Fa discutere l’emendamento approvato durante l’esame del Dl Milleproroghe in riferimento al concorso dirigenti scolastici 2017.
L’emendamento approvato ha come obiettivo quello di prevedere con un decreto ministeriale, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del ‘Milleproroghe’, la definizione delle modalità di svolgimento di un concorso – corso di formazione di 120 ore con selezione e prova finale – riservato ai soggetti che abbiano sostenuto almeno la prova scritta e a condizione che, alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta o abbiano superato la prova scritta e la prova orale dopo essere stati ammessi a seguito di un provvedimento giurisdizionale cautelare, o ancora abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova orale.
Non mancano, però, le proteste sia da parte della politica che da parte degli aspiranti dirigenti scolastici. Il Movimento Cinque Stelle parla di “sanatoria offensiva verso chi ha studiato e lesiva di ogni principio meritocratico. Ci siamo opposti a tutti i precedenti tentativi ma forti dei loro numeri governo e maggioranza si sono mossi come schiacciasassi”.
Un gruppo di presidi fuori regione si chiede: “Quale sarebbe il merito specifico di questi candidati rispetto a coloro che si trovano in una posizione simile – non avendo superato tutte le prove concorsuali previste – ma che non hanno intentato un ricorso, accettando il verdetto di una commissione giudicatrice”. E ancora: “L’immissione con riserva di candidati che non avevano superato tutte le prove, ha già determinato uno sconvolgimento della graduatoria, penalizzando fortemente numerosi dirigenti immessi in ruolo in regioni anche lontanissime da quella di residenza. Desideriamo far presente che togliere a costoro – che hanno superato il concorso e accettato disagi e sacrifici – la speranza di un rientro in tempi ragionevoli, per offrire una nuova opportunità a chi il concorso non l’ha superato, non è una scelta priva di conseguenze”.
C’è chi va ancora più duro, come Emanuele, che scrive: “Come può accettare allora un educatore di essere valutato da un superiore non meritevole a rivestire tale ruolo? Che esempio daremo ai nostri giovani studenti? Di non preoccuparsi nella vita perché tanto ci sarà sempre una sanatoria?”
C’è Pina, invece, che chiede giustizia per i rincorrenti dirigenti scolastici del 2011: “I ricorrenti DS 2011 chiedono al Governo di rivedere la decisione immotivata che li esclude dall’eventuale decreto poiché proprio essi hanno subito il danno maggiore ed attendono risposte da troppo tempo. Infatti, rivolgerlo solo ai ricorrenti DS 2017 creerebbe un’ulteriore disparità di trattamento e non garantirebbe al Governo di apportare una reale giustizia in una procedura concorsuale (quella del concorso DS 2011) veramente lacunosa ed ingiusta”.
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