 2017.

Sono una docente di lingua inglese presso un Istituto Comprensivo in provincia di Cosenza vincitrice dell’ultimo concorso per Dirigenti scolastici.

Ho superato con merito tutte le prove concorsuali, ma ho dovuto rifiutare l’accettazione dell’incarico a Dirigente di un IC di Cesano Maderno (MB), da parte dell’ l’USR Lombardia, per ragioni di ordine familiare.

Avendo letto quanto dichiarato da Roberta Fanfarillo, rappresentante sindacale della Flc Cgil e membro del Consiglio Superiore della Pubblica istruzione , e da voi pubblicato, in merito al tema rotazioni incarichi e concorso riservato, vorrei rendere pubblici il mio rammarico e la mia delusione rispetto all’individuazione dei criteri di partecipazione al concorso riservato per dirigenti scolastici.

E’ infatti molto opportuno quanto sottolineato dalla Fanfarillo e cioè che si debba operare con discernimento nel permettere a taluni e vietare a tal altri la partecipazione al concorso.

Ritengo infatti svilente la scarsa considerazione che si attribuisce al merito nel momento in cui si accetta di far partecipare alla procedura concorsuale riservata futuri dirigenti con contenziosi aperti per i motivi più disparati, mentre non si dà la stessa possibilità a dirigenti in pectore (come me), che legittimamente avrebbero pieno titolo a svolgere la stessa procedura.

E’ vero che il bando di concorso prevedeva il depennamento dalla graduatoria generale di merito di coloro che avessero rifiutato l’incarico, ma è altrettanto vero che lo stesso bando prevedeva sbarramenti ed interruzione della prova concorsuale rispetto a determinati punteggi, ad esempio. Per cui, se il bando vale per un caso, perchè non farlo valere anche per l’altro? La conclusione ahimè è triste: si attribuisce peso ad “altri” diritti, rispetto al sacrosanto diritto sancito dall’aver svolto e superato una prova concorsuale secondo corretta procedura.

Per questo chiedo, con forza, che venga considerata, valutata e permessa la partecipazione alla procedura concorsuale riservata anche a me e a coloro che, come me, ne avrebbero diritto affinché ci venga almeno riconosciuto il merito di aver superato una prova concorsuale, legittimamente, senza ricorrere ad altri espedienti.

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