Concorso scuola, docente con una bimba disabile finisce a 200 km di distanza. La storia di Anna e di sua figlia Agata

Il concorso scolastico ha scritto una pagina di vita difficile per Anna, madre di Agata, una bimba con disabilità. La storia, racconta dal docente Mariano Turigliatto su Il Fatto Quotidiano, evidenzia le crepe di un sistema che non sembra prendere in considerazione le necessità umane dietro i numeri dei concorsi.

Anna, una donna con una solida formazione in materie pedagogiche e una lunga esperienza lavorativa, decide di intraprendere la carriera di insegnante per poter conciliare le esigenze lavorative con quelle di caregiver non retribuita della figlia. Il suo viaggio nel mondo della scuola inizia con la vittoria di un concorso per insegnanti di scuola primaria. Ma la gioia si trasforma in preoccupazione quando l’algoritmo di assegnazione la colloca in una scuola a 200 km di distanza da casa.

Nonostante la Legge 104 preveda agevolazioni per situazioni famigliari particolari, Anna si ritrova impotente di fronte a un sistema che sembra ignorare le sue richieste. Sindacati, avvocati, uffici scolastici provinciali e persino una lettera diretta al Ministro restano senza risposta. L’assegnazione lontana non solo complica la vita di Anna e della sua famiglia, ma preannuncia anche una situazione di instabilità per gli alunni di Piacenza che vedranno una continua alternanza di supplenti.

A settembre, le viene offerta una posizione in un liceo di Ferrara, una soluzione apparentemente ideale che però comporta la perdita del diritto al ruolo nello Stato. Anna si trova di fronte a una scelta amara: accettare l’incarico locale, perdendo anni di lavoro e studio, o affrontare un anno di aspettative non retribuite e permessi, con un continuo via vai di supplenti a Piacenza.

La storia di Anna mette in evidenza un sistema scolastico rigido che spesso ignora le necessità umane e familiari dei suoi operatori. La mancanza di flessibilità e di discrezionalità nella gestione delle assegnazioni rappresenta un punto di riflessione importante per le istituzioni, evidenziando l’urgenza di un cambiamento che possa realmente conciliare le esigenze di docenti, studenti e famiglie.