Da alcuni mesi, con cadenza quotidiana, La Tecnica della Scuola riceve lettere di protesta e denuncia per gli errori presenti nei quesiti dei concorsi della scuola secondaria, sia nelle procedure ordinarie sia straordinarie. Per dare “voce” alla protesta, abbiamo intervistato un candidato (lo chiameremo Elfagor) che alcune settimane fa ha partecipato alla selezione in una regione del Centro Italia per la classe di concorso A40 Scienze e tecnologie elettriche ed elettroniche: dal suo racconto si confermano diverse contraddizioni e storture nella procedura che ha prodotto un’alta percentuale di candidati non ammessi alla fase successiva o all’inserimento nella graduatoria degli idonei e vincitori.
Come è andato il concorso?
Guarda, bene e male contemporaneamente.
Quale punteggio hai conseguito?
Ho preso 64, la sufficienza era 70.
Come ti sono sembrate le domande d’esame: a tuo parere sono giuste per rilevare i ‘buoni docenti’?
Considerando quanti candidati sono passati (mi risulta meno del 10%) e con quali punteggi in media, sono probabilmente fra migliori docenti (precari) di elettronica del mio territorio: facendo due conti, dovrei rientrare nel miglior 15% circa dei risultati ottenuti da tutti i candidati.
Quindi non esagera chi parla di ‘strage dei candidati’?
Considera che nella mia sede solo uno fra noi è passato: uno solo su sette presenti, e ci sono stati almeno dieci rinunciatari. Il mio è stato il secondo miglior punteggio: premetto che non studio Elettronica da almeno 15 anni e non la insegno e, ovviamente, non ho studiato per il concorso. Ammetto anche chiaramente che alcune cose che venivano chieste nelle domande nemmeno ricordo di averle mai studiate: nonostante tutto, ho rischiato di passare avanti a colleghi che magari insegnano da anni la materia. Questo mi fa pensare che le domande non fossero incentrate nel valutare né l’effettiva conoscenza della materia né la capacità di insegnarla.
Elfagor, quindi non sei passato ma sei in qualche modo contento del risultato?
Guarda, in un certo senso sono soddisfatto del mio risultato. Tolte le domande di inglese e di informatica (quest’ultima la insegno e sono di ruolo), su molte delle altre ho risposto a senso.
Come hai fatto a rispondere correttamente a diverse domande?
In genere, c’era sempre una risposta non pertinente, una che sembrava strana e due che sembravano plausibili. Delle due l’una, e si prova: un pizzico di fortuna in più e si passava.
Però hai risposte male in diversi casi: come mai?
Ecco, questa è la vera domanda: come ho sbagliato un così alto numero di domande? E non tanto io, quanto soprattutto gli altri miei compagni di sventura, magari molto più preparati di me? Il compito, a dire il vero, era letteralmente assurdo.
Perché era assurdo?
Mi riferisco a 100 minuti per rispondere a 50 domande, almeno una trentina delle quali richiedevano dai cinque ai trenta minuti per poter calcolare la risposta. Anche ricordare a memoria tutte le formule non sarebbe bastato: avrebbe aiutato in alcune risposte, sicuramente, ma i circuiti non erano assolutamente di quelli “standard” dei libri di testo, quindi ne andava calcolato il funzionamento.
Che tipo di domande c’erano?
Una domanda era qualcosa del tipo: “Quale fra questi programmi non serve per creare ebook?”. Le possibili risposte erano: “PippoBook, PlutoBook, CheNeSoBook e Ajeje Brazorf”. Quale era quella giusta? Ai posteri l’ardua sentenza: peraltro, se io ne uso altri 400 che non siano questi, non sono un buon docente? Perché proprio quei 3 (il quarto era quello effettivamente sbagliato)? È stato dimostrato che sono i migliori in assoluto? Se sì, dove? Perché non contemplare, fra le risposte, Calibre, che è un software che si usa veramente per gestire gli ebook e che rappresenta di fatto uno standard?
Ci fai un altro esempio?
Un’altra domanda prevedeva di calcolare la funzione di trasferimento di un sistema bi-reazionato. Ho provato a svolgerla, con calma, a casa: ho impiegato 20 minuti abbondanti. Inoltre, le possibili risposte erano pure espresse come qualcosa tipo F(s)={[(A(s)+B(s)]*D(s)+H(S)]^-1}^1 dove H(s)=… Per rispondere ho impiegato tra i cinque e i dieci minuti solo a capire quali fossero le risposte.
Ci sono domande che vi aspettavate e non sono state presentate?
Non c’è stata una che fosse una domanda di teoria dei circuiti (o affini): niente elettronica di potenza, antenne, microonde… non c’era una domanda su microcontrollori quali Arduino, ESP8266/32, o simili. Non c’era una singola domanda di programmazione.
Ho sentito che ad alcuni concorrenti di alcune classi di concorso è stato permesso l’uso di carta e penna, ad altri no. Nel tuo caso?
Guarda, è stato bellissimo: la circolare ministeriale diceva che non si potevano usare carta e penna. Quindi, inizialmente non ci sono stati forniti. A valle delle nostre legittime remore (voglio vedere voi a calcolare moltiplicazioni di 5/6 fattori, funzioni di trasferimento e quant’altro a mente), su gentile richiesta della nostra commissione (che devo lodare per professionalità e cortesia) a chi di dovere (Ministero?) ci sono state forniti penna e foglio (ad ogni modo, non prima di circa 10/15 minuti dall’inizio della prova).
Tirando le somme, come giudichi il concorso a cui hai partecipato?
Per fortuna a me passare il concorso non serviva veramente, era più una soddisfazione personale, ma la sensazione di aver preso parte ad un concorso-beffa è molto forte.
Perché un concorso beffa?
Il Ministero ha riconosciuto che ben tre domande avevano tutte risposte sbagliate (domande su cui noi abbiamo comunque perso tempo): il mio punteggio è arrivato alla fine a 68 (ad una di quelle sbagliate avevo dato la risposta “giusta”)… una domanda corretta in più e sarei passato: mi fa ancora più arrabbiare di aver sbagliato una domanda in cui il testo delle 4 risposte era copia-incollato 4 volte con differenze minime e, nella fretta, non ho fatto caso che nella risposta che ho scelto ci fosse stato scritto “instabile” invece che stabile (sfido te a vederlo in 5 righe di testo per ogni scelta). Sapevo che non era quella la risposta giusta, ma non ho visto “in” (perché scrivere “non stabile”, decisamente più leggibile, sarebbe stato, boh?, troppo facile per i partecipanti?) e quindi, mi trovo con 68 e una domanda sbagliata per come è stato scritto (volutamente per indurre in errore) il testo.
, 2022-07-31 14:03:00, Da alcuni mesi, con cadenza quotidiana, La Tecnica della Scuola riceve lettere di protesta e denuncia per gli errori presenti nei quesiti dei concorsi della scuola secondaria, sia nelle procedure ordinarie sia straordinarie. Per dare “voce” alla protesta, abbiamo intervistato un candidato (lo chiameremo Elfagor) che alcune settimane fa ha partecipato alla selezione in una […]
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