Ancora polemiche per il concorso docenti 2022 che ha visto il caso delle domande sbagliate dei quiz. Il dossier presentato nei mesi scorsi per il momento, non ha cambiato le sorti di chi è stato bocciato.
Massimo Arcangeli, il linguista che ha coordinato il team di lavoro sulle gaffe e inesattezze nelle domande del concorso, ha consegnato con l’avvocato Vincenzina Salvatore un esposto alla Corte dei Conti per chiedere nuovamente la correzione delle domande errate, ambigue o mal formulate, si legge su La La Stampa.
Si tratta, continua il quotidiano, di un 10% di domande (la prova scritta computer based, cioè a crocette) contenenti errori di forma o di contenuto, di circa 1.500 aspiranti prof che non sono potuti accedere all’orale e di un maxi dossier di 700 pagine, tanto ci è voluto in termini di lavoro per raccogliere le perizie non solo di futuri insegnanti, ma anche di docenti di lunga esperienza, indignati, che in alcuni casi hanno scritto di loro pugno relazioni per dire che le domande erano da invalidare.
“Io e altri colleghi del ministero siamo stati informati di questo grosso problema – aveva detto a La Stampa la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti – e abbiamo ricevuto il materiale con tutti gli errori dei quiz nelle varie classi di concorso. Premetto che stiamo parlando di un concorso bandito e organizzato dallo scorso governo, con metodologie che, alla luce dei fatti, meritano una certa riflessione. Occorre cambiare le regole. Il dossier consegnato contiene di certo errori gravi su cui alcuni Tar si sono già espressi, questo è fuori dubbio. In questa fase di lavoro mi pare di poter affermare con sicurezza che la direzione da prendere sia quella della rettifica dei punteggi, accogliendo le segnalazioni di domande contenenti errori”.
Per il momento non ci sono novità.
Contestualmente alla consegna dell’esposto alla Corte di Conti sugli errori più clamorosi, ne è stato consegnato un altro in procura della Repubblica di Roma sul quesito delle intelligenze multiple riferito alle teorie elaborate dal professor Howard Gardner. Si tratta di una delle gaffe più clamorose del concorso docenti bandito nel 2020 e sostenuto da migliaia di precari per ottenere uno dei 25 mila posti comuni e di sostegno nelle scuole medie e superiori d’Italia.
La richiesta, dopo il ricorso e la sentenza del Tar del Lazio che ha accertato l’illegittimità del quesito (è stato proprio lo psicologo e docente Gardner a scrivere al ministero), è di annullare oltre al quesito stesso l’intera procedura concorsuale.
Una questione che ha ripercussioni su decine di insegnanti che avevano ottenuto un posto a tempo indeterminato dopo aver superato l’esame, ma che hanno ricevuto lo stop per i punteggi ricalcolati dopo che alcune domande erano state rettificate.
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Autore dell’articolo redazione