Il bando di concorso per oltre 30mila posti ha sollevato un vivace dibattito anche dal punto di vista politico. Sabino Cassese, noto costituzionalista, ha espresso le sue perplessità in un articolo apparso sul Corriere della Sera.
Cassese critica la riserva del “30 per cento dei posti a chi ha prestato tre anni di servizio come precario negli ultimi dieci anni”. Secondo il costituzionalista, questa scelta “non assicura eguaglianza dei punti di partenza”. Le parole di Cassese sottolineano un “pessimo andazzo” nel sistema di reclutamento degli insegnanti, che rischia di compromettere il principio di merito.
Il concorso, che prevede un test a risposta multipla e una prova orale, viene però considerato da Cassese come un passo avanti rispetto alle precedenti procedure, per quanto riguarda il rispetto del principio del merito.
Parallelamente, si assiste a un rinnovato piano di dimensionamento della rete delle scuole autonome. Ciò implica una riduzione di centinaia di dirigenti, nonostante il mantenimento dello stesso numero di plessi. Tale scelta ha generato proteste e ricorsi, tutti rigettati dalla Corte Costituzionale.
Cassese sottolinea inoltre un disallineamento rispetto agli standard internazionali: l’Italia ha un numero di studenti per docente inferiore alla media OCSE, il che solleva questioni sull’effettiva efficacia del sistema scolastico nel risolvere problemi occupazionali.
Un altro punto critico riguarda l’adempimento agli obblighi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Invece di utilizzare tale vincolo esterno per migliorare la qualità del sistema educativo, si tende a “stabilizzare i troppi precari”, minando la qualità dell’insegnamento.
Nonostante gli elevati numeri di personale e studenti coinvolti nel sistema scolastico italiano, il rendimento è basso, influenzando negativamente la produttività del Paese. “Metà degli studenti esce impreparato”, rileva Cassese, evidenziando altresì i notevoli divari tra Nord e Sud Italia, nonostante l’uniformità delle normative.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito è focalizzato sul rilancio della scuola nel Mezzogiorno e sull’istruzione tecnico-professionale, ma Cassese mette in luce la necessità di una più accurata “spending review” per colmare altri divari evidenti.
Infine, Cassese si interroga sul futuro della scuola italiana: se sia più importante l’interesse degli studenti o quello degli insegnanti; se sia necessaria una maggiore autonomia agli istituti scolastici; e sul ruolo dell’opinione pubblica e del dibattito nello spazio pubblico, fondamentali per orientare le decisioni politiche in materia di istruzione.
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